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Lavoro, Europa, Fondamenta, Tolleranza: il manifesto LEFT per battere i populisti europei

Come battere i populisti alle prossime elezioni europee? Otto presidenti di regioni europee che aderiscono al PSE, promotore il presidente della Toscana Enrico Rossi, hanno reso noto il testo del manifesto LEFT  (Lavoro, Europa, Fondamenta, Tolleranza) con proposte, tra le altre, che riguardano il contratto  collettivo europeo per i lavoratori, il sussidio di disoccupazione, gli investimenti per la conversione ambientale. Ieri a Bruxelles, il manifesto è stato presentato a Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea e candidato unico dei socialisti alla guida della nuova Commissione.

Di seguito il manifesto:

Con la crisi finanziaria del 2008, le sinistre europee (LEFT) hanno avuto molta difficoltà nel far fronte alle continue sfide della società contemporanea e nel riaffermare la propria identità socialista. Questo ha prodotto una crescente erosione del loro consenso politico. I cittadini si sono sentiti messi da parte e non hanno ricevuto la risposta giusta, forte e convincente alle loro principali preoccupazioni.

La diretta conseguenza è stata l’ondata tutt’ora crescente di sentimenti anti-europei e movimenti populisti in molti paesi d’Europa, con un’Ue non capace di affrontare questa preoccupante tendenza. Oggi in una Ue, indebolita dagli Stati Membri, mancano la coesione e la solidarietà necessarie per reagire e rispondere con forza a questi sentimenti che minacciano l’intero progetto europeo.

Le Autorità regionali devono assumere un ruolo preminente. Per la loro prossimità e credibilità nei confronti dei cittadini o per il loro know-how ed esperienza nella gestione di diverse politiche settoriali, esse sono le istituzioni più adatte a rispondere alle più importanti sfide attuali: la globalizzazione dirompente, l’ascesa del nazionalismo populista e il declino del lavoro tradizionale.

In vista delle prossime elezioni europee, tutti gli Spitzenkandidat devono essere consapevoli dell’importante contributo che le Regioni possono apportare al progetto europeo, e devono impegnarsi a favore del rafforzamento del principio di sussidiarietà e del ruolo regionale all’interno del processo decisionale dell’Ue.

Le Regioni possono contribuire ad alimentare un ampio dibattito volto a riformare l’intera governance europea rafforzando il metodo comunitario. Questo processo potrebbe anche concludersi con il lancio di una nuova Convenzione.

Tutti i partiti socialdemocratici e di sinistra (LEFT) devono essere in prima linea. In particolare, devono:

Lavoro

✓ Garantire che le politiche occupazionali e sociali siano al centro di tutte le future strategie
europee, così come lo sono state la crescita e gli investimenti fino ad oggi.

✓ Creare impieghi stabili, modernizzare il mercato del lavoro, garantire che i sistemi di protezione sociale siano una priorità per tutti gli Stati Membri e che poi siano attuati a livello regionale.

✓ Contrastare la disoccupazione, in particolare quella giovanile e quella di lunga durata, anche attraverso regimi di sostegno comunitari o maggiori investimenti in materia di istruzione e formazione. Le nuove generazioni sono decisive per la futura prosperità dell’Europa. La delusione dei giovani sfocia direttamente nei movimenti populisti.

✓ Avviare un ampio dibattito su un nuovo “Modello sociale europeo” che tenga conto della digitalizzazione e delle nuove tecnologie. L’Internet of things, la robotica e l’intelligenza artificiale sono la causa di importanti scompensi nel mercato del lavoro europeo, tra cui la perdita di impiego a causa dell’automazione. D’altra parte, però, questi stessi fattori offrono nuove opportunità per la crescita e la creazione di posti di lavoro, a condizione di essere inquadrati in politiche e strategie ad hoc.

✓ Proporre un nuovo “Contratto collettivo europeo”, da negoziare con le associazioni sindacali e con le imprese, e incentrato sul potenziamento delle competenze digitali. Il rapidissimo sviluppo tecnologico dei nostri giorni ha un impatto enorme sul bisogno di specializzazione dei lavoratori. Formazioni iniziali e continuate sono necessarie per far fronte alla crescente necessità di qualificazione e riqualificazione professionale.

Europa

✓ Rilanciare il progetto europeo partendo dai suoi valori fondamentali, come il “rispetto della Dignità umana, della Libertà, della Democrazia, dell’Uguaglianza, dello Stato di diritto, dei Diritti umani”. Si ricorda che il Manifesto Spinelli recita: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita”.

✓ Chiedere un bilancio Ue per il post 2020 più ambizioso, che non solo “protegge, dà forza e difende“, ma risponde ad altre esigenze dei cittadini, come la solidarietà, la coesione e il welfare. Con delle nuove risorse proprie, si deve finanziare la fetta più importante del bilancio Ue, senza però incidere sulle tasche dei singoli cittadini, e raggiungendo chiari obiettivi politici, ossia: una tassa “verde” per combattere i cambiamenti climatici, una tassa sulle transazioni finanziarie per ridurre la speculazione nei mercati azionari e una tassa sulle multinazionali digitali. Queste risorse possono compensare futuri shock asimmetrici nelle nostre economie e porre le basi per la creazione di Euro-Bond.

✓ Attuare pienamente il principio di Sussidiarietà. Le Regioni devono avere un maggiore coinvolgimento nel processo decisionale dell’Ue, nei settori di loro competenza. Devono anche essere riconosciute come gli attori più indicati per tradurre le strategie Ue sui territori. I politici regionali sono i più indicati per evidenziare il valore aggiunto dell’Europa a livello territoriale.

✓ Riconoscere la “Coesione” come principale politica pubblica europea per gli investimenti, e come un meccanismo efficace per tradurre sul territorio tutte le priorità strategiche dell’Ue in materia di ricerca e innovazione, energia e ambiente, competitività nei sistemi di produzione e inclusione sociale. I Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) forniscono la prova più tangibile dei benefici del progetto europeo. Questi fondi consentono a tutte le parti interessate di partecipare – con un approccio dal basso – alla politica dell’Ue grazie alla loro gestione condivisa e multilivello, al principio del partenariato e alla cooperazione territoriale. La Coesione sociale, economica e territoriale è la principale politica economica dell’Ue che garantisce convergenza ed equità sociale.

Nella foto: Il lofo di LEFT

 

✓ Combattere i cambiamenti climatici deve divenire una vera priorità per tutti i partiti politici europei. L’ambiente dovrà essere considerato come un valore fondamentale dell’Ue più che come un target da raggiungere presente nelle varie politiche. In tal senso, la PAC può guidare un processo verso un’agricoltura più sostenibile in modo da garantire un approvvigionamento alimentare di buona qualità, sicuro ed economico, rivolto a tutti i cittadini europei. Le Regioni devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, con i loro Programmi operativi (FESR e FEASR) e impegnarsi nelle loro strategie regionali a favore dell’economia circolare, di un’agricoltura sempre più sostenibile e dello sviluppo delle energie rinnovabili. Sia la lotta ai cambiamenti climatici, che il sostegno ai temi sociali devono essere gli elementi principali della prossima Strategia di programmazione dell’UE per il dopo il 2020, purtroppo ad oggi non ancora definita.

Fondamenta

✓ Aumentare l’impegno per rafforzare la lotta contro la disuguaglianza, le disparità sociali e la povertà. “La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna, permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l’alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana”, come menzionato nel Manifesto di Ventotene.

✓ Perseguire azioni che portino al “rafforzamento della Coesione economica, sociale e territoriale dell’Ue” al fine di “promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione” e “mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni”, come indicato nel Trattato di Lisbona. Il mercato interno dell’Ue può funzionare solo se bilanciato da un’equa politica di ridistribuzione dei territori e degli individui.

✓ Combattere “qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”, come previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

✓ Tutelare la privacy e ogni informazione relativa agli individui. La raccolta dei dati deve essere un prerequisito dei Governi, ma allo stesso tempo le imprese private che utilizzano i dati personali per la loro attività sono obbligate a offrire dei servizi al settore pubblico. La Cyber security deve divenire una priorità per la nuova Commissione e per il Parlamento Ue, soprattutto per salvaguardare la privacy e difendere la democrazia.

✓ Rispondere alle sfide della globalizzazione con politiche locali di tutela del mercato del lavoro e strategie volte ad assicurare l’equa concorrenza tra le piccole-medie imprese e le società multinazionali. Poiché le multinazionali si avvalgono enormemente del mercato interno, il rispetto del pagamento delle loro imposte deve essere assolutamente garantito. Qualsiasi paradiso fiscale deve essere inserito in una “lista nera” e soggetto a sanzioni da parte dell’Ue.

Tolleranza

Costruire ponti e non cortine di ferro. Dal 2010, l’Europa ha dovuto far fronte ad una crisi migratoria senza precedenti e gli Stati Membri hanno mancato di solidarietà e unità. I migranti, se ben integrati, possono far prosperare le nostre società, sia culturalmente che economicamente. Nella maggior parte dei paesi dell’Ue vi è una forte diminuzione delle nascite ed i futuri sistemi pensionistici devono essere alimentati con dei nuovi arrivi. Tuttavia, in attesa della loro regolarizzazione, i migranti devono contribuire alla collettività con lavori socialmente utili, in cambio del contributo finanziario che ricevono. Questi lavori facilitano la loro integrazione, aumentano il grado di accettazione a livello locale e riducono il lavoro nero.

✓ Avviare in tutta l’UE un ampio dibattito pubblico su diversi esempi di integrazione ispirati a differenti modelli di assimilazione e multiculturalismo. Promuovere politiche per facilitare l’accettazione dei migranti che compiono lavori socialmente utili e favorire il loro insediamento nelle comunità locali con il modello dell’accoglienza diffusa.

✓ Creare una vera e propria “Carta Blu Europea” accettata in tutti i paesi dell’Ue e non solo rivolta ai cittadini extracomunitari altamente qualificati. La “Carta Blu” può contribuire ad una gestione più attenta ed equilibrata della politica migratoria e ridurre drasticamente l’immigrazione clandestina. In più, può essere l’opportunità per gli Stati membri per riformare il Trattato di Dublino, promuovere una serie di politiche e aiuti finanziari destinati allo sviluppo dei paesi limitrofi e ridurre l’immigrazione illegale.

✓ Combattere qualsiasi tipo di razzismo, xenofobia o altre forme di intolleranza. In particolare, contrastando l’incitamento all’odio on-line, migliorando i sistemi di rilevazione e di raccolta dati su questo tipo di reati e sostenendo azioni legate alla memoria o ad atrocità del passato, come l’Olocausto

✓ Promuovere e comunicare meglio la cultura, la storia ed i simboli europei in modo da sviluppare per le future generazioni un sentimento di appartenenza comune e preparare il terreno per vivere insieme nel rispetto delle diversità.

In qualità di politici regionali, chiediamo a tutti i partiti socialdemocratici e della Sinistra di far proprio questo MANIFESTO-LEFT in vista delle prossime elezioni europee. Accusare l’Ue è molto facile, sicuramente più facile che spiegarne il suo funzionamento. In questo dobbiamo distinguerci dai partiti populisti!
Dopo la BREXIT, una rinnovata Sinistra è la sola risposta da dare ai cittadini che non si riconoscono in questa Europa in crisi.

Il Manifesto è stato firmato da:

Stavros ARNAOUTAKIS, Governatore Regionale di Creta (GR)

Erik BERGKVIST, Presidente della Giunta Regionale di Västerbotten (SE)

Loïg CHESNAIS-GIRARD, Presidente della Regione Bretagna (FR)

Vasco Alves CORDEIRO, Presidente della Regione Autonoma delle Azzorre (PT)

Susana DÍAZ, Presidente della Regione Andalusia (ES)

Theodoros GALIATSATOS, Governatore regionale delle Isole Ionie (GR)

Apostolos KATSIFARAS, Governatore Regionale della Grecia Occidentale (GR)

Enrico ROSSI, Presidente della Regione Toscana (IT)

Di seguito una sintesi dell’intervento di Enrico Rossi a Bruxelles:

 

Foto in evidenza: Bruxelles, la riunione del gruppo socialista del Comitato delle Regioni

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