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Mattarella: la Costituzione, cassetta degli attrezzi della democrazia, il lavoro grande questione sociale

Un discorso breve (una decina di minuti) quello con il quale ieri in televisione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto dagli schermi della televisione agli italiani che si avviano ad eleggere il 4 marzo il nuovo Parlamento. Un discorso che, senza concessioni alla retorica, ha rimesso in ordine quelli che sono e debbono essere i protagonisti e gli strumenti della politica.

Innazitutto le elezioni che sono “una pagina bianca“, la quale deve essere riempita dagli elettori con la loro partecipazione al voto. Poi c’è la Costituzione (peraltro confermta e rafforzata dal voto degli italiani nel referendum del 2016, NdR.), della quale ricorre il settantesimo anniversario e che è e deve restare “la cassetta degli attrezzi” della democrazia e della politica. A servirsene dovranno essere i partiti, con proposte politiche adeguate e concrete che potranno così essere il vero antidoto al populismo e all’antipolitica. E, dopo il voto, toccherà ai partiti e al Parlamento cercare e trovare soluzione al problema del governo.

Un discorso quello del capo dello Stato che non accetta l’idea di un’Italia rassegnata al declino e, magari, rancorosa. Parole improntate sul filo conduttore di un ragionato e sobrio ottimismo verso il futuro. “Non possiamo – ha detto Mattarellalasciarci intrappolare in una sorta di eterno presente, ma dobbiamo guardare al futuro anche se questo può evocare incertezze“. Qui, poi, ha voluto aggiungere che “i cambiamenti vanno governati per evitare che si creino diseguaglianze“. Per quel che riguarda i contenuti Mattarella ha messo in chiaro senza se e senza ma che quella del lavoro “resta la grande questione sociale” che è dinanzi alla politica. Insomma, un discorso realistico senza alcuna concessione alla retorica del trionfalismo permanente.

Al tempo stesso lo sguardo rivolto al futuro deve pur sempre partire dagli strumenti che la storia politica del Paese ha consegnato agli attuali protagonisti. Di qui il richiamo alla Costituzione (“la cassetta degli attrezzi“) e persino il ricordo e l’omaggio ai ragazzi del ’99 della prima guerra mondiale che hanno consentito di dare solide radici alla Patria.
Naturalmente quella di Mattarella è una visione non invasiva del ruolo del presidente della Repubblica, che però gli consente di richiamare i partiti a svolgere fino in fondo le proprie responsabilità in una campagna elettorale che dovrà riportare i cittadini alle urne con proposte concrete e non con proclami, questi sì rancorosi e fuori luogo. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ringraziato Mattarella per le sue parole sottolineandone tre punti: la fiducia nell’Italia che va al voto, la memoria che si lega alla visione del futuro, il chiaro invito alle reponsabilità della politica. A sua volta il presidente del Senato Pietro Grasso che guida la formazione di Liberi e eguali ha sottolineato in sintonia con il capo dello Stato che “la democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e visione del futuro“. Il segretario del Pd Matteo Renzi a sua volta ha definito quello di Mattarellaun discorso bello e condivisibile“.

Foto di copertina: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di Fine anno 2017

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