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Emergenza scuola pubblica: una sfida per la sinistra

L’Italia è il paese che ha il patrimonio più grande in campo culturale, umanistico e pedagogico al mondo, è il paese dei grandi educatori come Maria Montessori e on Lorenzo Milani e delle più avanzate sperimentazioni pedagogiche, il primo Asilo Nido “Ricovero per lattanti” per i figli delle operaie nasce a Milano nel lontano 17 Giugno del 1850.
Tuttavia, la scuola pubblica italiana è in profonda crisi, mancano strutture, risorse e investimenti, il nostro paese è al 30esimo posto in Europa in spesa pubblica in educazione con appena il 7,9% di spesa, -0,6% negli ultimi 4 anni, dietro di noi c’è solo la Grecia, la media UE è del 10,3%, governano la classifica Svizzera ed Islanda con rispettivamente il 17,2% e il 17,4%. [fonte: Eurostat 2017].

Le riforme della scuola di questi ultimi anni non hanno aiutato, anzi in alcuni casi hanno peggiorato la situazione.
La presunta “Buona Scuola” del Governo Renzi è stata per molti una vera e propria spada di Damocle per la scuola pubblica, osteggiata, criticata e combattuta dalla stragrande maggioranza del cosiddetto “Mondo della Scuola”.
Come dimenticare le centinaia di occupazioni, autogestioni e cortei organizzati dagli studenti in questi anni, o i 618mila insegnanti che hanno scioperato in piazza contro la riforma (legge 107) il 5 maggio del 2015 o il fragoroso blocco degli scrutini fatto dai consigli di classe nell’estate del 2015 o infine le migliaia di assemblee sindacali che insegnati e personale ATA svolgono tuttora per cercare di mettere rimedio ad una riforma fatta di continue scadenze e imposizioni burocratiche, discutibili premialità, carenze di democrazia e compromissioni al corretto clima di apprendimento e insegnamento all’interno della scuola.

Il Partito Democratico che in un tempo non lontano saliva sui tetti per portare solidarietà e sostegno ai ricercatori che scioperavano contro la Gelmini e che organizzava manifestazioni, presidi e stati generali della scuola pubblica sembra scomparso o sembra che abbia dimenticato la propria storia e la propria vocazione, perché la riforma della scuola Renzi-Giannini sembra, anzi è la continuazione della Riforma Gelmini, dove il sistema dell’istruzione pubblico italiano è soggetto ad una progressiva privatizzazione, riduzione di risorse e tentativi di creare scuole di serie A e scuole di serie B, della serie Berlusconi fa le promesse io le mantengo.

La Sinistra, Articolo Uno e tutti noi che militiamo tra le loro fila abbiamo il compito di intervenire, di dare rappresentanza a quel mondo, di fare da megafono a un mare di persone derise, ignorate e danneggiate dagli ultimi governi.
Dobbiamo parlare agli insegnanti incazzati per gli improbabili trasferimenti che hanno subito, dobbiamo affrontare il problema dell’abbandono scolastico nel sud Italia, dobbiamo stare dalla parte delle scuole che sono diventate il presidio sociale per eccellenza nei territori più isolati e nelle periferie più difficili, gli insegnanti sono i nuovi eroi della nostra società, applicano le regole montessoriane per l’inclusione sociale e l’integrazione per i figli dei migranti, trattati alla pari degli altri bambini come meritano di essere trattati, dobbiamo combattere contro il caro libri, diventato un imposizione quasi insostenibile per molte famiglie da parte delle case editrici, dobbiamo dire con la dovuta forza che in un paese dove le scuole pubbliche cadono a pezzi c’è l’urgente bisogno di un piano straordinario per l’edilizia scolastica, dobbiamo dire che 575 milioni di finanziamenti pubblici alle scuole private sono troppi, dobbiamo dire che l’alternanza scuola-lavoro è fatta malissimo, sta creando continui casi di sfruttamento e sta diventando una sorta di tirocinio al precariato, dobbiamo parlare dei NEETS, che sono i 2,2 milioni di ragazze e ragazzi italiani che vanno dai 16 ai 29 anni che non studiano e non lavorano.
Insomma, abbiamo il dovere di entrare in trincea, di difendere e tutelare l’istruzione, dobbiamo costruire il partito della scuola Pubblica, questo è il compito della sinistra.

William Giordano, vent’anni, del L’Aquila, aderisce ad Artico Uno-MDP, è responsabile della sezione aquilana dell’Anpi.

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