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Sarà “sempre” legittima difesa: lo Stato, il ministro dell’Interno e la polizia che abdicano dalle proprie responsabilità

Ma davvero la legge sulla legittima difesa, che quasi sicuramente sarà approvata il 26 marzo in via definitiva dal Senato, renderà più sicura, come dice il ministro Salvini, la vita degli Italiani, e soprattutto delle persone perbene? Io credo che sia esattamente il contrario. Siamo dinanzi ad uno Stato, un ministro dell’Interno, che lasciano intendere: d’ora in poi potete difendervi da soli se qualcuno vi viene a rubare in casa o altrove, perchè la difesa della propria famiglia e dei propri beni, in caso di intrusioni di persone armate, sarà sempre, dico sempre, legittima.

Viene meno così tutta una tradizione, una storia antica del diritto penale per il quale finora la difesa dei singoli per essere legittima doveva essere proporzionale all’offesa. Certo alla fine sarà sempre un giudice ad applicare la legge. Ma il legislatore, insistendo su quel “sempre”, prova a condizionare le competenze e lo spazio alla magistratura, non soltanto inquirente ma anche giudicante. Chi ha un’arma in casa si sentirà autorizzato ad usarla con grave rischio anche per i propri familiari e conviventi. Insomma l’invito sembra essere: se hai una pistola usala, se non ce l’haimqncora procuratela.

E questo dovrebbe giovare alla sicurezza delle persone perbene? Ma davvero se un delinquente con le peggiore intenzioni ti entra in casa, la persona perbene è più sicura perchè sa di poter sparare. Io credo che i cittadini, le persone, abbiano il diritto di non difendersi da sole, ma di essere difese dallo Stato, dal ministro dell’Interno e da una polizia che non è fatta soltanto di felpe e divise.
Io credo, anche, che affidando alle singole persone la propria difesa, lo Stato, il ministro e le forze dell’ordine rinuncino al proprio ruolo primario: quello di difendere la sicurezza dei cittadini. La quale non è un diritto privato, ma un dovere pubblico. Almeno in uno Stato di diritto.

Eppure questa brutta legge, è stata approvata ieri in seconda lettura dalla Camera dei deputati e il prossimo 26 marzo, quasi sicuramente, con una rapida ratifica del Senato sarà legge dello Stato. Certo tutto lascia intendere che potrà essere sottoposta al vaglio, probabilmente non benevolo e certamente accorto della Corte costituzionale, viste le evidenti criticità costituzionali. Ma ci vorrà del tempo. E intanto probabilmente la Lega e altre destre ci costruiranno sopra campagne elettorali.
Già perchè alla Camera e anche in precedenza al Senato alla maggioranza gialloverde, un po’ tentennante nella parte dei Cinquestelle, sono venute in soccorso le ruote di scorta di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Nell’aula di Montecitorio sono stati esposti striscioni che recitavano: finalmente qualcosa di centrodestra. Per la verità molto di destra e quasi niente di centro. Almeno stando alla nostra storia politica. Quanto alle titubanze grilline si notavano una trentina di assenze e qualche affermazione del tipo: “E’ una legge della Lega che non ci piace“. Già: “non mi piace, ma la voto“. Un po’ pilatesco per chi doveva cambiare la politica italiana aprendo le assemblee parlamentare come scatolette di tonno, e ora approva una legge che certamente non onora la storia repubblicana.

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