Teatro Vittoria

Un treno chiamato desiderio. Di socialismo

Ci siamo. Oggi o al massimo domani mattina, centinaia di donne e uomini prenderanno un treno, un treno per Roma. Visitare la Città Eterna è sempre emozionante, ma all’emozione che suscita la visione della “grande bellezza” se ne aggiungerà un’altra: la manifestazione indetta da tempo per la presentazione ufficiale della candidatura di Enrico Rossi alla segreteria del PD, sarà anche la manifestazione unitaria della sinistra democratica per dire con forza che vogliamo un altro PD. Non un’altra formazione politica. Il PD abbiamo contribuito a fondarlo, abbiamo pensato e voluto che fosse una formidabile ed originale esperienza politica, unica in Europa, dove i progressismi di qualsiasi matrice si unissero e coniugassero gli irrinunciabili e attualissimi valori del cristianesimo sociale e del socialismo riformista.

Lo abbiamo detto e scritto più volte, ma ribadirlo, alla vigilia di questo decisivo appuntamento, che precederà di un giorno l’Assemblea Nazionale del partito, giova soprattutto per capire qual è la reale posta in gioco. Ribadire, per l’ennesima volta, che la nostra piattaforma non nasce per contrapporsi a qualcuno, ma per denunciare i limiti della sinistra nell’analisi e nella denuncia dell’aggressività e del pericolo rappresentato dal capitalismo finanziario, dalla necessità di costruire un nuovo blocco sociale che interpreti e rappresenti gli interessi e le ansie dell’impresa che produce innovando, dei lavoratori, dei precari, dei giovani, del sud. Che garantisca protezione senza dover generare paure, che non si limiti ad accogliere ma ad integrare, che garantisca a tutti la possibilità di accedere agli irrinunciabili e inviolabili diritti universali, che operi una equa redistribuzione delle ricchezze partendo dall’assunto che Briatore e Cipputi hanno una diversa capacità finanziaria e diversa disponibilità a sostenere spese come, ad esempio, l’IMU. Se è questa la posta in gioco, e lo è, ridicole e irrilevanti sono le dispute sui destini personali di questo o quel dirigente, sulla volontà o meno di “seppellire” o “asfaltare” gli avversari interni.

Nella foto: Enrico Rossi, insieme a Michele Emiliano e Roberto Speranza. Domani al teatro Vittoria di Roma.

Siamo chiamati all’ultimo appuntamento utile, quello che inciderà sul destino di una comunità e su quello che questa, oggi, rappresenta: l’unica possibilità di salvezza e di futuro per il Paese. Senso di responsabilità, onestà intellettuale e politica, dovrebbero consigliare a tutti di individuare tempi e modi adeguati per confrontarsi e trovare, nel caso, una sintesi alta. Una sintesi che permetta a tutti noi di tornare a riconoscersi in valori e idee condivise. Costruire una casa comune che, come ricordava lo stesso Fassino nell’ultima direzione, sappia motivare migliaia di militanti a tornare nelle strade, ad andare casa per casa.

Furono, queste, le ultime parole che Enrico Berlinguer pronunciò in quell’assurda serata fredda di giugno del 1984. Non furono solo le ultime parole di un comizio, furono tra le ultime parole della sua vita. Non si tratta, però, di nostalgia per il socialismo o per i partiti e le politiche del secolo breve. Si tratta della dolorosa nostalgia per la passione che animava migliaia di donne e di uomini. Si tratta dell’amara constatazione che abbiamo buttato via il bambino con l’acqua sporca.

Domani a Roma si parlerà di socialismo. Domani a Roma si parlerà dell’unica via, dell’unica risposta possibile per tentare ancora di coniugare sogni e realtà. Domani a Roma si porranno le basi per costruire un nuovo concetto di Democrazia. Domani a Roma discuteremo di tante cose, discuteremo di Politica. Sui treni, nelle auto, sui pullman, saliranno persone con emozioni diverse ma con un’unica e comune aspettativa: iniziare un percorso per un partito plurale che si riconosca in ideali e non solo in uomini. Domani a Roma ci aspetta una bella e allegra festa di militanti, non di congiurati. Domani Roma sarà l’incubatrice di una nuova classe dirigente, non di un gruppo di potere. Domani Roma sarà bellissima.

Nella foto di copertina: Lavori in corso per allestire il Teatro Vittoria di Roma per la manifestazione politica più importante dopo la nascita del Pd.

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