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L’Argine mondo: Obama, attenti alle politiche di Trump

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Stati Uniti. Obama afferma che le politiche di Trump potrebbero ritorcersi contro gli Stati Uniti e la comunità internazionale nella lotta contro il sedicente Stato Islamico. Il Presidente USA avverte che, anche se Daesh sta perdendo terreno nel Medio Oriente, potrebbe comunque ispirare i singoli a commettere attacchi oltremare. (The Guardian)

Iraq. Secondo l’UNHCR, ieri, i combattenti di Daesh avrebbero catturato 3.000 abitanti in fuga dagli scontri nella provincia di Kirkuk e ne avrebbero già giustiziati 12. (Al Jazeera)

Boko Haram. Il sedicente Stato Islamico prova a imporre un nuovo leader a Boko Haram, in Nigeria. (The Guardian)

Egitto. L’esercito egiziano afferma di avere ucciso il capo della branca in Sinai di Daesh, Abu Duaa al-Ansari, assieme ad altri 45 combattenti, in un’operazione guidata da intelligence di precisione. (Al Jazeera)

India. Secondo fonti di polizia, uomini armati hanno ucciso almeno 12 persone, ferendone svariate decine, in una zona di mercato molto affollata in una città di Assam, stato nord orientale dell’India. Gli assalitori hanno aperto il fuoco a Kokrajhar, città a 220km a ovest della capitale commerciale di Assam, Guwahati. Media locali hanno comunicato che 20 dei feriti sono in condizioni critiche e il numero dei morti è destinato a salire. Assam ha una storia di spargimenti di sangue settari e di gruppi che combattono per avere maggiore autonomia e ottenere la secessione dall’India. L’attacco, per il momento, non è ancora stato rivendicato ma, circa tre giorni fa, la polizia ha arrestato dei membri del Fronte Democratico Nazionale di Bodoland nella stessa area. Il NDBF vuole uno stato a parte per i membri della tribù Bodo residenti in Assam ed è sospettato di essere dietro l’attacco. Nel 2012 si registrarono scontri fra i Bodo e i musulmani bengalesi che portarono a centinaia di morti e centinaia di migliaia gli sfollati. Altri scontri sono avvenuti due anni dopo, nel 2014. (Al Jazeera)

Siria. Documenti confidenziali visionati dal Guardian forniscono dettagli sulle delibere interne all’ONU sulla proposta del Cremlino, decritta come “pesantemente imperfetta” dalle agenzie umanitarie, e rivelano dubbi nell’organizzazione, che vuole fornire assistenza ai civili di Aleppo ma teme di essere vista come complice della Russia. La posizione dell’ONU che emerge in questi documenti è che l’iniziativa di corridoi umanitari sarà implementata solo se tutte le parti in guerra acconsentiranno a un cessate il fuoco o a una pausa nei combattimenti.

Yemen. Secondo un rapporto dell’ONU tutte le parti in guerra stanno violando le leggi umanitarie. I combattenti Houthi “hanno utilizzato i civili come scudi per evitare gli attacchi” e la coalizione araba ha “ucciso bambini” bombardando una casa di civili. (Al Jazeera)

Uganda. La polizia fa irruzione a una sfilata di moda LGBT e arresta 20 persone. Nel paese l’omosessualità è illegale per via di leggi risalenti all’era coloniale. La sfilata era dedicata alle vittime di Orlando. (The Guardian)

Turchia. È stato ritrovato ieri, mutilato e decapitato, il corpo di un rifugiato siriano, omosessuale, Muhammed Wisam Sankari. Muhammed era scomparso il 23 luglio dopo essere uscito di casa nel distretto, molto conservatore, di Fatih. E arrivato a Istanbul un anno fa dopo essere fuggito dalla guerra in Siria, ma voleva abbandonare la Turchia perché temeva per la propria vita. Non c’è ancora nessuna conferma del fatto che sia stato ucciso in quanto gay. (The Guardian)

Afghanistan. Ieri, un gruppo di turisti occidentali è stato attaccato dai talebani nel distretto di Chesht-e-Sharif, nella provincia occidentale di Herat. Gli attentatori hanno aperto il fuoco sul veicolo che trasportava i turisti, ferendone almeno sei – fra loro otto britannici, tre americani e un tedesco. (Al Jazeera)

Filippine. Emergono ulteriori violazioni dei diritti umani nelle Filippine, che meno di tre mesi fa hanno eletto l’autoritario Rodrigo Duterte. Dalla sua elezione c’è stata un’impennata negli arresti e nelle uccisioni di criminali e presunti tali, sia da parte della polizia che da parte di vigilantes incoraggiati a operare dallo stesso Duterte. L’aumento degli arresti ha portato anche a un aumento delle incarcerazioni. Nella prigione cittadina di Quezon, ad esempio, ci sono 3.800 detenuti in una struttura che potrebbe ospitarne al massimo 800. Su The Atlantic le foto.

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

Sud Africa. Nelle elezioni locali i cittadini puniscono duramente il Congresso Nazionale Africano, partito socialdemocratico attualmente alla guida del governo nazionale. Persa sicuramente Port Elizabeth e a rischio Johannesburg e Pretoria. Il Congresso Nazionale Africano è fortemente criticato dalla popolazione perché non riesce ad affrontare problemi come la crisi economica e il livello di disoccupazione al 25%. Inoltre, il presidente, Jacob Zuma, è indagato per corruzione. (The Guardian)

Turchia. Il ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu ha affermato che l’Austria è la “capitale del razzismo radicale”, in risposta alla dichiarazione del cancelliere Christian Kern, secondo il quale l’Europa dovrebbe mettere fine ai colloqui sull’entrata della Turchia nella UE (Politico). La Turchia ha inoltre emesso un mandato di arresto per Fethullah Gülen, accusato di aver orchestrato il fallito golpe del 15 luglio (The Guardian).

USA, presidenziali. Seconda defezione, fra i Repubblicani, nel sostegno a Donald Trump. Adam Kinzinger, membro del Congresso che ha prestato servizio in Iraq, ha affermato che non supporterà Hillary Clinton, né dirà agli elettori chi votare, ma ha anche aggiunto che non può supportare un candidato che “butta all’aria tutti i principi repubblicani”. E ha dichiarato: “Sono un americano prima di essere un Repubblicano e non resterò in silenzio. Può twittare quanto vuole. Devo farlo per il mio paese e per il mio partito” (The Independent). Non è stata una settimana facile per Donald Trump, che nei recenti sondaggi sugli stati in bilico, ossia quelli decisivi per le elezioni (swing states), è dato come molti punti indietro rispetto alla candidata democratica Hillary Clinton (The Washington Post).

Nepal. Il 61enne Pushpa Kamal Dahal, conosciuto anche come “Compagno Prachanda” (Compagno Feroce), dirigente del Partito maoista del Nepal, già primo ministro dal 2008 al 2009, ha raccolto il voto di 363 dei 573 parlamentari nepalesi ed è stato eletto, mercoledì 3 agosto, capo del governo. I maoisti ha no ritirato il loro sostegno al primo ministro, Khadga Prasad Sharma Oli, che ha dato le dimissioni il 24 luglio, e hanno scelto di formare un governo con l’altro grande partito, il Congresso nepalese. (Le Monde)

Spagna. Non ci sarà nessun dibattito interno sull’investitura di Mariano Rajoy. Questa la risposta della direzione del PSOE a quanti chiedevano di mettere in discussione la decisione di non appoggiare il PP, primo fra tutti l’ex presidente del governo José Luis Rodríguez Zapatero. (El País)

Grecia. Il primo ministro Alexis Tsipras vuole creare un’alleanza con i leader degli altri paesi dell’Europa sud-orientale, per ricevere supporto in merito alla ristrutturazione del debito greco. Tsipras sonderà la disponibilità durante l’incontro dei capi di stato del PSE che si terrà a Parigi, il 25 agosto, puntando soprattutto a coinvolgere Matteo Renzi e François Hollande. (Ekathimerini)

Regno Unito. Una manifestazione del movimento Black Lives Matter blocca il traffico della M4, che conduce all’aeroporto di Heathrow. Proteste simili a Nottingham e Birmingham. L’occasione è il quinto anniversario della morte di Mark Duggan, ucciso per mano della polizia metropolitana. (The Guardian)

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