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La scarsa partecipazione al voto dimostra quanto il sistema politico sia lontano dai cittadini elettori

Per i referendum sulla giustizia voluti dai Radicali e sponsorizzati da Lega, Forza Italia e Italia viva ha votato nei seggi solo il 21 per cento degli aventi diritto. Per i sindaci un po’ più del 50 %. E’ un primo pessimo risultato della consultazione elettorale di domenica scorsa. E non basta dire che era un risultato previsto. Se mai questa è un’aggravante che dimostra quanto ormai il nostro sistema politico sia lontano dai cittadini elettori. E quanto sciocchi fossero i discorsi di coloro i quali (Lega, Forza Italia. Fratelli d’Italia, Italia viva e altri) sostenevano la tesi per la quale in tempi di pandemia e di crisi economica non ci si può certo occupare di legge elettorale, proporzionale e partiti. Il che lascia prevedere che alle prossime politiche voteremo ancora con il sistema elettorale in vigore, ennesima sottomarca del Porcellum.

E non si tratta solo di un sistema teso a favorire le alleanze e la governabilità (abbiamo visto in questa legislatura come queste alleanze siano saltate il giorno dopo i risultati elettorali e abbiano portato prima due opposte maggioranze nei governi Conte e infine al governo di larghe intese attuale): Il cosiddetto Rosatellum, come del resto i suoi predecessori dal Porcellum in poi sono imperniati su due punti fermi: un abnorme premio di maggioranza per favorire le più ardite alleanze (elettorali, non necessariamente di governo) e l’affidamento dei parlamentari ad improbabili gruppi dirigenti di strane forze politiche spesso altrettanto improbabili (i cosiddetti non partiti).

Mi chiedo se a questo punto il presidente Draghi possa ancora non intervenire sulla sua maggioranza parlamentare. Perché se è vero che lui è stato chiamato per risolvere pandemia e utilizzare al meglio i fondi europei è altrettanto vero che c’è una emergenza politico-istituzionale che parte proprio da questa brutta legge elettorale che sembra fatta apposta per mettere ai margini della politica i partiti veri e soprattutto gli elettori. Le indicazioni di domenica scorsa sono in proposito chiare e ancora una volta allarmanti.

Per il resto sui referendum resta da aggiungere che il loro utilizzo a grappoli abbia dato ad alcuni elettori (tra essi, anche il sottoscritto) un loro utilizzo più vendicativo che propositivo.

Quanto alle amministrative la bassa percentuale di votanti dimostra che la luna di miele con l’elezione diretta dei sindaci sia ormai alle nostre spalle: soprattutto perché vale anche qui la difficoltà di queste forze politiche a individuare candidati credibili. Con due eccezioni: a Genova dove il sindaco uscente Bucci si avvia secondo gli exit poll a vincere al primo turno e Verona dove per il Centro sinistra e alcune formazioni civiche l’ex calciatore Damiano Tommasi potrebbe essere in testa. Lo spoglio delle schede comunque ci sarà solo nel pomeriggio.

Immagine in evidenza: rielaborazione foto da AdnKronos

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