Nanni_Moretti_Santiago_Italia

Sull’orlo di una crisi di nervi

Superati i 50, ho adottato un personalissimo calendario per prevenire la possibile depressione che l’avanzamento dell’età potrebbe comportare.
Ho quindi sostituito il calendario gregoriano con quello mourinhiano non considerando più il tempo in D.C. ma in D.T. (dopo il Triplete).
Ma se si ha la sfortuna – o la propensione al masochismo, a seconda dei punti di vista – di essere di sinistra oltre che interisti, nemmeno questo espediente può funzionare.
Gli ultimi otto anni, infatti, sono stati un continuo susseguirsi di delusioni sportive e politiche con la differenza che male che vada all’Inter arriverà Simeone, mentre se sbagli scelte strategiche e tattiche in politica poi ti ritrovi con Salvini, Di Maio e Conte.

Condannare quotidianamente le nefandezze e scelleratezze del governo in carica è il minimo sindacale per chiunque si opponga. Valutare che al calo di consensi delle forze di maggioranza, soprattutto dei 5S, non corrisponda un simmetrico e proporzionale aumento di simpatie verso le forze di sinistra, pone interrogativi seri e, per certi versi, angoscianti. Milioni di elettori che storicamente orientavano il loro voto a sinistra e che delusi hanno virato verso grillini e Lega (sì, Lega. Tanti, soprattutto operai, votano da anni ormai per il partito di Salvini), difronte all’ennesima delusione non tornano a “casa”. Più che chiedersi perché, ci si dovrebbe chiedere perché dovrebbero? Qual è l’offerta politica innovativa e alternativa (di governo) che PD, MDP, SI offrono? La risposta è semplice: ad oggi, nessuna.

Certo, sottotraccia idee e proposte forti e coerenti esistono ma fanno fatica ad emergere. L’approssimarsi delle elezioni europee, poi, ha generato un forte impulso all’identitarismo, per motivi spesso diversi se non contrapposti, che temo sarà foriero di una nuova sciagura elettorale.
Meno male che Enrico c’è e dalla Toscana è finalmente partita la controffensiva della sinistra, quanto meno quella istituzionale, che sul tema della incostituzionalità del sedicente “Decreto Sicurezza” ha ritrovato unità di intenti e di strategia. Perché il tema è proprio questo: la politica, l’unità dei progressisti, dei riformisti, si costruisce sui contenuti. Sono i contenuti che creano identità, non i leader. I leader – e lo ripeterò fino allo sfinimento, mio e, soprattutto, di chi mi legge – sono coloro che meglio dovrebbero rappresentare la sintesi delle varie anime che compongono l’identità di una forza politica.

In Italia c’è bisogno come il pane di un partito con una chiara e netta identità socialista e ambientalista. Di una forza, cioè, che ha nella sua storia, e quindi ha nel suo DNA, l’attenzione verso i diritti universali a beneficio di tutti. Com’è successo che chi ha inventato il welfare, l’istruzione accessibile a tutti, un’eccellente sanità pubblica, ha reso possibile uno sviluppo industriale, per quanto per alcuni versi contraddittorio, e una crescita economica prepotente debba limitarsi a rivendicare il “salva banche”, il Jobs act o la “buona scuola”? Com’è possibile che chi era capace di trascinare in piazza milioni di persone per condannare la guerra del Vietnam o il golpe in Cile ora si limita ad applaudire Enrico Rossi o a commuoversi per l’ultimo film di Nanni Moretti?
E’ successo ed è possibile quando hai la formidabile idea di trasformare un partito in una S.p.A. in cui non esistono nemmeno azioni privilegiate ed è contendibile da chiunque ci voglia provare. Quando lo trasformi in un comitato elettorale permanente. Quando vuoi imitare l’America e lo fai male, malissimo. Quando decidi che non ce la fai più, vai via, tenti una nuova e ambiziosa avventura politica, ma rimani due anni a sfogliare margherite e a cercare, come Diogene, l’uomo (Pisapia, Grasso, ….).

Ma davvero pensiamo che il nostro futuro dipenda dall’esito delle primarie del PD o dal fatto che Art. 1 si decida a dar vita ad un nuovo partito?
Sono o non sono maturi ed urgenti i tempi perché all’interno delle varie componenti del centrosinistra si avvii una fase Costituente che ridia dignità politica ai temi e non solo alle ambizioni personali?
Iniziamo, magari, dai territori.
Iniziamo ad costruire momenti di confronto unitario che abbiano sbocchi concreti in tempi ravvicinati.
La tornata amministrativa del biennio 2019/2020 potrebbe essere un buon punto di partenza per misurare la volontà di costruire qualcosa di diverso, di nuovo, di veramente inclusivo.

Foto in evidenza: Nanni Moretti in “Santiago, Italia”

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