Sogesid S.p.A. Il vicolo cieco del Ministro Costa
Come pronosticato nell’articolo precedente, la crisi della Sogesid S.p.A. sta evolvendo celermente, visto che il 15 ottobre scadranno le prime commesse tra il Ministero dell’Ambiente e la sua stessa società in house. Negli ultimi giorni la situazione si è intensificata, culminando nel partecipato sciopero di venerdì scorso, durante il quale il Ministro Sergio Costa è stato anche contestato. Al presidio sotto il Ministero hanno partecipato i responsabili territoriali dei sindacati di categoria, Filctem, Femca e Uiltec, mentre i principali mezzi d’informazione hanno ignorato l’evento. Si aggirava tra i manifestanti solo la giornalista della locale Retesole.
L’evoluzione è stata spiegata dal responsabile territoriale della Filctem-Cgil Lorenzo Attimonelli, che ha delineato l’esito dell’unico incontro formale avvenuto tra sindacati, il capo di gabinetto Pier Luigi Petrillo e il presidente Sogesid Enrico Biscaglia. Sebbene il Ministro Costa continui a dichiarare che nessuno sarà licenziato, dall’incontro è emerso uno stato confusionale che alimenta tensioni tra lavoratori e ufficio di gabinetto.
Attimonelli ha confermato l’intenzione del gabinetto di indire un concorso aperto a tutti, che permetta l’assunzione di giovani neolaureati. Quest’ultimi, titolati ma inesperti, dovranno essere affiancati e formati proprio dai dipendenti Sogesid. Le commesse tra la società e il Ministero si esauriranno quando sarà terminata questa attività di formazione. In seguito, i dipendenti Sogesid dovranno ritornare in azienda per lavorare su quelle commesse pubbliche e private che il management sarà in grado di procacciarsi. Nelle parole del Ministro, i lavoratori non devono preoccuparsi perché fanno parte di una società partecipata dal Ministero dell’Economia che sarà in grado di sopravvivere sul mercato non licenziando nessuno.
Malgrado le rassicurazioni, Sogesid è una società in house del Ministero dell’Ambiente a cui è legata per almeno l’80% del fatturato ai sensi del Testo Unico in materia di società partecipate dalla pubblica amministrazione, la cosiddetta legge Madia. Di conseguenza, per dare a Sogesid la libertà di cercare commesse autonomamente, è necessario emendare la legge. Se così non fosse, la situazione si aggraverebbe e, sempre ai sensi della legge Madia, i bilanci in rosso potrebbero comportarne la liquidazione.
I tempi rapidi dettati dal gabinetto non sembrano però realistici. I sindacati della pubblica amministrazione, gli unici ad avere un contatto diretto, hanno diramato una nota nella quale appare ancora in alto mare la formulazione di una pianta organica, elemento necessario per richiedere gli stanziamenti finanziari destinati al concorso.
Altra questione spinosa è l’internalizzazione, ovvero l’assorbimento diretto dei dipendenti Sogesid nei ranghi del personale del Ministero. Il Ministro bolla tale proposta come incostituzionale. I sindacati Sogesid, in assenza di incontri formali, hanno utilizzato la pagina Facebook di Sergio Costa per fargli notare come questa strada sia già stata percorsa in situazioni gemelle, come nei casi di IPI e di una direzione di ANAS. Nella confusione generata, si registrano anche i malumori dei risultanti idonei ai concorsi per il defunto Corpo Forestale, ora assorbito dall’Arma dei Carabinieri. Quest’ultimi si aspettano infatti lo scorrimento delle graduatorie.
Una buona notizia che profuma di beffa è la stabilizzazione dei 66 precari Sogesid tramite lo strumento del Jobs Act. Il Ministero sembra fare propaganda chiedendo alla società di stabilizzare tali lavoratori nella consapevolezza che potranno essere licenziati in qualsiasi momento.
La politica si è mossa presentando sette interrogazioni parlamentari. Il senatore Luigi Vitali si è spinto fino a chiedere se il gabinetto del Ministro stia effettuando indagini sui dipendenti Sogesid e loro familiari in modo da evidenziare eventuali esempi di raccomandazione. Malumori si intravedono anche nell’alleato di governo, le cui perplessità sono state manifestate da parte del presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Barbara Saltamartini, e della stessa sottosegretaria all’Ambiente, Vannia Gava.
Sergio Costa rischia quindi di dirigere un Ministero con la rivolta di circa la metà della forza lavoro. Un vicolo cieco da cui difficilmente potrà uscirne indenne, stretto tra i dipendenti Sogesid, gli idonei dei concorsi passati e giovani speranzosi di nuove assunzioni, senza contare il fermento dei sindacati ancora esclusi da incontri formali con il Ministro.
Perché gli uffici di gabinetto si sono cacciati in tale ginepraio? Si possono fare solo alcune ipotesi. La chiave potrebbe risiedere nel capo di gabinetto, prof. Pier Luigi Petrillo, uomo dal passato trasversale, collaboratore di tutti i governi che si sono susseguiti dal 2006, quando fu nominato dall’allora Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio (il quale è strettamente legato anche a Sergio Costa). Petrillo, con un trascorso da consulente Sogesid, nella sua vita professionale e accademica si è distinto come Mr. Trasparenza, tanto da introdurre il registro dei lobbisti presso il Ministero delle Politiche Agricole. Continuando sulla stessa strada, da agosto il Ministero dell’Ambiente è dotato di un’agenda degli incontri tra uffici e rappresentanti d’interessi.
La casa di vetro annunciata dal Ministro Costa potrebbe non prevedere l’utilizzo di personale esterno, perché considerato un portatore di interesse che non può essere distinto dalla normale attività amministrativa dell’istituzione. Ma se così fosse, perché l’ufficio di gabinetto si è intestardito sul concorso aperto, senza considerare la strada dell’internalizzazione e, cosa ancor più grave, senza coinvolgere adeguatamente le rappresentanze sindacali? Che si sia dimenticato che l’art. 1 della Costituzione fonda la Repubblica sul lavoro e non sulla trasparenza amministrativa?
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Foto in evidenza: Presidio lavoratori Sogesid davanti al Ministero dell’Ambiente