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Ada Colau, sindaca di Barcellona, città aperta al mondo, coraggiosa e solidale

Per L’Humanité, il quotidiano vicino al Partito Comunista Francese, è la donna del giorno. Si tratta di Ada Colau, la sindaca di Barcellona, eletta nel 2015 con una coalizione composta da Podemos, comunisti e altre formazioni di sinistra. Secondo il giornale comunista, la sindaca ha «scelto di non rispondere […] con una resa securitaria» all’attentato che giovedì ha colpito la sua città. La sua prima dichiarazione, infatti, è stata: «Barcellona città di pace. Il terrore non riuscirà a farci smettere di essere chi siamo: città aperta al mondo, coraggiosa e solidale».

Barcelona ciudad de paz. El terror no conseguirá que dejemos de ser quien somos: ciudad abierta al mundo, valiente y solidaria

All’inizio dell’anno, Barcellona ha ospitato un’enorme manifestazione a favore dell’accoglienza. Ada Colau aveva partecipato. In giro per la città, alle finestre, si leggono ancora i cartelli con sopra lo slogan dello scorso febbraio: «Volem acollir», vogliamo accogliere. Sui muri, accanto ai molti murales che colorano la capitale catalana, stencil che recitano: «Refugees welcome», benvenuti rifugiati.

Il 26 agosto Barcellona scenderà nuovamente in strada, per urlare, ancora una volta, “No tinc por”, non ho paura. Ieri, la sindaca Colau ha scritto un lungo post sul suo profilo Facebook, per ribadire che Barcellona è e rimarrà una città «preziosa, aperta, variegata, accogliente, coraggiosa e solidale».

Di seguito, ve ne proponiamo la traduzione integrale:

“A poche ore dall’orribile attentato perpetrato giovedì a Barcellona, le Ramblas sono tornate a riempirsi di gente e di vita, la migliore maniera di affrontare la barbarie, di affrontare quei miserabili che hanno seminato terrore e morte in una delle strade più emblematiche e amate di questa città.
A pochi metri, in una Piazza Catalunya strapiena, ha risuonato un grido: “Non ho paura”. Un antidoto alla rabbia e all’impotenza che tutti sentiamo pensando alle tredici vite stroncate nella maniera più crudele e aleatoria, alle decine di feriti e al profondo dolore dei loro cari, ai quali l’intera città vuole essere vicina.
Lo slogan è nato in maniera spontanea e si è diffuso di persona in persona fino a quando più di 100.000 persone lo hanno fatto loro e lo hanno gridato in coro.
È un grido di emancipazione e di orgoglio. Caratterizza questa città, che è coraggiosa, orgogliosa e si fa forte nelle avversità.
A molti di noi ha ricordato quella Barcellona che riempì le strade durante la Guerra del Golfo con il grido di “No alla guerra”. È la stessa Barcellona che adesso dice al mondo che non ha paura, che il fanatismo cieco di pochi (e l’infinita crudeltà di coloro che disumanizzano gli adolescenti e li convertono in assassini) non funzionerà con noi noi.
Stiamo affrontando giorni molto difficili. È normale provare rabbia, collera, sconcerto, dolore. È importante condividere quei sentimenti.
Ascolto e leggo molti commenti che dicono “io però ho paura”.
Mi sembra sincero e molto sano riconoscere e condividere questa paura, perché è l’unica forma di combatterla.
Quando abbiamo paura, ricordiamoci come abbiamo reagito nei momenti più duri, aiutandoci gli uni con gli altri: come i vicini hanno offerto le loro case a coloro che ne avevano bisogno. Come i negozi delle Ramblas hanno aperto le porte per proteggere le persone che fuggivano dall’orrore. Come nelle ore successive all’attentato centinaia di persone si sono recate negli ospedali per donare sangue o si sono offerte come traduttori o hanno portato acqua e cibo ai conducenti bloccati nelle ronde per i controlli di polizia. Ricordiamoci come i tassisti hanno offerto le loro auto e i lavoratori dell’aeroporto hanno sospeso lo sciopero. Pensiamo alle squadre per la sicurezza e le emergenze, che hanno dato tutto, non solo dal punto di vista professionale ma anche da quello umano.
Pensiamo al gran numero di persone che hanno fatto la coda in Municipio per firmare il libro del cordoglio in solidarietà alle vittime, al migliaio di messaggi di appoggio e solidarietà che ci sono giunti da tutto il mondo, compreso dai bambini che vivono in pessime condizioni nei campi per i rifugiati in Grecia, a coloro scappati fuggendo dallo stesso terrore che giovedì ha colpito la nostra città.
Pensiamo anche alle comunità musulmane che si sono affrettate a condannare questa atrocità nella maniera più energica possibile e ricordiamo che anche loro hanno paura: paura che alcuni se ne approfittino per segnalarli e incolparli miseramente di un terrore del quale anche loro sono vittime.
In questi giorni abbiamo dimostrato ancora una volta che la forza di Barcellona è la sua gente, quella che vive e che ama la città, e che quando c’è bisogno sappiamo essere uniti, perché sulle nostre differenze prevale il sentimento che condividiamo una città preziosa, aperta, variegata, accogliente, coraggiosa e solidale.
Contro la paura, ricordiamoci sempre che noi che difendiamo la pace siamo la maggioranza. Che non siamo soli/e.
Questo è quello che vogliono loro, i fanatici e chi li fanatizza, perché la solitudine debilita e la paura paralizza.
In questi giorni continuiamo a riempire le strade per mandare loro un messaggio forte e chiaro: quelli che sono soli, i codardi, sono loro. E sabato 26 saremo molti, moltissimi, ad andare alla grande manifestazione che guiderà la cittadinanza al grido di #NoTincPor“.

Nella foto di copertina: La sindaca di Barcellona Ada Colau insieme al re Felipe VI, al presidente del governo Mariano Rajoy e al presidente della Catalogna Carles Puigdemont

 

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