Agenzie di stampa, quotidiani nazionali e locali, giornali on line, è un florilegio di notizie sulla difficoltà di comporre le liste in vista delle prossime elezioni. Problema, questo, che riguarda tutte le forze in campo e anche Liberi e Uguali non fa eccezione.

Giungono notizie da diverse regioni di forti contrasti e proteste per i più svariati motivi: eccesso di candidati paracadutati da Roma; poca attenzione alle risorse dei territori; scelte territoriali che si presumono sbagliate. Capita in ogni elezione che ci siano candidati che a giusto titolo partecipano alla competizione, altri che ritengono di aver maturato crediti e meriti per farlo, altri ancora che non hanno alcun credito e ancor meno meriti ma smisurate ambizioni. E’ sempre difficile trovare la quadratura del cerchio e, conseguentemente, si levano da ogni dove recriminazioni più o meno veementi, più o meno indignate. E’ comprensibile ma solo in parte giustificabile.

Premetto che chi scrive (ma il tutto l’ho scoperto dopo, a liste già chiuse) pare fosse in predicato di essere capolista nella quota proporzionale del collegio di Foggia, retrocesso ubi maior al secondo posto, per chiudere infine al quarto. Essendo interista e scaramantico, ho voluto dare un significato simbolico alla vicenda sperando che la mia squadra del cuore riesca a fare altrettanto e centri finalmente la qualificazione in Champions League!

Appartengo a quella generazione che per storia personale e formazione politica a cui, come acutamente scritto da Peppino Caldarola, se gli offri un posto in Parlamento si offende perchè non gli hai offerto la carica di segretario di federazione del partito.

E a impedire che dimenticassi chi sono e da dove provengo, ci hanno pensato, il carissimo compagno e maestro politico Sabino Colangelo e mio padre, (e la mia compagna a coronamento) i quali, onde prevenire eventuali mie proteste e/o dissociazioni pubbliche mi hanno intimato nell’ordine:

a) farai campagna elettorale come sempre;

b) la farai accettando l’ultimo posto in lista;

c) ricordati da dove vieni e il nome che porti e quanto questo nome rappresenti la storia della sinistra in questa provincia.

Già è difficile porre obiezioni a chi sollecita le corde del tuo cervello. Difficilissimo obiettare a chi fa leva sui sentimenti, sul cuore. Se li riuniscono entrambi ti mettono inesorabilmente all’angolo.

Li ho, comunque, rassicurati dicendo che era quello che avrei fatto ma, con la naturale perfidia del parricida, ho comunicato loro che mi aveva già detto le stesse cose Enrico Rossi.

Ma torniamo alla “metafora” di Peppino Caldarola. Si potrebbe obiettare, a lui e a me, che l’esempio non regge perchè, in realtà, un partito non c’è.

E sta proprio qui il problema, qui il nocciolo della questione su cui esclusi e indignati dovrebbero riflettere e, per quanto possibile, rasserenarsi. Il 4 marzo è un appuntamento sicuramente importante ed è vitale che Liberi e Uguali raggiunga un buon risultato elettorale. Ma perchè il lavoro fatto in  questi giorni non vada disperso, l’appuntamento decisivo parte dal giorno successivo. Da quel giorno i nostri Parlamentari dovranno dedicarsi sopratutto alla cura della cosa pubblica e nei territori, tutti noi, e sottolineo tutti, dovremo iniziare, anche con loro ma senza alcuna posizione precostituita di privilegio, a discutere di come costruire un nuovo soggetto politico della sinistra e quali basi programmatiche ed ideali  dargli.

Personalmente è la sfida che mi affascina di più, il piacere di confrontarsi con quel preziosissimo patrimonio di donne e uomini, mai candidati o che mai abbiano chiesto di candidarsi a nulla, che la sinistra deve custodire e valorizzare per costruire qualcosa non solo di nuovo, ma di bello.

Essere parlamentari non è, e non deve rappresentare, un privilegio per nessuno. Sono ciò che noi vogliamo che siano, nel senso che hanno il compito di rappresentare le nostre istanze, i nostri valori, i nostri progetti.

Ci aspetta un compito impegnativo e bellissimo: a quale partito affidare i nostri sogni. E con esso l’individuazione di una leadership credibile e autorevole che abbia e meriti fiducia e rispetto di tutti noi.

Occorre, in questa fase, essere come ci suggeriscono Sabino Colangelo, Vincenzo Pizzolo  ed Enrico Rossi: generosi e responsabili. Il nostro futuro dipende da quanto saremo bravi a coniugare questi due aggettivi. Sono certo che nessuno abbia voluto salire sul nostro carro perchè riteneva fosse vuoto e, quindi, foriero di chissà quali vantaggi personali. Non è questa la nostra storia. Non è questo il nostro presente e non sarà il nostro futuro.

Commenti