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Le elezioni italiane viste dalla stampa estera

Vi proponiamo oggi una rassegna dei commenti della stampa estera sulle elezioni politiche italiane.

La situazione generale, viene riassunta così da Oliver Meiler, corrispondente da Roma della Süddeutsche Zeitung.

[…] Primo, gli italiani hanno principalmente dato il loro voto a due partiti di protesta: il volubile e ideologicamente eterogeneo Movimento 5 Stelle e la Lega, di destra. […] La grande domanda riguarda se esiste la possibilità che questi due partiti anti-sistema possano formare un’alleanza e governare l’Italia. […]

Secondo, sin dal 1994, in Italia il campo della destra è stato il dominio di Silvio Berlusconi, che lo ha inventato e ha tolto i fascisti dal loro isolamento. Adesso, questo campo sta subendo un mutamento culturale e un cambio di leadership. […]

Terzo, i socialdemocratici del Partito Democratico, che hanno governato finora, hanno subito una chiara sconfitta, come c’era da aspettarsi, e una sconfitta storica. […]

Quarto, nessuno dei tre campi politici è in grado di governare da solo.

Commenta invece così Tony Barber, sul Financial Times:

Le elezioni parlamentari di domenica in Italia difficilmente avrebbero potuto consegnare un verdetto più schiacciante sulle mancanze delle classi politiche che hanno governato il paese nell’ultimo quarto di secolo.

Il risultato getta anche dei dubbi sul ruolo del paese nell’iniziativa, attesa da tempo, per una maggiore integrazione dell’eurozona, che dovrebbe essere portata avanti da Francia e Germania. […]

Il paese ha davanti sfide economiche formidabili. Decine di migliaia dei suoi giovani migliori e più brillanti se ne vanno ogni anno. Quando l’economia europea cresce, quella dell’Italia cresce sempre un po’ meno. Quando la recessione colpisce, la ricaduta sull’Italia è sempre più dura. I risultati elettorali non forniscono risposte su come il paese affronterà queste sfide.

Per Stephanie Kirchgaessner, la corrispondente da Roma del Guardian, Matteo Salvini, definito “leader dell’estrema destra italiana”, “esce dall’ombra di Berlusconi”. Il sito della BBC parla di una “lotta di potere” fra 5 Stelle e Lega. E così Daniel Verdú, corrispondente da Roma di El País (“La Lega e il Movimento 5 Stelle si contendono il diritto a governare l’Italia”). Il tutto avviene “in uno scenario senza maggioranze chiare”.

Rubén Amón, sempre su El País, si chiede: “Sono matti questi italiani?” e scrive che gli italiani “hanno deciso di sotterrare i riferimenti convenzionali. Il Cavaliere […] va verso il pensionamento. E Matteo Renzi è ridicolo nel suo ruolo caricaturale di stella fugace e manda il PD nello stesso cimitero dove già risiede il Partito Socialista francese e dove si accumula lo psicodramma della socialdemocrazia continentale […]”.

Secondo Stephen Bush del New Statesman, “i risultati delle elezioni italiane danno un colpo ai piani di riforma dell’UE di Macron”. E poi, il Wall Street Journal: “Un altro colpo per il fragile centro europeo”. Anche per Ishaan Tharoor del Washington Postle elezioni italiane sono un altro colpo all’estrablishment europeo”.

Scrive Tharoor nel suo articolo:

I contorni del nuovo regime sono ancora poco chiari, ma quello vecchio sta certamente svanendo. Gli elettori italiani hanno manifestato il loro rifiuto empatico all’opzione preferita da alcuni: una Grande Coalizione senza amore fra il centro-destra di Berlusconi e il Partito Democratico dell’ex-primo ministro Matteo Renzi.

“Il compromesso e la coalizione, che un tempo rappresentavano il cuore e l’anima della politica continentale, stanno perdendo la loro attrattiva,” ha scritto l’opinionista del Washington Post Anne Applebaum, indicando il malessere attorno alla, da poco confermata, Grande Coalizione tedesca. […]

Un’alleanza populista fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, impensabile solo qualche mese fa, adesso è almeno plausibile. Un altro scenario – una coalizione fra la Lega e Forza Italia di Berlusconi – potrebbe vedere il leader della Lega, Matteo Salvini, diventare il prossimo primo ministro. Anche nella politicamente febbrile Italia, questo rappresenterebbe un colpo di scena notevole.

Per Jason Horowitz del New York Times, “la visione anti-UE ripaga l’estrema destra e i populisti”. Il pezzo di Steffen Dobbert, corrispondente da Roma della Zeit, titola infatti “La vittoria dei populisti”. Anche per il corrispondente da Roma di Le Monde, Jérôme Gautheret, in Italia assistiamo al “trionfo delle forze anti-sistema”.

Sempre su Le Monde e sempre a firma di Jérôme Gautheret, un articolo sul crollo del Partito Democratico di Matteo Renzi, “a terra dopo cinque anni al potere”.

Si parla del crollo renziano anche sul quotidiano catalano La Vanguardia, in un articolo a firma Enric Juliana, dal titolo “Le ceneri di Renzi”, che si conclude così:

Egocentrico, iperattivo, dipendente dai social network, presentò subito un programma cesarista. Marginalizzò l’ala sinistra del partito e la gente del PCI […]. Si creò attorno un circolo ermetico. Era rimasto quasi senza avversari. Berlusconi si avvicinava agli ottant’anni, la Lega Nord sembrava spacciata, il Movimento 5 Stelle si profilava come un avversario comodo, per la paura che faceva l’esperimento alle classi medie. Il PD si stava convertendo in un partito nazionale dall’ampio spettro. Renzi, convinto di sé, pronunciò la fatidica frase di Cesare Borgia: “O Cesare o nulla!”. Volle convertire il referendum della riforma costituzionale in un plebiscito personale e lo perse di venti punti nel dicembre del 2016. Ieri, gli italiani arrabbiati gli hanno dato il colpo di grazia […].

Il film Macron non è fatto per l’Italia, paese che sempre finisce per detestare gli uomini forti. Prima li cerca, poi li defenestra.

A conclusione di questa rassegna, segnaliamo l’articolo di Carlo Florenzi, su Jacobin Magazine, rivista dei socialisti americani, che si concentra sulla rinascita del fascismo in Italia, che, tuttavia, “non è mai andato via”.

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