Siria cessate il fuoco

L’Argine mondo: cessate il fuoco, tra un’ora, in Siria

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Stati Uniti. Hillary Clinton ha la polmonite. Ieri ha dovuto lasciare la cerimonia di commemorazione per il quindicesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre. Lisa Bardack, il suo medico, ha spiegato che la candidata democratica ha una polmonite e che le era già stata diagnosticata da venerdì. L’accaduto riporta prepotentemente al centro del dibattito pubblico molte delle tematiche legate alla candidatura di Hillary Clinton: il rapporto con la stampa e – secondo chi la critica – la poca trasparenza nelle comunicazioni da un lato; dall’altro, invece, lo spauracchio della malattia evocato da Trump, oltre a un interesse quasi ossessivo per una presunta fragilità che, non tanto casualmente, viene evocato in correlazione con una candidata donna. Hillary Clinton, al momento, si sta curando e sta recuperando velocemente, si apprende dal suo staff. (The Guardian)

Austria. Rinviate le elezioni presidenziali austriache che avrebbero dovuto tenersi il 2 ottobre. La ripetizione del ballottaggio fra il candidato verde Alexander van der Bellen e quello dell’estrema destra xenofoba, Norbert Hofer, è dovuta alla colla difettosa sulle buste del voto per corrispondenza, che rischiava di portare a nuovi ricorsi e, possibilmente, a un’ulteriore ripetizione delle elezioni. (Internazionale)

Croazia. Il partito conservatore HDZ ha vinto il maggior numero di seggi nelle elezioni generali che si sono tenute ieri nel paese, ma non raggiunge la maggioranza assoluta in parlamento. L’HDZ ha ottenuto 61 seggi su 151, mentre i socialdemocratici (SDP) ne hanno ottenuti 54. Il raggruppamento di liste sedicenti riformiste, Most, alleato di minoranza dell’HDZ nell’ultimo governo è arrivato terzo con 13 seggi, mentre il gruppo radicale e anti-establishment, Živi Zid, ne ottiene 8. Il leader dell’HDZ, Andrej Plenković, ha detto ai suoi sostenitori che è certo che “saremo il partito che avrà il privilegio di formare il prossimo, stabile, governo croato”. (Politico)

Spagna. Cresce, fra i votanti del PSOE, il fronte del “no” all’appoggio al governo Rajoy. La strategia di Pedro Sánchez comincia a dare i suoi frutti. La determinazione con cui il leader socialista ha difeso il suo “no” a un governo guidato da Rajoy (che sarebbe possibile formare con l’astensione dei socialisti) convince buona parte dei suoi elettori. Un sondaggio realizzato da Metroscopia alla fine del mese di luglio mostrava come il 58% di coloro che avevano appoggiato Sánchez nelle ultime votazioni vedeva come il minore dei mali che il PSOE permettesse l’investitura di Rajoy, contro un 35% che rifiutava questa soluzione. Qualcosa è cambiato. Adesso il 50% appoggia il “no” del leader socialista, mentre il 43% è per l’astensione. (El País)

Unione Europea. Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha chiesto un’indagine sul lavoro di José Manuel Barroso alla Goldman Sachs. Quello che dovrà verificare l’inchiesta è se, nell’accettare l’incarico, il precedente presidente della Commissione Europea abbia violato o meno le leggi europee. (Politico)

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Siria. Inizierà alle 19 di oggi il cessate il fuoco in Siria, dopo che il governo ha approvato l’accordo raggiunto tra Stati Uniti e Russia. Bashar al-Assad accetta l’accordo senza riserve, mentre alcuni gruppi ribelli potrebbero non rispettarlo. (Al Jazeera)

Corea del Nord. Secondo fonti ufficiali del governo sudcoreano la Corea del Nord sarebbe pronta a un nuovo test nucleare, dopo quello del 9 settembre scorso – il più potente eseguito finora. Una fonte militare sudcoreana ha dichiarato all’agenzia di stampa Yonhap che Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, potrebbe venire immediatamente annientata se mostrasse un qualsiasi segnale di un imminente attacco nucleare. (BBC News)

Kenya. Tre donne uccise dopo un attacco alla stazione di polizia di Mombasa, armate di un coltello e una bomba artigianale. Le donne erano entrate con la scusa di denunciare il furto di un telefono. Le autorità sospettano che dietro all’attacco ci sia la mano del gruppo terroristico Al Shabaab. (Al Jazeera)

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