Aleppo

L’Argine mondo: l’agonia di Aleppo

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Siria. Bombardati due ospedali nella zona di Aleppo in mano ai ribelli. Almeno sei persone sono rimaste uccise. (Al Jazeera)

India, Pakistan. Tensione nel territorio conteso del Kashmire fra India e Pakistan. L’esercito indiano afferma di avere condotto “attacchi mirati” contro “unità terroristiche” in Pakistan, sospettate di stare preparando un’infiltrazione nella parte del Kashmir controllata dall’India. L’esercito pakistano ovviamente smentisce tutto. La tensione rimane alta fra i due stati vicini in seguito all’uccisione di 18 soldati indiani circa due settimane fa. (Al Jazeera)

Petrolio. I paesi membri dell’Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) ha raggiunto un accordo, ieri ad Algeri, per mettere un tetto alla produzione di petrolio e far risalire così il prezzo del greggio. (Le Monde)

Filippine. Il presidente Rodrigo Duterte dice basta alle esercitazioni militari con gli Stati Uniti, in linea con la “rimodulazione” delle relazioni estere del paese che aveva annunciato nelle scorse settimane, in contemporanea al suo scontro con il presidente USA Barack Obama. (Al Jazeera)

USA, Black Lives Matter. Ancora proteste negli Stati Uniti, questa volta in California, dopo l’omicidio di Alfred Olango, un rifiugiato ugandese con problemi mentali, ucciso da degli agenti. (Al Jazeera)

Sudan. Secondo un rapporto di Amnesty, il Sudan avrebbe utilizzato armi chimiche nei suoi attacchi in Darfur. (Al Jazeera)

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Israele. Esposto alla Knesset il feretro di Shimon Peres, domani mattina i funerali solenni. L’ex presidente israeliano è morto ieri, dopo essere stato colpito due settimane fa da un ictus; le sue condizioni, inizialmente gravi ma stabili, sono peggiorate velocemente martedì. Figura di spicco della politica israeliana per 8 decenni, Shimon Peres aveva ricevuto, nel 1994, il premio Nobel per la pace insieme a Yitzhak Rabin e a Yasser Arafat per gli sforzi compiuti nel processo di pace tra israeliani e palestinesi. (Haaretz)

USA. Il congresso americano ribalta il veto di Obama sulla legge per fare causa ai governi stranieri in merito agli attentati dell’11 settembre. Camera e senato hanno approvato la legge con la maggioranza dei due terzi, maggioranza che permette di superare il veto del presidente. I sopravvissuti e le famiglie delle vittime dell’11 settembre potranno chiedere così risaricimenti all’Arabia Saudita per il suo coinvolgimento negli attacchi terroristici. Secondo Obama si tratta di un errore, perché questa legge permetterà anche ai cittadini di altri stati di fare causa agli Stati Uniti. (BBC News)

USA. Nominato ieri il primo ambasciatore statunitense a Cuba in 50 anni. Si tratta di Jeffrey DeLaurentis, funzionario che ha già prestato servizio a Cuba come incaricato d’affari e capo delegazione nel quadro degli storici incontri del luglio 2015 tra Washington e L’Avana, per il ripristino delle relazioni. La nomina dovrà comunque essere ratificata dal Senato, dove si sa già che incontrerà degli oppositori, come, ad esempio, il senatore della Florida Marco Rubio o il senatore del Texas Ted Cruz. (The Atlantic)

UK, Labour. Si è tenuto ieri, a conclusione della conferenza laburista di Liverpool, il discorso di Jeremy Corbyn, immediatamente successivo alla sua rielezione. Corbyn ha delineato le proprie politiche per risollevare il Regno Unito e “salvarlo” dalle politiche dei conservatori e ha lanciato un appello all’unità, per poter plasmare il futuro e per un socialismo del 21esimo secolo. (The Guardian)

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