Diciotti1

Il caso Diciotti e il boomerang del furto di terre africane

Ventiquattro Agosto 2018, la nave Diciotti è ancora attraccata a Catania con 150 migranti, gran parte dei quali erano minori non accompagnati. È la prima volta che una nave militare italiana si trova in questa situazione, giudicata paradossale da molti osservatori. Ha ricevuto l’autorizzazione ad attraccare dal ministro italiano dei Trasporti ma non può sbarcare i propri passeggeri per volere del ministero dell’Interno. Molte persone sono rimaste stupite che il Governo possa bloccare la navigazione di un’unità militare allo stesso subordinata.

Effettivamente, l’articolo 83 del Codice della Navigazione autorizza un Ministro ad intervenire in questo senso per questioni di ordine pubblico. Se ne desume, quindi, che il Governo non ha commesso un illecito bloccando la Diciotti. Ben diversa è, invece, la posizione giuridica delle persone bloccate all’interno della stessa: la legge prevede che, in mancanza di un provvedimento del Giudice, il fermo non possa superare le 48 ore. Nel caso in cui questo si protragga, un magistrato deve convalidare l’atto, altrimenti le persone devono essere rilasciate.

Nell’ambito di tutto questo c’è anche, però, la questione sulla presenza dei migranti minorenni. Considerate le Convenzioni internazionali sull’Infanzia: esse stabiliscono che i minori debbano essere assistiti nel più breve tempo possibile. Per questo motivo, la situazione si è evoluta in due modi distinti: i minori sono stati fatti scendere, mentre, per quanto riguarda gli altri migranti, la Procura di Agrigento ha avviato le indagini per il reato di sequestro di persona.

Il problema, però, non può essere analizzato solo come questione giuridica ma anche etica: una nave della Guardia Costiera italiana ha raccolto delle persone in mare, a 17 miglia da Lampedusa, le quali versavano in pericolo di vita. Si tratta di un’azione corretta? Ovviamente, le persone in mare in pericolo di vita devono essere raccolte, sia per il diritto della navigazione, sia, soprattutto, per una questione morale.

Incomprensibile è, invece, ciò che avviene a livello mediatico e a livello strumentale all’interno delle forze politiche. Il fatto diviene pretesto per propaganda personale o di partito. Le dinamiche migratorie, di cui l’episodio della Diciotti rappresenta solo una piccolissima parte, costituiscono questioni di rilevante gravità geopolitica e di negoziazione internazionale. Da anni sono coinvolti milioni di persone e territori amplissimi: l’Africa, in particolare le coste mediterranee ed il Medio Oriente. Il controllo dei flussi migratori rappresenta materia di negoziazione fra Unione Europea, Medio Oriente e Russia, con l’intervento degli Stati Uniti, in questo caso dell’Amministrazione Trump. L’Unione Europea dovrebbe, però, elaborare delle strategie efficaci per arginare il fenomeno e gestirne le conseguenze. In primo luogo impegnarsi per offrire dei canali migratori con vie legalizzate e contrastare il mercato della migrazione criminale clandestina. Dovrebbero essere incentivare le operazioni per smantellare le reti di scafisti (people smugglers).

Teniamo sempre conto che l’emergenza non nasce a Lampedusa o nel Mediterraneo e neppure sulle coste nordafricane, in particolare in quelle dei Paesi caratterizzati da scarsa attività governativa, come la Libia. Le dinamiche migratorie originano, invece, nell’Africa sub-sahariana e nel Medio Oriente, territori nei quali noi, noi Occidentali, abbiamo rilevanti interessi in campo energetico e sul fronte delle materie prime. Dobbiamo rivedere la politica commerciale europea per evitare il “land grabbing“, ossia il furto di terre africane da parte delle nostre multinazionali. Forse dovremmo cominciare a pensare che l’emergenza migratoria che ci sta travolgendo non è altro che un boomerang di una nostra strategia precedente. Tuttavia, di questo, la popolazione italiana e quella europea è stata sempre tenuta all’oscuro. Ma non solo, secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell’Interno, dall’inizio del caso “Diciotti” sono sbarcati in Italia altri 277 migranti, perlopiù a bordo di piccole imbarcazioni di cui nessuno sembra interessarsi.

Commenti