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Sogesid, si riaccende la tensione al ministero dell’Ambiente

Nelle ultime settimane sono tornate a riaccendersi le tensioni al ministero dell’Ambiente, culminate con lo sciopero dei dipendenti Sogesid S.p.A., i quali hanno organizzato un presidio sotto il ministero dell’Economia e Finanze, azionista unico della società. Nell’autunno 2018 gli scioperi sono stati innescati dal tardivo rinnovo delle convenzioni che garantiscono ai dipendenti di operare presso il Ministero dell’Ambiente, oltre che dalle manifeste intenzioni del Ministro Sergio Costa di non avvalersi più di loro. Oggi l’incertezza si fa più vaga, meno palpabile, forse più inquietante. Per capirne il motivo dobbiamo ricapitolare quanto è successo negli ultimi mesi.

La Convenzione Quadro tra Sogesid e il Ministero di via Colombo è stata rinnovata nel dicembre 2018, legittimando le singole Convenzioni attuative. Al tempo stesso, il ministro Costa ha ribadito la volontà di cessare nel medio-lungo periodo l’attività dei dipendenti Sogesid presso i propri uffici. In particolare, l’articolo 317 della legge di Bilancio n. 145/2019 autorizza il ministero dell’Ambiente ad assumere 400 funzionari e 20 dirigenti. I nuovi funzionari, oltre a colmare i vuoti lasciati da coloro che raggiungeranno l’agognata pensione, saranno chiamati a sostituire i dipendenti Sogesid. Difatti, l’articolo della discordia prevede “la progressiva riduzione delle convenzioni stipulate per le attività di assistenza e di supporto tecnico-specialistico e operativo in materia ambientale, nella misura fino al 10 per cento nell’anno 2020, fino al 20 per cento nell’anno 2021, fino al 50 per cento nell’anno 2022, fino al 70 per cento nell’anno 2023 e del 100 per cento nell’anno 2024”.

Un vero e proprio smantellamento che prevede l’allontanamento degli impiegati Sogesid, lasciati privi di garanzie per affrontare il concorso di assunzione, costretti a sperare nel riconoscimento di miseri punti collegati all’anzianità di servizio. Uno scenario che comporterebbe la dispersione delle professionalità acquisite dai circa 400 dipendenti Sogesid, consolidate talvolta grazie a 10-15 anni di servizio. Il ministro Costa, quando interpellato sul destino dei lavoratori, risponde che Sogesid garantirà la continuità occupazionale grazie alle nuove commesse che sarà in grado di accaparrarsi sul mercato. Il ministro sembra ignorare che Sogesid non possiede un mercato dove operare perché società in-house solo del ministero di via Colombo e, più recentemente, del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Al contrario, società pubbliche di maggiori dimensioni, come Invitalia, sono in-house a tutta la Pubblica Amministrazione, per cui hanno a disposizione maggiori opportunità.

Gli scioperi dell’autunno 2018 miravano a innescare un tavolo interministeriale e a elaborare un piano industriale che desse garanzia occupazionale ai lavoratori. Lo stallo delle trattative ha provocato la sfiducia nei confronti della RSU aziendale e l’indizione di nuove elezioni, le quali hanno visto l’ingresso di un sindacato autonomo a fianco dei confederali. Si tratta di CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, capace di diventare la lista più votata proprio tra i dipendenti Sogesid dislocati al ministero dell’Ambiente.
CLAP è salita alla ribalta attraverso uno sciopero di fine 2018, a cui non hanno aderito i sindacati confederali, ma dal quale è scaturita una interlocuzione immediata con il gabinetto del ministero dello Sviluppo Economico. Si è, quindi, affermata come sigla poco esperta ma vivace che, basandosi sulla spontanea organizzazione dei lavoratori, riesce a superare l’apparato burocratico che rallenta i sindacati tradizionali. Tale sindacato autonomo osserva il mondo del lavoro da una prospettiva di sinistra e si impegna, facendo leva sul mutualismo operaio, ad organizzare i lavoratori non-organizzati, come precari, stagisti, tirocinanti, disoccupati, e le partite Iva con bassi redditi.

La maggiore esperienza di CISL e CGIL si è combinata alla freschezza di CLAP in modo da riaccendere il conflitto. Tali sindacati dipingono una situazione a tratti disarmante, per cui Sogesid non appare nelle condizioni di assicurare il premio di produzione agli impiegati, dopo che era già stato negato quello dell’anno precedente, mentre una fitta nebbia cala sia sul bilancio sia sul piano industriale. La sopraggiunta qualifica come società in-house anche del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti appare come l’unico tangibile passo in avanti. Al momento, ne è scaturita solo una commessa per cui una ventina di dipendenti Sogesid si occuperanno di digitalizzazione documentale.
Mentre CLAP, CGIL e CISL hanno avviato la procedura di agitazione e convocato uno sciopero per il 10 luglio, UIL, la sigla che conta il maggior numero di rappresentanti nella RSU, rimane invece defilata, come rassicurata dalle vaghe promesse del management.

La tensione, però, è accelerata e, il giorno prima dello sciopero, i lavoratori Sogesid hanno improvvisato un flash-mob presso il ministero di via Colombo durante la conferenza stampa successiva al vertice convocato per risolvere l’emergenza rifiuti che ha investito la capitale. I cori “Lavoro” e “Dignità” hanno risuonato nei servizi giornalistici che hanno trasmesso le interviste al ministro Costa, alla sindaca Raggi e al Presidente  della Regione Lazio Zingaretti. Grazie al flash-mob, il ministro e il capo di gabinetto Pier Luigi Petrillo hanno deciso di ricevere immediatamente una delegazione di lavoratori. Durante l’incontro, che ha meramente confermato le intenzioni del ministro, il capo di gabinetto si è impegnato a convocare il management di Sogesid entro la fine di luglio e ha lasciato trapelare l’importanza di coinvolgere il ministero dell’Economia e Finanze.
Lo sciopero è stato caratterizzato da un presidio sotto il ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui hanno partecipato, tra gli altri, la deputata Chiara Braga, capogruppo PD in commissione Ambiente, il coordinatore di CLAP Francesco Raparelli e il segretario FILCTEM-CGIL Roma, Lorenzo Attimonelli. I delegati RSU hanno ottenuto un incontro con Antonio Malaschini, vicecapo di gabinetto del ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale si è detto sorpreso di quanto rappresentato e ha assunto l’impegno di informare il ministro Giovanni Tria. Ha, inoltre, suggerito di avviare un’interlocuzione con la società e con i ministeri interessati coinvolgendo anche il dipartimento della Funzione Pubblica.

Nel frattempo, la RSU ha inoltrato a Sogesid S.p.A. una richiesta di accesso agli atti per comprendere lo stato di salute dell’azienda e la gestazione del piano industriale. Di conseguenza, la tensione resta alta a causa dello stallo promosso da un Ministro cui non pare interessare la sorte di chi ogni giorno porta avanti l’ordinaria amministrazione degli uffici, e da una società che non pare essere in grado di elaborare prospettive per i propri dipendenti. Un rimpallo ben poco edificante, dove ognuno si impegna a scaricare le proprie responsabilità, mentre uffici che avrebbero dovuto seguire la vicenda sin dal principio appaiono corpi estranei. Solo un’azione collettiva dei lavoratori che porti alla ribalta una vicenda ancora troppo oscura può inchiodare i protagonisti alle proprie responsabilità.

Foto in evidenza: Presidio di lavoratori della Sogesid davanti al ministero dell’Economia

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