Corbyn

Münchau: la svolta socialista per salvare la sinistra europea

I partiti di centro-sinistra possono vincere le elezioni soltanto dal centro. Jeremy Corbyn, il leader del Labour britannico, non può diventare primo ministro. Ma, si domanda Wolfgang Münchau sul Financial Times di ieri, queste affermazioni sono vere? Certo, i partiti di centro-sinistra di successo che hanno definito il loro ruolo dagli anni ’80 in avanti erano guidati da leader centristi – Bill Clinton negli Stati Uniti, Tony Blair nel Regno Unito, Gerhard Schröder in Germania, per citarne alcuni. Le loro politiche non erano tanto incentrate sul fornire un’alternativa al capitalismo globale, ma sul ridistribuirne i profitti. Tuttavia, scrive Münchau, “quello che funzionò in quel periodo non è universalmente vero“.

Ad esempio, i governi dei socialdemocratici moderati e pro-establishment della Germania degli anni ’20 e ’30 fallirono in maniera orribile. Il parallelismo principale fra i giorni nostri e gli anni ’30 è il modo in cui le democrazie reagiscono a periodi prolungati di austerità. I partiti estremisti guadagnano terreno se i partiti tradizionali non riescono a offrire alternative.
L’SPD della Repubblica di Weimar, infatti, “vide la propria percentuale di voti diminuire dal 37,9% nel 1919 al 18,3% nel marzo 1933, le ultime elezioni libere. In quel lasso di tempo il partito diventò più centrista che mai, supportando anche politiche economiche deflazionistiche“. Come andò a finire è tristemente storia.

Da quando è iniziata la crisi finanziaria, molti partiti socialdemocratici e socialisti dell’Unione Europea hanno supportato le politiche di austerità e adesso ne stanno pagando il prezzo politico. I Democratici negli Stati Uniti, il New Labour nel Regno Unito e l’SPD tedesco erano fra quelli più entusiasti per la deregolamentazione dei mercati finanziari. L’SPD, poi, promosse il patto di stabilità nell’eurozona negli anni ’90 e la regola del pareggio di bilancio in costituzione in Germania, che è in vigore dal 2011. L’incapacità del partito nell’imparare dalla propria storia toglie il fiato. Mentre l’SPD sostiene a parole l’aumento degli investimenti in infrastrutture, non può realizzare nulla di tutto ciò per via dell’impegno sul pareggio di bilancio.

Alla luce di tutto ciò, Wolfgang Münchau si dice “non sorpreso” che il centro-sinistra in Germania e nel Regno Unito abbia difficoltà a vincere le elezioni. Per quanto riguarda Corbyn, non sappiamo se può farcela. “Quello che sappiamo, però, è che i suoi predecessori moderati non ci sono riusciti, almeno da quando è iniziata la crisi finanziaria. Questo è stato uno dei più importanti eventi economici dei nostri tempi, che ha, inoltre, ridefinito la politica“.
Il Labour di Jeremy Corbyn, poi, è l’unico partito tradizionale europeo che propone grossi programmi d’investimenti (500 miliardi), soluzione che Münchau definisce tutt’altro che “estrema“, “specialmente dopo anni di consolidamento fiscale“. In Germania c’è la Linke. Nel resto del continente bisogna cercare agli estremi dello spettro politico per trovare proposte di questo tipo.
Quindi, quando un partito già radicato, come il Labour, offre un cambiamento nelle politiche macroeconomiche che ha la possibilità di mettere fine al nostro malessere post-crisi, dovrebbe essere preso sul serio.

Per ottenere maggiori investimenti, invece, i cittadini dell’eurozona hanno solo due opzioni:
La prima è l’uscita dall’euro, l’unica via legale che un paese ha per fuggire dai vincoli fiscali che imbrigliano gli investimenti a livello nazionale. È la scelta offerta dai partiti estremisti. La seconda sarebbe un programma d’investimenti in tutta l’eurozona, amministrato centralmente, finanziato dall’emissione di titoli di debito comuni o, più rozzamente, stampando denaro. L’emissione di eurobond e la monetizzazione del debito sono considerati politicamente impraticabili, vista l’opposizione della Germania. Quindi, a meno che uno non scelga la strada dei partiti estremisti, non c’è alcuna possibilità nella realtà.
Per quanto riguarda il programma d’investimento della Commissione Europea, il giudizio di Wolfgang Münchau è durissimo: “uno specchietto per le allodole“, “un’irrilevanza macroeconomica sottofinanziata“.

Come già scritto sopra, la crisi economica ha ridefinito la politica, ed è innegabile. A fronte di ciò, l’auspicio che conclude il pezzo di Münchau è che “le politiche si adattino ai bisogni economici, come accadde negli anni ’80, ma andando in un’altra direzione, questa volta“. Del resto, “il consenso schiacciante verso le politiche ultraliberali e centriste sta iniziando ad andare in pezzi” e questo avrà necessariamente un impatto su come guarderemo a leader tipo Jeremy Corbyn. Una cosa è certa: la sinistra in Europa deve cambiare corso politico e smetterla di cercare di vincere con politiche centriste, che non forniscono risposte ai problemi della nostra contemporaneità.

Nella foto di copertina: Jeremy Corbyn, il leader, appena rieletto, del Labour britannico

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