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Viaggio nella Gran Bretagna dell’austerità / Prima parte

Traduzione del reportage di Peter S. Goodman pubblicato sul New York Times con il titolo “In Britain, Austerity Is Changing Everything” (28 maggio 2018). Prima parte.

PRESCOT, Inghilterra – Una camminata attraverso questa modesta città nel nordest dell’Inghilterra corrisponde a un tour delle vittime dell’era dell’austerità in Gran Bretagna.

Il vecchio edificio della biblioteca è stato venduto e riconvertito in una casa di lusso con la facciata in vetro. Il centro ricreativo è stato raso al suolo, eliminando così la piscina pubblica. Il museo locale è stato relegato nel passato della città. La stazione di polizia è stata smantellata.

Adesso, mentre l’amministrazione locale cerca disperatamente di trasformare i propri beni in soldi, anche Browns Field, un parco rigoglioso nel centro della città, potrebbe essere spacciato. Durante un incontro tenutosi a novembre, il consiglio lo ha incluso in una lista di diciassette parchi da vendere agli imprenditori edili.

“Tutti usano questo parco,” dice Jackie Lewis, che ha cresciuto due bambini in una casa in mattoni rossi a un isolato di distanza. “Questo, probabilmente, è il nostro ultimo spazio comune. Ci sono stati tolti uno dopo l’altro. Finisci per sentirti scoraggiato”.

Negli otto anni in cui Londra ha iniziato a tagliare di netto i fondi per le amministrazioni locali, il distretto di Knowsley, una zona dormitorio di Liverpool, si è vista praticamente dimezzare il budget. Liverpool stessa ha subito un taglio di quasi due terzi nei finanziamenti da parte del governo nazionale – la sua più grande fonte di entrate. Altre comunità in gran parte della Gran Bretagna hanno assistito a perdite simili.

Per una nazione con una lunga storia di generosità pubblica, la campagna protratta di tagli al budget, iniziata nel 2010 per mano del governo a guida conservatrice, ha portato a enormi cambiamenti nella vita britannica. L’ondata di austerità ha generato un paese che si è abituato a fare con meno, anche se molti parametri che misurano il benessere sociale – tasso di criminalità, dipendenza da oppiacei, mortalità infantile, povertà infantile e numero di persone senza fissa dimora – indicano che la qualità della vita si sta deteriorando. […]

Entro il 2020, le misure già prese produrranno tagli ai programmi di welfare per più di 27 miliardi di sterline all’anno – se si fa il paragone con il decennio precedente – o quasi 700 sterline l’anno per ogni persona in età lavorativa del paese, secondo un rapporto del Center for Regional Economic and Social Research della Sheffield Hallam University. A Liverpool, le perdite raggiungeranno le 900 sterline all’anno per ogni persona in età lavorativa, afferma lo studio.

Il governo ha creato miseria”, afferma Barry Kushner, consigliere laburista di Liverpool e membro del gabinetto per i servizi sociali. “L’austerità non ha niente a che fare con l’economia. Significa abbandonare lo stato sociale. Significa che la politica abbandona le persone vulnerabili”.

I leader dei Tory dicono che l’austerità è guidata semplicemente dall’aritmetica – e non c’è nulla di più grandioso.

È l’ideologia del due più due fa quattro”, dice Daniel Finkelstein, un membro conservatore della camera alta del parlamento, la Camera dei Lord, e un opinionista del Times of London. “Non è stata guidata dal desiderio di ridurre la spesa per i servizi pubblici. È stata guidata dal fatto che avevamo un enorme problema di deficit e il debito era destinato a continuare a crescere”.

Qualsiasi cosa si pensi, i frutti dell’austerità sono palpabili e onnipresenti. L’austerità ha modificato la società britannica, rendendola meno simile al resto dell’Europa occidentale, con le sue generose reti di sicurezza sociale e la sua etica egalitaria, e più simile agli Stati Uniti, dove milioni di persone non hanno accesso al sistema sanitario e la perdita di lavoro può far cadere totalmente in disgrazia.

Così come gli Stati Uniti reagirono alla Grande Depressione degli anni ’30 costruendo un sistema pensionistico nazionale e garantendo l’assistenza sanitaria ad anziani e poveri, la Gran Bretagna reagì al trauma della Seconda Guerra Mondiale forgiando lo Stato sociale. Gli Stati Uniti hanno costantemente ridotto i sussidi dalla Rivoluzione reaganiana degli anni ’80. La Gran Bretagna ha ridotto i propri programmi nello stesso periodo, sotto la leadership di Margaret Thatcher. Tuttavia, la sua rete di sicurezza rimane robusta per gli standard mondiali.

Poi è arrivato il panico finanziario globale del 2008 – la regressione economica più paralizzante dai tempi della Grande Depressione. […]

Mentre l’economia globale adesso si trova di fronte a una transizione straziante – con lavori itineranti che rimpiazzano posizioni a tempo pieno e i robot che sostituiscono il lavoro umano – l’esperienza britannica genera dubbi sulla durata del modello di welfare tradizionale. Mentre il capitalismo occidentale si trova di fronte a profondi dubbi sulla giustizia economica, le persone vulnerabili aumentano sempre di più.

I leader del partito conservatore all’inizio avevano spacciato i tagli al budget come una virtù, introducendo ciò che chiamavano Big Society. Rimpicciolisci il ruolo di una burocrazia governativa tronfia, sostenevano, e le associazioni, gli enti benefici e le aziende private sarebbero passate in primo piano, rivitalizzando le comunità e offrendo servizi pubblici più efficienti.

In un certo senso, lo spirito di volontariato si è materializzato. Nelle biblioteche pubbliche, i volontari adesso superano lo staff retribuito. Nelle comunità in difficoltà, i residenti hanno creato banchi alimentari, mentre distribuiscono uniformi scolastiche di seconda mano. Ma per molti, in Gran Bretagna, questo significa dare fuoco alla propria casa e poi godersi lo spirito di comunità quando i vicini vengono di corsa per aiutare a spegnere le fiamme.

Molti vedono la Big Society come un altro slogan politico – ormai da tempo abbandonato dai Conservatori – che è servito per giustificare un programma di austerità che ha portato avanti i cambiamenti scatenati negli anni ’80 da Margaret Thatcher.

Stiamo facendo dei tagli che, penso, Margaret Thatcher, negli anni ’80, avrebbe solo potuto sognarsi”, ha affermato Greg Barker in discorso nel 2011, quando era un parlamentare conservatore. […]

La  non ha subito l’austerità come la Grecia, dove i tagli sono stati veloci e draconiani. Invece, l’austerità britannica è stata come un sanguinamento lento, anche se il prezzo pagato è stato significativo.

I governi locali hanno avuto un taglio nelle entrate di un quinto dal 2010, dopo aver riscosso le tasse, secondo l’Institute for Fiscal Studies di Londra.

A livello nazionale, la spesa per le forze di polizia è crollata del 17% dal 2010, mentre il numero di agenti di polizia è sceso del 14%, secondo un’analisi dell’Institute for Government. La spesa per la manutenzione delle strade si è ridotta di più di un quarto, mentre il sostegno alle biblioteche è sceso di quasi un terzo.

Il sistema giudiziario ha eliminato quasi un terzo del suo staff. La spesa per le prigioni è precipitata di più di un quinto e le aggressioni violente nei confronti delle guardie carcerarie sono più che raddoppiate. Il numero di anziani che ricevono assistenza finanziata dal governo – che permette loro di rimanere a casa – è diminuito di quasi un quarto.

In una realtà alternativa, questa brutta pagina di storia potrebbe finire, adesso. Le misure di austerità sono state imposte per eliminare il deficit nel budget, e l’anno scorso, la Gran Bretagna finalmente ha prodotto un modesto surplus.

Ma la realtà al momento è dominata dalle preoccupazioni per l’imminente addio all’Unione Europea – la Brexit – che farà stagnare la crescita per i prossimi anni. Nonostante le principali economie mondiali siano cresciute, ultimamente, quella britannica è cresciuta appena nei primi tre mesi del 2018. Il tasso di disoccupazione è di poco sopra il 4% – il livello più basso dal 1975 – tuttavia molti salari rimangono più bassi rispetto a un decennio fa, dopo aver calcolato i prezzi in aumento.

Nelle distese operaie dell’Inghilterra del nord, in posti come Liverpool, la storia moderna tende a essere raccontata con la cadenza di un lamento, come la storia di una vergogna dopo l’altra. In queste comunità, il nome della Thatcher è un epiteto e l’austerità è l’ultimo nemico: i banchieri di Londra hanno creato una crisi finanziaria, moltiplicando la propria ricchezza attraverso scommesse spericolate; poi i politici di Londra hanno utilizzato il deficit di bilancio come una scusa per tagliare la spesa per i poveri, mentre offrivano tagli alle tasse delle grandi aziende. Robin Hood al contrario.

È chiaramente un attacco alla nostra classe”, dice Dave Kelly, un muratore in pensione di Kirkby, nella periferia di Liverpool, dove molte industrie adesso sono vuote, monumenti in rovina di un’altra epoca. “È un attacco a quello che siamo. L’intero tessuto della società sta andando a pezzi”.

Foto: Andrea Bruce per il The New York Times

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