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Assegno di ricollocazione, la Toscana oltre il jobs act

La Toscana ancora una volta parte per prima nella sperimentazione di politiche innovative per il lavoro. Dopo esser stata la prima regione a legiferare sui tirocini combattendo la prassi diffusa che ne faceva uno strumento di sfruttamento dei giovani invece di arricchimento delle competenze personali, dopo aver sperimentato incentivi per l’assunzione e il sostegno alla diffusione dei contratti di solidarietà in alternativa a licenziamenti e cassa integrazione, oggi si lancia nella sperimentazione dell’assegno di ricollocazione.
Mettere insieme l’attività formativa con l’attività di tutoraggio che permetta di accompagnare colui che ha perso lavoro, in un percorso virtuoso che lo aiuti a ricollocarsi nel mercato del lavoro: è l’obiettivo che la giunta regionale si è posta con la delibera che attiva in via sperimentale, in attesa della normativa nazionale, questo che è uno degli strumenti più innovativi previsti dal Jobs act.
E’ un ulteriore esperienza che la regione mette in campo per cercare di determinare condizioni affinché migliaia di cittadini che non hanno lavoro possano essere ricollocati nel mercato produttivo in maniera qualificata e con il sostegno attivo da parte del pubblico.
Sappiamo che in questa fase c’è bisogno di essere vicini ai lavoratori che hanno terminato gli ammortizzatore sociali e che ad oggi non vedono la possibilità di rientro nel mercato del lavoro in relazione a problemi di qualificazione personale, di età, ma anche al protrarsi delle difficoltà connesse alla crisi. L’assegno di ricollocazione può essere uno strumento fondamentale in tal senso.

Altra sperimentazione che abbiamo attivato nei mesi scorsi è stata finalizzata a cercare di ridurre i disagi nell’accesso al reddito di questi lavoratori garantendo però esperienze lavorative che possono portare un contributo alla comunità e loro stessi, in tal senso è andata vanno i lavori di pubblica utilità che a breve permetteranno di mettere a disposizione tra le 600 e oltre 1200 occasioni di lavoro per coloro che sono privi di ogni forma di reddito e di sostegno soprattutto nelle aree di crisi complessa, anche in vista dei processi di reindustralizzazione che stanno prendendo il via.
La complessità dei problemi del lavoro che stiamo vivendo richiede di assumere una visione flessibile degli strumenti da mettere in campo: vuol dire attivare interventi per i disoccupati di lunga durata, per coloro che sono vicini alla pensione ma che trovano chiuse le porte delle aziende, intervenire per i giovani che sono stati i più colpiti dalla crisi. Incentivi alle assunzioni, voucher formativi finalizzati ai settori e lavori trainanti la nostra economia, sostegno all’autoimprenditorialità, presa in carica e costruzione di percorsi personalizzati possono essere la chiave di volta per risolvere i casi più difficili.

Porsi questi obbiettivi comporta misurarsi con la qualità dei servizi per il lavoro. Il nostro paese indubbiamente sconta un ritardo pesante rispetto al resto dell’Europa, la spesa a favore delle politiche attive è stata minima, il rapporto disoccupati-lavoratori rispetto ai dipendenti dei centri per l’impiego è ai livelli più bassi in assoluto.
Se vogliamo rilanciare il lavoro abbiamo bisogno di mettere a disposizione dei disoccupati e dei lavoratori servizi efficienti. Servizi in grado di prendere in carico il lavoratore, sostenerlo nel momento della difficoltà aiutarlo a riqualificare le proprie competenze e al tempo stesso a favorire l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro.

La Toscana è stata la prima regione che ha firmato l’accordo col ministero del Lavoro affinché non vi fosse soluzione di continuità della gestione dei centri per l’impiego nel passaggio tra province e competenze regionali e oggi ci impegniamo a fondo, mettendo anche importanti risorse finanziarie, perché ci possa essere un salto di qualità in questa direzione.
C’è bisogno che anche il governo nazionale, che ha investito sul rinnovo della normativa sul lavoro. assuma il tema dei servizi per il lavoro come una priorità. Serve un piano pluriennale che sposti in risorse significative dalle politiche passive a quelle attive per il lavoro, per la qualificazione dei servizi per il lavoro vedendo in questo uno strumento fondamentale di supporto nei confronti dei giovani e dei disoccupati.
Gli incentivi all’occupazione hanno permesso di stabilizzare, favorire la ripresa dell’occupazione, ma ora c’è bisogno, insieme al sostegno agli investimenti per lo sviluppo, di un azione quotidiana fianco a fianco di coloro che hanno perso o cercano lavoro e per far questo bisogna investire sui servizi per il lavoro.

Gianfranco Simoncini è consigliere del Presidente della Toscana Enrico Rossi

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