Greta_Ravasio

Greta Ravasio: il riscatto dei giovani

Ho cominciato la mia militanza politica negli anni del liceo quando ho avuto la fortuna di conoscere autorevoli ex amministratori e compagni preparati che hanno saputo trasformare la mia passione per “la cosa di tutti” in impegno civico.

Faccio un passo indietro e mi presento, sono Greta,  ho 23 anni e vengo da Ponteranica, un piccolo paese della provincia bergamasca e sono consigliere comunale.

Nel 2014 è iniziata la mia avventura dentro la grande macchina amministrativa: il consiglio comunale.

Eletta a soli 19 anni poco sapevo di cosa voleva dire amministrare.

Io, che potevo esprimere il mio voto da soltanto un anno e che fino a quel momento mi ero limitata a militare nel circolo locale del Partito Democratico, mi sono trovata con una doppia responsabilità: da un lato essere rappresentativa della mia generazione, obiettivo che mi sono prefissata quando mi chiesero la disponibilità a candidarmi in lista alle amministrative e dall’altro, essere all’altezza degli oneri e onori che essere consigliere comunale comporta.

Parlo di oneri e onori di proposito, riferendomi al ruolo del consigliere comunale perchè ritengo che siano i due aggettivi che meglio rappresentano questa figura poco riconosciuta ma sicuramente necessaria.

Poco riconosciuta perchè mai come oggi il potere dei consiglieri comunali ha perso di significato, in quanto i massimi poteri sono in capo a sindaco e giunta che non sempre riconoscono nel ruolo del consigliere, una figura fondamentale, tanto per l’approvazione delle delibere, quanto per la partecipazione ai processi decisionali.

A tal proposito, se dovessi descrivere in poche parole chi è il consigliere comunale direi senza dubbio, che non è altro che un cittadino con tanta pazienza, grandi orecchie sempre pronte ad ascoltare i bisogni e le richieste dei concittadini,  sangue freddo per  prendere decisioni ponderate e a favore della collettività e infine con  un cuore d’oro per la dedizione e lo spirito di sacrificio.

Essere consigliere ti da la possibilità di fare un viaggio dentro la vita reale, fatta di edifici pubblici da riqualificare, strade da asfaltare, tombini da sistemare, servizi da erogare e migliorare, bandi comunali da presentare e molto altro.

Adempiere a questo compito ti permettere sicuramente di scontrarti con la realtà: con i problemi delle persone, con le loro necessità e i loro bisogni ma anche con la rabbia, la frustrazione, l’arroganza e la cattiveria.

Qualche giorno fa, dopo l’ennesima discussione locale, ho pensato che essere un amministratore  è un gesto eroico e lo è ancora di più se sei giovane, donna e magari di sinistra.

Essere giovani e fare politica non è sempre facile, anzi, non lo è affatto, sopratutto oggi che viviamo  una crisi economica e di valori nella quale i giovani faticano a trovare un posto nel mondo.

Essere giovani significa non essere ritenuti abbastanza esperti e quindi poco pronti anche a svolgere

mansioni amministrative importanti, dover quotidianamente dimostrare di valere più dell’età anagrafica, o almeno stare attenti a non essere utilizzati come manifesto del nuovo che avanza solo a scopo elettorale e allo stesso tempo mantenere la freschezza, la passione e la voglia di fare per cambiare quello che non ci sta bene.

Se essere giovane è tanto difficile quanto bello, ritenersi una persona di sinistra lo è ancora di più perchè il periodo storico-politico che stiamo vivendo è tutto fuorchè semplice; la sinistra negli ultimi anni ha smarrito la strada, lasciando, inevitabilmente spazio ai populismi delle destre che altro non fanno se non cavalcare l’onda di odio e di paura che si respira pesante in Italia e in Europa, agganciando i consensi sopratutto dei deboli e degli ultimi favorendo così i voti di protesta e i voti di paura. La sinistra che voglio io non è quella del PD di Renzi, per questo motivo dopo 6 anni di militanza  ho deciso di abbandonarlo per intraprendere un nuovo percorso dentro Articolo Uno – Mdp dove ho ritrovato tante compagne e tanti compagni, che come me non riconoscevano più nel Partito Democratico la propria casa.

Questa situazione di caos e di crisi generale ha inevitabilmente allontanato tanti ragazzi e tante ragazze, facendo crescere in loro disprezzo e disinteresse nei confronti di tutto quello che definiamo semplicemente politica.

Allo stesso tempo si è rafforzato il desiderio di riscatto che c’è ed è forte, di quei giovani, che come me, non hanno smesso di credere e di sognare in un mondo diverso, un mondo di pace, di fratellanza, di libertà e di giustizia.

Concludo con una frase che ho particolarmente a cuore perchè racchiude il motivo del mio impegno politico:”Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi. Chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese“. (J.F.Kennedy)

 

 

Commenti