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L’Argine mondo: Per battere il demagogo serve Hillary, parola di Obama

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

USA. È un Barack Obama emozionato ed emozionante quello che vediamo sul palco della Convention Nazionale dei Democratici per incoronare Hillary Clinton, la donna che lo sfidò otto anni fa alle primarie democratiche e, che adesso, potrebbe succedergli alla Casa Bianca. O, almeno, questo è quello che Obama si augura: a rischio non c’è solo la sua eredità come presidente degli Stati Uniti, ma anche i valori dell’America se vincerà, invece, quello che lui definisce il “demagogo che ci siamo cresciuti in casa”. “L’America è già grande, l’America è già forte. E, credetemi, queste cose non dipendono da Donald Trump. Infatti non dipendono da singole persone, da nessuno che si autoproclama ‘salvatore’”. “Mostriamo al mondo che crediamo ancora nella promessa di una grande nazione. […] Vi chiedo di fare per Hillary Clinton – dice, ancora Obama – quello che avete fatto per me. Vi chiedo di sostenerla come avete sostenuto me”. E conclude: “Rifiutiamo il cinismo, rifiutiamo la paura e tiriamo fuori il meglio di noi per eleggere Hillary Clinton come prossimo presidente degli Stati Uniti d’America”. (The Guardian)

Spagna. Oggi, Pedro Sánchez, segretario generale del PSOE, comunicherà al Re il “no” del suo partito all’investitura di Mariano Rajoy – e non c’è possibilità che possa cambiare idea. Questo, infatti, è il mandato del comitato federale e i militanti supportano totalmente questa posizione. Nel PSOE, però, fra i dirigenti territoriali la divisione su cosa fare dopo le elezioni del 26 giugno è grande: molti, infatti sostengono che Rajoy andrebbe lasciato governare tramite l’astensione, così da evitare una terza elezione in meno di un anno e iniziare subito a fare opposizione al Partito Popolare. Molti dirigenti vedono di cattivo occhio anche la possibilità di un mandato esplorativo per il segretario: non la ritengono una strada percorribile, poiché darebbe i soliti risultati dell’ultimo tentativo e porterebbe inevitabilmente alle elezioni. Tuttavia, la base è totalmente contraria alla soluzione del sostegno-non sostegno a Rajoy tramite il voto di astensione e perfettamente in linea con il voto del comitato federale per il “no” all’investitura. (El País)

A ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Turchia. Due generali hanno dato le dimissioni dal Consiglio Militare Supremo perché in netto dissenso con le purghe post-golpe. (Al Jazeera)

Francia. I due attentatori adolescenti della chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, Abdel Malik Nabil Petitjean e Adel Kermiche, precedentemente all’attacco, avevano girato un video in cui dichiaravano la propria vicinanza al sedicente Stato Islamico. Entrambi erano già schedati per terrorismo e Adel Kermiche era addirittura ai domiciliari. (Libération)

Commissione Europea. Nessuna sanzione per Spagna e Portogallo per il deficit eccessivo. L’aiuto è arrivato da un improbabile alleato: Wolfgang Schäuble, aquila tedesca del rigore. Secondo la lettura che ne dà Politico, Schäuble vorrebbe aiutare Mariano Rajoy, in questi giorni in difficoltà con la formazione del governo, per evitare che la quarta economia più grande dell’Unione Europea finisca nelle mani della sinistra.

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