Pubblico Impiego

Pubblico, sei anni senza contratto

Lo sciopero del 3 maggio che ha registrato un’altissima adesione e la partecipazione di 12.000 lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici alla manifestazione regionale a Firenze è un fatto importante. Il lavoro pubblico si sta mobilitando per chiedere che dopo più dei 6 anni si avviino i tavoli per rinnovo del contratto. Non solo perché questo rappresenta un diritto, sancito anche dalla Corte Costituzionale, ma perché la pubblica amministrazione in questi anni è cambiata, si è trasformata e i cittadini si meritano che questa sia capace di cogliere i loro bisogni nuovi, di sburocratizzarsi, di innovarsi e modernizzarsi.

Questa sfida non può che passare dal rinnovo contrattuale che per sua natura mette in campo strumenti quali la valorizzazione delle eccellenze e delle professionalità, ma che soprattutto segnerebbe un fatto di civiltà per il più grande datore di lavoro del Paese: dare dignità a quei lavoratori che da anni, con dedizione e attaccamento alla cosa pubblica, quotidianamente erogano con professionalità i servizi ai cittadini, spesso ben oltre i propri orari di lavoro, con carichi di lavoro pesanti frutto di anni di blocco delle assunzioni e nonostante una campagna mortificatoria in cui gli errori deprecabili di pochi oscurano il valore di tanti.

La pubblica amministrazione ha bisogno di un cambio di passo: le liste di attesa, le code agli sportelli, le attese per le pratiche sono il segno della necessità di ripensare la macchina pubblica per renderla più efficace. E’ il bisogno che sentiamo tutti noi come cittadini di questo Paese, è il bisogno che sentono i dipendenti pubblici nel loro difficile lavoro di garantire i diritti essenziali per la cittadinanza. E’ una battaglia che va condotta insieme: Istituzioni e Organizzazioni Sindacali. Per questo la dichiarazione del Presidente della Toscana Enrico Rossi sullo sciopero del Lavoro Pubblico è un fatto importante, perché riconosce come il confronto con i lavoratori sia fondamentale per affrontare i processi di riforma, perché nessuno meglio di chi opera nei servizi può capirne i punti di forza e di debolezza. Un modello questo che in Toscana ha avuto un segno positivo nel tempo. Non da ultimo sulla vicenda delle province che, a differenza di quanto accaduto in altre regioni, è riuscita a salvaguardare servizi e lavoro.
Un metodo che ha prodotto buoni risultati deve rappresentare la rotta su cui proseguire in Toscana e soprattutto essere il modello da prendere a riferimento nel panorama nazionale.

Alice D’Ercole è Segretaria Generale della FP-CGIL della Toscana

Il post del Presidente della Toscana Enrico Rossi sullo sciopero del Pubblico Impiego:

“Lo Stato si riforma anche con i lavoratori.
Oggi, sciopero del pubblico impiego in Toscana. È riuscito. I lavoratori chiedono dopo quasi sette anni di blocco di rinnovare i contratti e di riaprire alle assunzione dei giovani.
Io penso che il governo farebbe bene a sbloccare queste trattative. Anche qui c’è bisogno di più giustizia, di modernizzazione, di riconoscimento dei meriti. Se si vuole servizi efficienti per i cittadini lo Stato deve essere un buon datore di lavoro.
Magari cominciando a dare qualcosa di più alle categorie più basse”.

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