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Per un nuovo Abruzzo, con Giovanni Legnini. La forza vincente del suo progetto

È una strana domenica di febbraio in Abruzzo, il sole si alterna con le nuvole e non fa troppo freddo. Ma non è la solita domenica noiosa alternata fra il campionato di calcio e il riposo, in Abruzzo c’è la campagna elettorale, fra una settimana si vota per le elezioni regionali.

Uno dei candidati alla carica di Governatore mentre in macchina si sposta tra un’iniziativa elettorale e l’altra, trova il tempo per rileggere gli appunti del suo discorso per il prossimo appuntamento, riguarda le foto del bellissimo comizio fatto a Francavilla al mare la mattina con tanto sole e tanta gente, guarda il paesaggio fuori dal finestrino, i campi sulle colline del medio vastese in provincia di Chieti sono bagnati dalle recenti piogge, ogni tanto un raggio di sole pomeridiano che fa brillare l’erba di quelle colline sempre più dolci.

Si è appena concluso un incontro a Castiglion Messer Marino, paese a 1000 metri d’altezza sul Sannio, ora il candidato si sta recando a Gissi, con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, ma in campagna elettorale il ritardo è fisiologico, poi deve andare a Cupello, poi a Vasto, San Salvo, Lentella e, infine, a notte quasi arrivata a Fossacesia. Il candidato mentre viaggia pensa alle responsabilità che la sua scelta comporta, alla fiducia che tanta gente sta riponendo in lui, sempre più gente va alle sue manifestazioni, sempre più persone lo vogliono salutare e abbracciare alla fine di un comizio, c’è un moto nuovo in questa campagna elettorale, il candidato non si mostra troppo sorpreso dall’avanzata, conosce la sua regione e la sua gente, la stessa gente che 15 anni prima lo elesse parlamentare, rieleggendolo sempre, la stessa gente del suo paese, Roccamontepiano di cui é stato un giovane sindaco che lo supporta massicciamente ed entusiasticamente in tutte le competizioni elettorali, i compagni di sempre che sono mobilitati al massimo, le nuove energie, professionalità e personalità conosciute in questi anni che hanno capito dal primo momento la forza di questo nuovo progetto.

Pensa il candidato ai suoi avversari, a quello che stanno mobilitando per vincere, vicepresidenti del consiglio, ministri, ex ministri e ex premier che da settimane invadono la regione per annunciare, urlare e arringare le folle parlando di migranti, Europa, tav, legge di stabilità e altre tematiche nazionali che poco hanno a che fare con i reali problemi delle cittadine ed i cittadini d’Abruzzo. Riflette il candidato sulle questioni affrontate e da affrontare, la ricostruzione, le crisi industriali, le infrastrutture, la sicurezza delle scuole, la sanità, la tutela del paesaggio e dell’ambiente, il rilancio del turismo e altri temi che veramente riguardano la popolazione abruzzese. La macchina è arrivata al prossimo comizio, la gente è lì che lo attende e Giovanni Legnini scende dall’auto pronto a vincere queste elezioni regionali.

Il 10 febbraio si vota in Abruzzo, si elegge il presidente della regione e il consiglio regionale, una partita fino a 3 mesi fa praticamente scontata, il centrodestra avanti al 40% e più, il Movimento 5Stelle al 35% ed il centrosinistra con meno di un quinto dei consensi, una partita persa per le forze democratiche e progressiste, una partita aperta semmai tra la destra e i grillini.

Poi accade che poco prima di Natale scende in campo l’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, scende in campo dopo un appello della maggioranza dei sindaci abruzzesi, scende in campo e ricompatta il centrosinistra, scende in campo e aggrega forze nuove ed esterne, vengono depositate 8 liste a suo sostegno, tante e forti, i militanti del centrosinistra dopo varie sconfitte tornano a darsi da fare con uno spirito diverso.

Il centrodestra, dopo mesi di litigi e tavoli nazionali (dove si è discusso delle elezioni regionali in Abruzzo, Piemonte, Lazio, Basilicata e consiglio d’amministrazione della Rai) sceglie che il candidato del centrodestra in Abruzzo lo deve mettere Fratelli d’Italia che dopo una rosa di nomi seleziona ufficialmente Marco Marsilio, senatore romano dalle lontane origini abruzzesi, la coalizione litiga, il nome non piace a nessuno me le spartizioni si rispettano e sarà lui il candidato, si formano le liste, una, quella del “Popolo della famiglia” non viene ammessa, l’UDC, viene inizialmente cacciata dalla colazione, poi riammessa, ma non tutti i suoi candidati e alla fine presentano cinque ma con un candidato presidente che ormai ha perso autorevolezza si lancia alla scoperta dell’Abruzzo.

Il Movimento 5Stelle ha ripresentato, con “regionarie” ambigue, la candidata di 5 anni fa ma hanno pure loro perso lo smalto di un tempo, alle loro manifestazione non va tanta gente e anche loro hanno fatto male le loro candidature, nella loro lista non c’è nemmeno un candidato aquilano o della valle dell’Aterno, il capoluogo di Regione non viene da loro considerato molto.

L’impressione ad oggi? La partita è aperta anche per il centrosinistra, Legnini senza urlare è riuscito a rimotivare un popolo, parla dell’Abruzzo e degli abruzzesi, non ha bisogno di farsi introdurre da Salvini o da Di Maio ai comizi, la gente sa chi è.

La campagna elettorale si è rivelata agguerrita e coinvolgente, una campagna nella quale Giovanni Legnini è risucito a compiere un piccolo miracolo laico parlando alla testa ed al cuore delle persone e non alla pancia, parlando di virtù come solidarietà, cooperazione e buon senso non parlando di rabbia, odio e rivalità.

Ce la può e ce la deve fare.

Foto in evidenza: Giovanni Legnini, candidato del centro sinistra alle elezioni regionali dell’Abruzzo

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