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Enrico Rossi: “Le basi per ripartire, socialismo e antifascismo, per riscoprire anche la questione meridionale”

Socialismo e antifascismo sono le basi da cui la sinistra deve ripartire, anche per riscoprire la questione meridionale.
La destra unita vince anche in Basilicata. Il centro sinistra risale e diventa la seconda forza. Il M5stelle crolla.
È una tendenza che avevamo già visto in Abruzzo e Sardegna e che avevamo giudicato positivamente per il fatto che riafferma lo scontro destra-sinistra, riportando la sinistra ad essere la forza alternativa.
Però adesso dobbiamo guardare oltre.

Per tornare a vincere alla sinistra sembrano mancare idee forti e un programma alternativo fatto di pochi messaggi, scrive oggi Paolo Mieli.
Per le idee forti io penso che non ci sia da inventare nulla.
L’idea del socialismo, come critica della società e orizzonte per il suo cambiamento in direzione dell’eguaglianza e della realizzazione degli individui, è l’idea forte della sinistra, senza la quale essa smarrisce la sua anima profonda. L’antifascismo è l’altra idea forte, come fondamento della nostra democrazia e della Costituzione con i suoi principi e i valori fondamentali, la sua tutela dei diritti umani e della persona, il suo carattere progressivo e inclusivo nella realizzazione dei diritti sociali, la solidarietà.

Fa piacere che ieri Scalfari e oggi Canfora, che per la verità lo aveva detto per primo, individuino nel fascismo, oggettivamente, l’ideologia di riferimento della Lega di Salvini: per il suo nazionalismo, il suo rivolgersi direttamente al popolo con demagogia, la sua paura del diverso, le pulsioni razziste e la contrapposizione “di noi a loro”, il “prima gli italiani”, la costruzione del mito dell’uomo forte al comando che assicura l’ordine sfidando persino la legge e il diritto, il linguaggio con le citazioni e i riferimenti espliciti al duce
La differenza, non da poco, tra questo postfascismo e il fascismo storico è l’assenza della violenza come strumento per la conquista del potere; ma, per il resto, le assonanze sono davvero molte. Non a caso, Salvini piace ai neofascisti i quali gli riconoscono di avere idee simili alle loro e gli rimproverano di essere troppo “morbido“.
Sono elementi che per la verità erano evidenti fin dal primo manifestarsi del governo nazionalpopulista di Salvini-Di Maio e che a sinistra si tarda ancora a definire compiutamente.
Lo ha capito subito, invece, a Prato e in Toscana il popolo di sinistra nella splendida manifestazione antifascista di sabato.
Rescindere le radici antifasciste della nostra democrazia, lasciare che esse vengano oscurate o banalizzate significa aprire la strada alle avventure del post fascismo.

Certo, socialismo e antifascismo non bastano, ma possono rappresentare la bussola indispensabile, da ritrovare e aggiornare, per costruire anche quei punti programmatici netti e chiari che, parlando ai ceti sociali popolari e costruendo un’alternativa per il Paese, ci facciano tornare a vincere. Ad esempio, riscoprendo il carattere rivoluzionario della questione meridionale per il futuro del Sud e di tutta l’Italia.
Sono consapevole che è difficile, ma noi dobbiamo provarci.

Foto in evidenza: Particolare del dipinto “Lucania 61” di Carlo Levi

 

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