Pietro Grasso

Liberi e uguali: la sinistra riparte dalla rivoluzione francese

Una cosa è stata subito evidente alla manifestazione che allo spazio Atlantico di Roma, ha lanciato la lista di Articolo 1, Sinistra italiana e Possibile per le ormai prossime elezioni politiche. “Liberi e uguali” (sarà questo il suo nome lanciato al termine del suo applauditissimo discorso da Piero Grasso) non sarà la ridotta della sinistra rancorosa e massimalista. Quella è soltanto una rappresentazione caricaturale messa in giro da alcuni osservatori politici e concorrenti elettorali. Sarà invece l’occasione per presentare al Paese una proposta politica e programmatica riformista che cercherà di mettere insieme di nuovo il popolo della sinistra, che sconcertato dai contenuti dei provvedimenti e delle proposte degli ultimi governi di centro-sinistra in materia di lavoro, scuola, sanità e di legge elettorale, o non va più a votare o rischi a di diventare terreno di conquista della destra.

Una cosa che risalta è che alla parola “sinistra” non c’è alcun riferimento nel nome della nuova lista elettorale. E questo perchè una sinistra seria non ha bisogno di autonominarsi per essere tale. Contano piuttosto i contenuti e le proposte programmatiche. Le quali sono tutte di sinistra senza se e senza ma. Valgono i riferimenti del discorso di Grasso alla Costituzione. Soprattutto alla seconda parte dell’articolo 3: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
E il presidente del Senato, l’ex magistrato Pietro Grasso, aveva subito messo in chiaro che avrebbe sì parlato di giustizia, ma di giustizia sociale. Quella che, come aveva spiegato prima Roberto Speranza, è stata messa da parte dalle scelte politiche sul lavoro che hanno alimentato prima il precariato che ora è diventato senza mezzi termini “sfruttamento“.
Per il resto Grasso ha rivendicato fino in fondo il suo diritto ad avere le sue idee, spiegando che sono state proprio queste a portarlo ad abbandonare il gruppo parlamentare del Pd a palazzo Madama. E poi riguardo al suo ruolo nella nuova lista ha scandito: “Io ci sono!” Aggiungendo subito dopo: “per cambiare con voi questo Paese“. Confermando, così, che non ci sarà un uomo solo al comando di quello che nei tempi strettamente necessari potrebbe diventare un nuovo soggetto politico, in grado di offrire alle categorie più deboli del Paese le proprie scelte e proposte anche di radicalità. Perchè quello che sarà veramente il voto utile sarà quello a chi propone di colmare le troppe dieguaglianze sociali.

Insomma c’è un vuoto politico e programmatico a sinistra e nel centrosinistra che Liberi e uguali può provare a coprire senza bisogno di inutili massimalisti. Sta anche in questa convinzione la scelta del nome che riassume due concetti cari alla Rivoluzione francese: la libertà e l’uguaglianza che sono indispensabili per ristabilire un nesso di solidarietà con quei cittadini che hanno visto sempre più ridursi i propri spazi di partecipazione politica alle scelte di quella che si dichiarava la sinistra e che da tempo è sembrata succube nei confronti delle retoriche neoliberiste. Laddove è invece chiaro che senza l’intervento pubblico politiche di sviluppo e creazione di nuovi posti di lavoro non riescono ad essere efficaci.
Quasi in omaggio al brocardo latino per il quale “de minimis non curat praetor“, di Renzi e del Pd i protagonisti della manifestazione dell’Atlantico hanno parlato pochissimo, concentrando, invece, tutta la propria attenzione sui contenuti. Compresi quelli di politica internazionale. Grasso ha messo in chiaro da subito che la scelta europea ed europeista della nuova lista non è in discussione. Così come ha detto che va messo invece in discussione, e va cambiato, l’accordo con la Libia sulla gestione dei migranti, il cui numero sarà anche diminuito in misure rilevanti, come menano vanto il ministro dell’Interno e il Governo. I quali però non spiegano che sorte hanno quelli che prima, fuggendo da teatri di guerra venivano salvati, e ora sono invece affidati alle cure della guardia costiera libica.

Nella foto: Sala strapiena e pubblico anche fuori a seguire dai teleschermi la manifestazione

C’era molta gente alla manifestazione dell’Atlantico. Molti sono rimasti fuori dal teatro (3.500 posti) rivelatosi insufficiente per tutti i partecipanti. Tant’ è che molti hanno dovuto accontentarsi di seguire la manifestazione da schermi allestiti fuori della sala. Forse la prossima volta sarà il caso che gli organizzatori provino ad osare di più. Comunque si può tranquillamente dire: buona la prima. E ottima la coesione tra Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Con Speranza che ha, tra l’altro, cercato di riportare al centro del dibattito politico la questione meridionale, chiudendo il suo discorso con una bella citazione di Rocco Scotellaro; Fratoianni che ha sottolineato come punto di forza proprio la forte coesione tra i tre soggetti fondatori della lista; e Pippo Civati che ha tenuto a spiegare come alcune parole (Libertà, eguaglianza socialismo) sono parole antiche e come tali non vecchie ma sempre attuali.

Nella foto: La “squadra”: Roberto Speranza, Pietro Grasso, Nicola Fratoianni, Pippo Civati

Nell’immaginario poetico di Giosuè Carducci (ultimo sonetto del Ca ira) era Volfango Goethe a dire, a proposito della rivoluzione francese, che di li cominciava “la novella storia“. In pratica nascevano le democrazie e lo stato moderno. Chissà se, in tempi di macronismo a buon mercato, la sinistra riformista, non massimalista ma con le sue fondate radicalità, non possa ripartire da “Liberi e uguali“, per riscrivere la propria storia, tutt’altro che vecchia, ma con radici antiche e forti.

Nella foto di copertina: Pietro Grasso durante l’intervento che ha chiuso la manifestazione di Articolo Uno-Mdp, Sinistra Italiana e Possibile che ha dato vita a “Liberi e uguali”

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