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Le elezioni in Islanda: il centro-destra perde la maggioranza, possibile governo di centro-sinistra

Nelle elezioni islandesi di sabato, i partiti di governo di centro-destra hanno perso la maggioranza dopo una votazione che potrebbe portare al secondo governo di centro-sinistra nella storia del paese da quando è una repubblica indipendente.

Il Partito dell’Indipendenza, conservatore, a cui appartiene il primo ministro uscente (travolto dagli scandali), Bjarni Benediktsson, ha perso 5 seggi nell’Althing (passando da 21 a 16), il parlamento islandese formato da un totale di 63 deputati. Il Movimento della Sinistra verde, guidato da Katrín Jakobsdóttir, ha conquistato un seggio (passando da 10 a 11), mentre l’Alleanza Socialdemocratica recupera passando da 3 seggi a 7.

Nella tabella: Otto partiti saranno rappresentati nel nuovo parlamento, con il Partito dell’Indipendenza al primo posto con il 25%, il Movimento della Sinistra verde al 17%, l’Alleanza Socialdemocratica al 12% (il doppio rispetto alle ultime elezioni), il Partito Progressista stabile all’11%, il Partito di Centro (nato il mese scorso) quasi all’11% e il Partito Pirata, che ha cavalcato la rabbia anti-establishment per diventare il terzo partito nel 2016, ridimensionato al 9%. (Fonte: http://icelandmonitor.mbl.is)

In questo contesto, il Movimento della Sinistra verde avrebbe la possibilità di formare un governo con l’Alleanza Socialdemocratica, i liberali del Partito Progressista e il Partito Pirata. Questi quattro partiti, insieme, raggiungerebbero i 32 seggi necessari per avere la maggioranza in parlamento.

«L’opposizione ha la maggioranza e già questo è un messaggio. Ma abbiamo anche discusso della possibilità di fare le cose in maniera diversa e creare un governo più ampio» ha dichiarato Katrín Jakobsdóttir, la leader del Movimento della Sinistra verde, ieri, durante un dibattito televisivo.

[LEGGI ANCHE: Islanda: un governo guidato dalla Sinistra verde? Intervista alla leader Katrín Jakobsdóttir]

Il leader dei socialdemocratici, Logi Einarsson, ha suggerito una coalizione formata da cinque partiti, affermando che con l’aggiunta di un ulteriore partito si «può creare un governo molto forte».

Ma Benediktsson, durante lo stesso dibattito, ha detto che al Partito dell’Indipendenza, che è stato membro di 19 dei 27 governi della moderna Islanda, dovrebbe essere datta la possibilità di formare un nuovo governo. «Siamo il partito più grosso. Dovremmo essere parte del prossimo governo».

Katrín Jakobsdóttir, leader del Movimento della Sinistra verde, ha dichiarato che non esclude di collaborare con il nuovo Partito di Centro, fondato solo questo settembre dall’ex-primo ministro Gunnlaugsson (fuoriuscito dal Partito Progressista). Il Partito di Centro ha ottenuto ben l’11%.

Il Movimento della Sinistra verde ha fatto campagna contro le disuguaglianze e per un maggiore investimento nei servizi pubblici e a favore di tasse più alte per i più ricchi. Secondo i sondaggi, quasi la metà degli elettori islandesi vorrebbero Jakobsdóttir come prima ministra, nonostante il suo partito sia solo al 17%.

(Fonti: The Guardian | Iceland Monitor)
(Foto: Johannes Jansson/norden.org)

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