Toccherà ricostruire. E toccherà a noi.
Non saranno mesi, anni semplici, i prossimi. Non so quanto durerà l’amore per il Truce, ma non immagino poco. Ha i tratti del ‘fascismo eterno’ descritto da Eco, questa adorazione incondizionata per il macho al ministero degli interni, nuovo eroe d’Italia.
L’identificazione del nemico, oggi gli immigrati, domani i burocrati di Bruxelles, dopo domani i ladri da sparare in casa con la pistola a portata di mano. Il debole come bersaglio a cui fare la guerra senza pietà e senza quartiere, fosse anche su una nave militare italiana.
Gli uomini di cultura ridicolizzati dall’uomo della strada, per i vaccini come per i migranti. Il popolo-sineddoche, pars pro toto che fa coincidere i sostenitori delle proprie idee con la totalità del corpo elettorale anzi degli italiani (“Il popolo è con Salvini”, si legge sempre più spesso nella piazza virtuale).
Il popolo elemento qualitativo e non quantitativo: quello che pensa il popolo è ciò che pensa il Truce, perché l’indistinto popolo pensa, come se fosse dotato d’intelletto, come un’unica mente incanalata verso un pensiero unico. Il popolo come un sol corpo a difesa di un superuomo che non ha paura dei limiti della legge, e pertanto sfida i magistrati che lo incriminano.
La semplificazione del linguaggio che nega la complessità del reale: la pacchia è finita e le crociere non terminano più nei porti italiani, e se l’Europa non lo capisce me ne frego e non paghiamo più quello che dobbiamo.
Tratti di una rivoluzione fascista molto più reale e concreta di quanto pensiamo. Finirà, prima o poi, ma intanto si sono gettate le basi per un’involuzione culturale fortissima, che non riguarda solo noi ma i nostri eredi. Quanti adolescenti stanno oggi crescendo nel mito dell’uomo forte che odia i diversi? Quanti stanno riscoprendo concetti che pensavamo sepolti, come razza e xenofobia? Quanti oggi stanno imparando che la cultura non è necessaria per arrivare al potere, anzi spesso è un ostacolo? Quanti nostri figli non hanno gli strumenti per discernere le cazzate che i loro genitori non riescono a filtrare su un social network, ad esempio? Quanto odio sta germogliando negli immigrati di seconda e terza generazione, esclusi ed additati come causa di ogni male italico?
Queste crepe diventeranno presto la frana morale del nostro paese, o forse del nostro continente. Non sappiamo in quanto tempo evaporerà la bolla salviniana, l’ aggressiva destra odierna di arcaiche memorie, che vuole rinchiuderci di nuovo nelle nostre piccole patrie, nel chiuso del nostro particulare, nella somma dei nostri nazionalismi di #PrimaGliItaliani!.
I tempi sono oscuri, ma sappiamo che finirà come sono finiti tutti i fascismi.
E a quel punto toccherà ricostruire.
E toccherà a noi, che oggi capiamo che nessuno si salva da solo e nessuno può arrogarsi il diritto di tenere ostaggi dei derelitti su una nave. Toccherà a noi che oggi ci esponiamo contro la barbarie, senza voce perché la Bestia Truce gioca tutte le parti in commedia, ma che ancora sappiamo indignarci. Toccherà a noi salvare anche chi oggi mette a repentaglio il futuro dei propri figli immaginando mondi chiusi, distinzioni tra razze, Paesi senza cultura. Toccherà a noi pieni di dubbi che interroghiamo quotidianamente la nostra coscienza sullo schifo che stiamo vedendo. Abbiamo noi il dovere di continuare ad informarci, di leggere, capire la complessità del nostro presente, perché siamo noi che avremo la responsabilità di far rinascere la speranza.
Bisognerà riprendere Gramsci: ci sarà bisogno di tutta la nostra intelligenza, di tutto il nostro entusiasmo, di tutta la nostra forza.
I tempi sono oscuri, ma mai come oggi non possiamo tacere.