Rossi Spinelli

Serena Spinelli: “Il nostro percorso per una sinistra plurale, inclusiva e aperta”

Quello di Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti sarà un percorso fatto di storie e di volti, anche in Toscana. Oggi insieme a Enrico Rossi abbiamo annunciato la nascita del nuovo Gruppo consiliare in Regione. Sono felice, entusiasta ed emozionata per la strada che intraprendiamo: sarò capogruppo d’una forza di sinistra, plurale, inclusiva e aperta, attraverso la quale vogliamo recuperare tanti obiettivi che in questi anni sono stati disattesi.

Un’avventura, una sfida su cui sappiamo bene esserci tanto da lavorare, ma per la quale abbiamo la consapevolezza di non essere soli. Tante persone non trovano rappresentanza e coinvolgimento nelle scelte del Partito Democratico, non si riconoscono nella narrazione duale tra chi va veloce e chi è un gufo. Una semplificazione che ha generato sconforto e fatto disinnamorare del nostro partito un pezzo consistente della sua comunità.

Ripartiamo da parole, da ideali e da valori antichi che devono essere declinati nella modernità: penso a un sistema di welfare più presente, politiche di sostegno all’occupazione, la sanità, per la quale in Toscana partiamo senz’altro col piede giusto, che non può rinunciare ad essere un diritto universalistico; penso alle politiche dell’accoglienza che devono rivelare integrazione in tutti gli ambiti delle nostre comunità.

Collaboreremo e dialogheremo con le altre forze di centro sinistra, con il Partito Democratico; lo faremo mettendo al centro i temi del lavoro, della precarietà, dell’inclusione e della giustizia sociale. Richiamiamo tutti coloro che in questi anni hanno smesso prima di capirci e poi di ascoltarci.

Per fare un esempio concreto: non saremmo qui a discutere dell’abolizione dei voucher se ci fosse stata una contrattazione tra i corpi intermedi interessati. O meglio: non saremmo arrivati oggi a toglierli con un colpo di decreto se avessimo avuto la capacità per fare una riforma seria del mondo del lavoro.

Intorno a noi vedo accumularsi fenomeni complessi e problemi che continuano a non trovare soluzioni: disuguaglianza sociale in forte crescita, nel nostro Paese l’1% della popolazione possiede un quarto della ricchezza; povertà in aumento, con 9 milioni di italiani a rischio e 4,6 milioni che già vivono sotto la soglia, cresciuti del 155% negli ultimi 10 anni; la disoccupazione giovanile che continua a rappresentare un dramma e ha raggiunto il 40%; un lavoro troppo spesso privato ancora di certezze, con la crescita dei licenziamenti, ma anche di dignità e di diritti, che per 145 milioni di volte nel 2016 sono stati racchiusi in un voucher, strumento snaturato e cresciuto in maniera esponenziale che adesso va riformato o abolito come chiede la Cgil.

A questo si aggiunge uno scenario europeo e occidentale inquietante, con l’avanzare delle destre sovraniste, xenofobe e populiste. Un fenomeno che, come ben sappiamo, riguarda anche il nostro Paese e cavalca la rabbia sociale dei delusi e degli esclusi. Per questo costruiamo uno spazio a sinistra che torni a parlare d’Europa e del resto del mondo.

E’ intollerabile che in Italia oltre 11 milioni di persone rinuncino alle cure mediche per l’impossibilità di sostenerne i costi. E che allo stesso tempo l’82% dei cittadini giudichi non equo il nostro sistema fiscale. Elementi che ci dicono come siano urgenti politiche incisive sui salari, sulla redistribuzione della ricchezza, sul ripristino del principio di progressività fiscale, peraltro previsto dall’art. 53 della Costituzione. Perché mentre 400mila persone devono restituire gli 80 euro a causa di un reddito rivelatosi troppo basso, si ipotizza una flat tax da 100mila euro per i ricchi stranieri?

Fare la sinistra non vuol dire rispolverare vecchi cimeli, ma al contrario affrontare, oltre ai problemi urgenti, le sfide della contemporaneità e dell’innovazione: le competenze digitali, l’economia della condivisione, le nuove politiche energetiche, i modelli di gestione dei rifiuti, l’investimento nello sviluppo sostenibile e nelle politiche ambientali e urbanistiche.

Non esiste una sinistra innamorata della sconfitta e una che invece vuole vincere.
Esiste una sinistra che possiede gli strumenti per affrontare le sfide del nostro tempo, che dialoga con le associazioni, con il terzo settore, con i sindacati, con il mondo della scuola, delle università e della cultura, e che rappresenta una grande forza popolare, radicata nella società e nei territori.

Una sinistra aperta e plurale, che torni a farsi carico di quelli che sono i problemi e le aspirazioni delle persone, in particolare dei più deboli e di chi è più in difficoltà, per costruire una società più giusta, più equa, con più opportunità e diritti per tutti. E che solo se si pone questo obiettivo trova il proprio senso e la propria possibilità di affermarsi.

C’è molto lavoro da fare per essere interlocutori di mondi che solo in una sinistra aperta e plurale possono trovare risposte alle loro istanze. Per farlo dovremo saper ascoltare, lasciarci contaminare da idee e proposte. Perché quelle da trovare sono risposte nuove per valori antichi e quanto mai attuali: dignità e qualità del lavoro, opportunità uguali per tutti, sanità universale, integrazione, sviluppo sostenibile, istruzione, diritti… e chissà quanto altro ancora.

Nella foto di copertina: Enrico Rossi e Serena Spinelli nella conferenza stampa di presentazione di Art.1-MDP nel Consiglio regionale della Toscana

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