Unioni Civili11

Unioni civili, sembra poco ma è tutto

Mercoledì 11 gennaio ero impegnato nella mia normale quotidianità lavorativa, in ufficio, davanti al computer, ma avevo una sensazione strana rispetto al solito, ero agitato, ansioso e felice allo stesso tempo. Aggiornavo compulsivamente i siti di news per leggere quel fatidico titolo “votata la fiducia”. Onestamente, pur essendo contrario all’uso e abuso della fiducia, è stata la prima volta in questa legislatura in cui ho sperato così tanto nel suo esito positivo. Poi l’ultimo aggiornamento della pagina, ed ecco il titolo tanto atteso: il nostro paese ha una legge che riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso. Mi sono sentito stranito, leggero ed euforico allo stesso tempo, per una svariata serie di motivi.

Non solo perché sono una di quelle persone che aspettava di poter essere riconosciuta finalmente dallo Stato ma anche perché in questi anni ho conosciuto tante persone, tante storie che mi hanno fatto capire come questa sia stata la più grande mancanza normativa e civile della nostra Repubblica. Mi sono sentito euforico anche perché è da 7 anni (da quando ne avevo 17) che milito in un partito, nella speranza di cambiare il mondo, di renderlo migliore, e questa volta di Partito Democratico è riuscito con forza e convinzione a cambiare il nostro paese rendendo oggettivamente e indiscutibilmente migliore la vita di migliaia di cittadini e cittadine.

Ho provato allo stesso tempo due sentimenti contrastanti, pensando, da una parte, ai giovani omosessuali che ora hanno la possibilità di guardare al futuro con più serenità e, dall’altra,  pensando a chi non è più giovane ed ha dovuto passare anni bui in attesa di vedersi “concesso” un diritto che non toglieva nulla a nessuno ma che, banalmente, rendeva la propria vita e quella dei suoi cari finalmente degna e libera. Chissà se le ferite di questa gente potranno mai rimarginarsi. Intanto, a nome di chi per anni non è riuscito, o peggio si è opposto, a legiferare, chiediamo tutti umilmente scusa.

Guardando i video e le foto dei festeggiamenti mi sono venute in mente le immagini drammatiche del passato, di quando spesso in Parlamento si è provato a riconoscere qualcosa di minimo nei confronti delle persone dello steso sesso, dai PACS ai DICO, dai CUS ai DIDoRe, svariati progetti di legge che hanno occupato ore ed ore di litigi e discussioni ma che si sono tutti arenati silenziosamente in Parlamento.

E oggi, dopo che finalmente nel 2013 il PD è riuscito, seppur non vincendo, a portare in parlamento una risicata maggioranza di parlamentari fatta di giovani donne e uomini pronti al passo decisivo, il risultato è arrivato. Dovevamo per forza aspettare un pronunciamento della Corte Costituzionale e ricevere una condanna(nel 2015) dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo, ma oggi abbiamo finalmente tagliato il traguardo, abbiamo deciso di entrare nei paesi civili.

A pensarci bene, è da riconoscere che immenso è stato l’apporto delle donne di questo Parlamento, penso alla Cirinnà, alla Campana, alla Boschi ed a tutte le deputate che in questa legislatura hanno visto aumentare vertiginosamente la presenza in parlamento in rapporto agli uomini, dando con questa legge immediatamente prova che a qualcosa è servito.

E’ certamente una legge ancora monca, è lampante la mancanza di una norma che dia protezione e riconoscimento ai figli, manca del dovere di fedeltà (come se l’unione tra omosessuali non sia seria e credibile come quella tra eterosessuali), manca una seria legge contro l’omofobia (da troppo tempo bloccata in parlamento). Ma certamente rappresenta la prima pietra di un inevitabile cammino verso il totale riconoscimento di diritti e doveri, verso il matrimonio egualitario. Con buona pace di chi, in Parlamento o in piazza al family day, ha dato dimostrazione di essere fuori dal mondo, opponendosi con un vocabolario scurrile e vergognoso e senza capire che l’omosessualità è solo un orientamento sessuale, cioè una delle tante differenza che caratterizzano gli essere umani, si…perché siamo umani.

A tal proposito, uno degli elementi fondamentali che hanno aiutato l’approvazione di questa legge è stato il cambiamento di atteggiamento proprio nel mondo Lgbt che ha iniziato ad opporsi al “Frocio”, con migliaia di piazza colorate e sorridenti che hanno aggregato non solo omosessuali ma anche tantissimi cittadini eterosessuali scesi in campo per prendere la mano dei loro amici e compagni e dire tutti assieme: Italia svegliati!

Non è un’ottima legge. Ma oggi il Parlamento ha dato più diritti, ha fatto diventare finalmente cittadini del mondo una categoria di persone per troppo tempo dimenticate.
Da oggi banalmente un ragazzo o una ragazza potrà tornare a casa e abbracciare il suo fidanzato o la sua fidanzata e avere la possibilità di potergli dire, per davvero: “Vuoi passare la vita con me?
Sembra poco. Ma è tutto.

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