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Grasso e “Liberi e Uguali”, qui sta la differenza

Con il discorso di quel galantuomo di Pietro Grasso – un uomo da tutti apprezzato, un magistrato da tutti rispettato, una persona che per tutta la vita ha servito lo Stato a rischio della propria incolumità e con il sacrificio personale e della propria famiglia: uno che veramente “fa la differenza” e che sarà capace di attrarre molte persone, anche fra coloro che si sono allontanati dalla politica e dall’area progressista sia di sinistra sia cattolico-sociale sia liberaldemocratica, come si vedrà a breve – è nato ieri il nuovo soggetto della sinistra (sarà bene che tutti si abituino a dire, semplicemente, “sinistra“: non c’è bisogno di aggettivi, perché non c’è ambiguità), che si è dato il nome di “Liberi e uguali“, un nome che richiama uno degli articoli più belli e significativi della Costituzione italiana, l’art. 3, del quale e della quale c’è motivo di essere orgogliosi, come lo straordinario risultato di un anno fa, quel fatidico 4 Dicembre 2016, ci ricorda (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“). Una lezione che resta, ed è bene che così sia, nella memoria di un popolo.

Al nobile e vibrante discorso di accettazione di Grasso (“Io ci sono!“) qualcuno, per ignoranza o in malafede, tenta di addebitare delle mancanze: non ha parlato di questo, non ha detto quello, non ha specificato cosa vogliono fare in merito a quest’altro, e via cianciando. Ora, sul palco dal quale Grasso parlava sventolava, alle sue spalle – chiunque abbia guardato non può non averla vista -, una bandiera sulla quale era scritto “C’è una nuova proposta“: Grasso, che pure ha accennato a molte e non secondarie questioni, non aveva bisogno di sceverare in profondità ed uno per uno tutti gli argomenti – quello non era un discorso congressuale -, perché la “nuova proposta” (che era stata condivisa da tutti i partiti e movimenti che hanno dato vita al nuovo soggetto unitario) era stata già diffusa da tempo ed era leggibile da chiunque ne avesse voglia o curiosità, come sarebbe consigliabile per evitare di parlare a sproposito e per non rivolgere accuse immotivate che svelano subito tutta la loro pretestuosità. Basta perciò, per chiunque non lo abbia ancora fatto ed abbia l’onesto desiderio di documentarsi, andare a leggere quella “Nuova proposta“: poi sarà libero di esprimere, se ne ha, delle motivate obiezioni. Non c’è cosa migliore che confrontarsi sul merito: è un invito ed una sfida che, da “Liberi e uguali“, rivolgiamo a chiunque abbia la sincera volontà di decidere motivatamente da che parte stare.

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