Serena Spinelli: “Ero straniero”, la Toscana in prima fila contro la sindrome dell’emergenza migranti
Esiste un modo per uscire dalla sindrome dell’emergenza: rendere conciliabili bisogni reciproci. Sull’immigrazione abbiamo il dovere di farlo. La proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero-l’umanità che fa bene”, promossa dai Radicali Italiani e da realtà come Caritas, Arci, Acli, Cnca, A Buon Diritto, mette nero su bianco una via praticabile. Introduce, tra le altre cose, il visto di lavoro temporaneo, valido per 12 mesi, che permetterebbe ai migranti economici o a coloro che si sono visti rifiutare l’asilo, di cercare lavoro nella legalità. Sarebbe abolita la Bossi-Fini che dal 2002 ha prodotto mezzo milione di irregolari, per i quali organizzare un rimpatrio implicherebbe allo Stato costi abnormi. Paradossi dell’ “aiutiamoli a casa loro”.
In Consiglio regionale ho presentato una mozione, sottoscritta anche da Alessandra Nardini del Pd, per chiedere alla Toscana di aderire alla campagna “Ero straniero”. Spero vivamente che questo atto, all’ordine del giorno nella seduta del 30 agosto, venga approvato. Nella mozione sollecito la Regione ad attivarsi nella raccolta firme e nella diffusione della proposta attraverso l’impegno dei sindaci e delle associazioni. Il presidente Enrico Rossi e l’assessore Vittorio Bugli sostengono già l’iniziativa. La Toscana per prima in Italia ha saputo dare un’impronta gestionale al fenomeno migratorio. Lo abbiamo fatto nonostante l’indifferenza e l’estraneità di alcuni territori. E con rammarico verso chi anche dalle istituzioni ha gridato all’invasione.
Nel Paese la logica dell’emergenza ci ha confinati in un dibattito autoriferito, che non risponde né alle necessità di chi arriva né a quelle di chi dovrebbe accogliere. La proposta dei radicali chiede un cambio di paradigma basato su tre priorità: lavoro, formazione, integrazione. Nella nostra regione attraverso il modello delle piccole concentrazioni accogliamo in 864 strutture 12.762 persone: lo 0,35% della popolazione. Di queste solo 927 nei progetti Sprar. Nessuna invasione alle porte. Non a caso “Ero straniero” prevede di ampliare il sistema Sprar puntando sull’accoglienza diffusa.
Allargare lo spazio della legalità e dei diritti equivale ad estendere quello dei doveri. Lo ius soli che Governo e Pd non hanno avuto il coraggio di approvare, avrebbe comportato proprio questo.
La Toscana fin da subito non si è chiesta “se” accogliere, ma ha ragionato su “come” farlo. Pochi giorni fa al Teatro della Compagnia, a Firenze, la Regione ha presentato il “Libro Bianco sull’accoglienza”, un ulteriore salto di qualità: dall’accoglienza all’integrazione, bisogna mettere a sistema l’oggi e creare percorsi verso la società di domani.
Penso a realtà vicine in cui i migranti si sono cimentati in mestieri manuali che rischiavano di scomparire. La Toscana può dare un contributo prezioso affinché nel Paese si arrivi a una riforma che avvicini la richiesta di accoglienza a una risposta di coesione sociale. Può aiutarci anche a risolvere tanti di quei problemi legati alla stagnazione in cui viviamo.
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Nella foto di copertina: Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno – Mdp, Consiglio regionale della Toscana