Pietro-Grasso_Manifesto

Compagni del Pd, dopo l’epurazione niente Aventino: aiutate Liberi e Uguali

Epurazione. Quello che è avvenuto nella notte dei lunghi coltelli del Pd ha un nome preciso, raziocinante e determinato da una precisa volontà: epurare il Partito Democratico dall’ultimo residuo rimasto di cultura politica spiccatamente di sinistra. Azzerare il dibattito, cacciare l’opposizione interna, annullare i dissensi. E’ inutile girarci intorno, a notte fonda Matteo Renzi ha compiuto l’ultimo atto della commedia. Con metodi, elemento non secondario, profondamente mortificanti. Se avrà un buon risultato e se riuscirà nel suo intento, sinceramente, poco importa. Anzi, gli auguriamo un grosso in bocca al lupo. Ma il punto è un altro.

Ai compagni e amici del Pd un ultimo, accorato appello: niente Aventino. Niente rese incondizionate. Avete un’opportunità politica enorme, un dovere che oggi è ancor più importante e complesso di ieri. Date una mano a Liberi e Uguali, a Pietro Grasso e ai tanti compagni di sempre, per portare in parlamento le ragioni e i valori della sinistra. Nessuno vi dirà “ve l’avevamo detto”, nessuno vi dirà “che fine ha fatto la battaglia dall’interno”, nessuno sarà così stupido da non saper leggere la fase delicatissima avanti a noi. Le porte sono e saranno sempre aperte per chi, come voi, condivide gli stessi valori e gli stessi ideali politici, culturali e civici. Ciò che unisce è molto di più di ciò che divide.

La composizione delle liste è da sempre un momento “drammatico”. E politicamente e umanamente. In ogni partito, e Liberi e Uguali non ha pretese di diversità, una componente prevale sull’altra. In ogni partito la scelta dei candidati lascia a casa qualcuno bravo e favorisce qualcuno meno bravo. Qualche scelta calata dall’alto, qualche nome ingombrante da dover digerire, qualche territorio penalizzato. Accade e sempre accadrà. Ma è nelle cose, fa parte nel gioco politico, piaccia o meno. Non ne sono esenti i 5Stelle, non ne è esente Forza Italia, non ne sono stati esenti Liberi e Uguali. Negarlo, sarebbe sciocco.

Ma a nessuno è mai venuto in mente, in una notte e in maniera superficiale, di cancellare da un partito un’idea, una sensibilità, una minoranza. Mai. Sono pratiche che non appartengono alla democrazia, figuriamoci a sinistra. E non si parla solo di nomi, veti e ridimensionamenti. La scelta di Matteo Renzi di recidere i rami scomodi è presa con semplicità, una banalità allarmante. Eliminare la minoranza attraverso l’”epurazione di fatto” delle donne e degli uomini sulle cui gambe quelle idee viaggiavano. E la metodica è chiara: non solo azzerare, ma anche mortificare, scegliendosi da sé la propria opposizione. Si è imboccata la strada della fedeltà, della cieca obbedienza. In un regime democratico, a sinistra soprattutto, ha un sapore luciferino. E’ altresì inquietante, per certi aspetti ripugnante, la reazione mancata di tutti gli altri. La logica “è il capo e le scelte non si discutono” ha definitivamente invaso e pervaso quel partito che in tanti hanno sognato, poi realizzato, poi odiato e amato al contempo, e che dell’idea che fu conserva solo il simbolo ormai vuoto e dai colori sbiaditi.

Che fare? Semplice, nessun Aventino. Questo preoccupato appello va a tutti: parlamentari, dirigenti, militanti ed elettori che nel Pd ci hanno creduto fino all’ultimo e che ora guardano impotenti la sua deriva. Non c’è senso di responsabilità nell’assecondare tutto questo. Non c’è spirito di servizio verso un partito che non è più quel partito. C’è il rischio concreto di scomparire.

Una strada c’è, basta imboccarla. Date una mano, nelle forme e nei modi che ritenete più opportuni, a Liberi e Uguali. La politica non inizia e non finisce in una tornata elettorale. Il mondo, l’Italia, ha un disperato bisogno di sinistra. Costruiamola tutti insieme, ora, oggi e un minuto dopo il 4 marzo. Prima che sia troppo tardi.

Foto di coperrtina: Il manifesto 6×3 della campagna elettorale di Liberi e Uguali

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