Cisterna_Livorno

Incidenti lavoro, Rossi: «È una strage, non solo a Livorno ma in tutta Italia. Che fa il Parlamento? Che fa il governo?»

Gli operai a decine muoiono nei depositi e per le esalazioni.
È una strage. Non solo a Livorno ma in tutta Italia.
Che fa il Parlamento? Che fa il governo? E noi stessi facciamo abbastanza?
Leggo su il manifesto:
“Durante la pulizia e la manutenzione dei silos, adibiti allo stoccaggio di sostanze chimiche o agroalimentari, gli omicidi bianchi sono diventati una costante.
A partire dalla strage del 25 novembre 2006 alla Umbria Olii, in cui persero la vita quattro operai. A Molfetta nel 2008 morirono in cinque per le esalazioni in una cisterna di Tir. A Capua nel settembre del 2010, tre operai morti anche loro per le esalazioni in un silos. A Lamezia nel 2013 dove esplose un silos uccidendo tre operai. In Sardegna nel 2009 ancora le esalazioni provocarono la morte di tre operai in una cisterna petrolifera.
Nel 2014 morirono per le esalazioni delle vasche di un’azienda di rifiuti nel Polesine.
Nel 2008 furono ben sei i morti a Mineo nel catanese mentre pulivano la vasca del depuratore.
Infine, due mesi fa tre operai sono morti a Milano durante la pulizia di un forno”. Riccardo Chiari, il manifesto, 29 marzo 2018.

A questo elenco, forse incompleto, andrebbero aggiunti gli incidenti non mortali, che avvengo sempre negli stessi luoghi e per gli stessi motivi, che producono mutilazioni e invalidità permanenti.
Non è vero che è fatalità.
È invece incuria, lassismo, mancanza di attenzione, mancanza di formazione, sottovalutazione dei pericoli.
La responsabilità è in primo luogo di tutta la classe dirigente, a cominciare dai datori di lavoro e dai dirigenti privati, ma anche dai vertici delle istituzioni pubbliche.
Laddove si lavora con serietà sulla sicurezza, gli incidenti e la mortalità possono essere sostanzialmente azzerati. Così ho visto accadere in molte aziende che hanno fatto di questo tema il loro impegno prioritario. Anche se non può esistere un rischio zero, una sicurezza assoluta. Proprio per questo l’attenzione e l’impegno non devono calare mai.
Oggi ho un incontro con i sindacati e con i tecnici della prevenzione della Regione Toscana.
Dal confronto con tutti loro proporremo nuove iniziative e richiameremo tutti alle proprie responsabilità.

Il lavoro in questi anni è stato svalutato, ridotto a merce, il lavoratore considerato un mero strumento per fare profitti.
La crisi ha spinto a guardare più alla mancanza di lavoro che alla qualità e alla sicurezza del lavoro.
Occorre affermare la scala giusta dei valori e rimettere al primo posto la persona, il lavoratore, i suoi diritti, il suo benessere psicofisico.

E’ il testo di un post di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sulla sua pagina Facebook.
Foto in evidenza: La cisterna nel porto di Livorno, la cui esplosione ha provocato la morte di due lavoratoil

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