Junker

L’Argine mondo: la “crisi esistenziale” dell’Europa, decisivi i prossimi 12 mesi sostiene Juncker

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Europa. Si è tenuto oggi a Strasburgo l’annuale discorso del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, sullo stato dell’Unione. Juncker ha parlato di una “crisi esistenziale” dell’Europa, sottolineando, però, che nonostante la Brexit, il futuro dell’Unione non è a rischio. Ma i prossimi dodici mesi saranno cruciali. Questi i passaggi principali dell’intervento: istituzione di un fondo europeo per la difesa comune europea in “armonia” con la NATO; a novembre proposta su nuovo sistema d’informazione sui viaggi in UE e registrazione di chiunque entri; raddoppio del piano di investimenti, 500 miliardi fino al 2020; invito ai governi nazionali alla coerenza: “Tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali”; il patto di stabilità deve avere una “flessibilità intelligente” e bisogna guardare alle ragioni del debito, non punire; l’Europa non è ancora abbastanza sociale e bisogna lavorare a costruire un “pilastro dei diritti sociali”. (The Guardian)

Brasile. Il presidente Michel Temer ha lanciato un piano di privatizzazioni con lo scopo, a suo avviso, di far ripartire l’economia del paese e ridare slancio all’occupazione. Il piano prevede la dimissione da parte dello stato di quattro aeroporti e due porti, oltre che l’offerta di contratti ad aziende private per la realizzazione di nuove strade. (El País)

Cile.Se siente, se siente, Allende presidente!”, è stata accolta così, dai socialisti cileni, la candidatura di Isabel Allende, figlia di Salvador Allende e cugina dell’omonima scrittrice. Isabel Allende, che già presiede il Partito socialista dell’attuale presidente Michelle Bachelet ed è senatrice per la regione di Atacama, ha annunciato la propria candidatura alle primarie di partito in vista delle elezioni del prossimo anno nell’anniversario dell’assassinio di suo padre, durante il colpo di stato di Pinochet. (teleSUR English)

Stati Uniti. Barack Obama a sostegno della Clinton a Filadelfia: “Voglio davvero, davvero, davvero eleggere Hillary Clinton. Questa è una scelta fondamentale su chi siamo come popolo. Questa è una scelta sul vero significato dell’America” (Politico)

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Libia. Il presidente del Consiglio presidenziale libico di Tripoli, Fayez al Sarraj, ha chiesto una “riunione urgente fra le parti in conflitto per risolvere con coraggio e responsabilità la crisi che sta attraversando il paese” dopo che le forze armate del generale Khalifa Haftar, legate a Tobruk, sono entrate nell’area della Mezzaluna petrolifera prendendo il controllo dei principali terminal petroliferi. In una nota, Sarraj ha sottolineato di “avere accettato la sua missione come capo di un governo di unità di tutti i libici per proteggerli e unirli contro il terrorismo”, ma che “non accetterà mai di guidare una fazione libica o una guerra contro un’altra fazione libica per motivi politici o ideologici”. Ha poi aggiunto: “Il mio dovere è fermare lo spargimento di sangue, eliminare i conflitti e preservare le ricchezze dei libici”, per poi concludere con un appello a tutte le parti a “porre fine alle provocazioni” e ribadendo la necessità di “riunirsi subito a un tavolo per risolvere la crisi, rafforzando l’accordo politico in nome dell’unità del Paese” e dichiarandosi contrario a “un intervento militare straniero in Libia”. (Al Jazeera)

Regno Unito. Il comitato affari esteri della camera dei deputati condanna la decisione dell’ex primo ministro David Cameron d’intervenire in Libia. Secondo il duro verdetto, la scelta di Cameron avrebbe contribuito ai fallimenti che hanno reso la Libia uno “stato fallito” e sull’orlo della guerra civile. (The Guardian)

Siria. L’ONU accusa Damasco d’impedire ai convogli umanitari di raggiungere Aleppo, come previsto dagli accordi sulla tregua cominciata lunedì 12 settembre. Le forze armate russe, che dovrebbero garantire la sicurezza dei convogli, al contempo denunciano numerose violazioni della tregua da parte dei ribelli. (The Guardian)

Israele, Stati Uniti. Gli Stati Uniti forniranno a Israele aiuti militari per 38 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. È il più dispendioso accordo di aiuti militari mai approvato dagli USA. (The Guardian)

Israele. Shimon Peres (93 anni) in ospedale per un ictus. Le sue condizioni sono ancora gravi, ma l’ex presidente israeliano sta rispondendo alle cure e migliorando. (Haaretz)

Turchia. La Turchia chiede ufficialmente agli Stati Uniti l’arresto di Fethullah Gulen, ritenuto da Ankara il mandante del fallito golpe del 15 luglio. (Al Jazeera)

Nella foto di copertina: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea

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