Schultz Merkel

Wolfgang Münchau: l’SPD ha bisogno di un periodo di riflessione, all’opposizione

Alla luce del risultato delle elezioni tedesche, riproponiamo un articolo di Wolfgang Münchau del 17 settembre, pubblicato sul Financial Times, sugli errori dell’SPDMünchau preconizzava un “imminente disastro” per l’SPD, cosa che domenica si è puntualmente verificata: il peggior risultato dal 1945!

L’imminente disastro elettorale per il partito socialdemocratico tedesco mi ricorda la nota definizione della follia: fare sempre la stessa cosa aspettandosi dei risultati diversi. L’SPD ha perso le tre precedenti elezioni posizionandosi al centro, già abbastanza affollato nel panorama politico tedesco. Con Martin Schulz come nuovo leader perderà ancora una volta.

Quando Schulz è andato in tv per il dibattito pre-elettorale con Angela Merkel, sembrava che stesse parlando al suo capo. Era rispettoso, desideroso di trovare punti d’accordo. Gli ultimi sondaggi danno l’SPD fra il 20 e il 23%. […]

Cosa sta andando storto? L’SPD un tempo era una delle grandi forze della politica tedesca. È colpa del candidato? Non ne sono certo. Schulz è il miglior oratore che il partito ha avuto dai tempi di Gerhard Schröder. Potrebbe aver sottostimato la “gabbia di matti” che è la politica tedesca, avendo passato buona parte del suo tempo a Bruxelles. Ma il declino dell’SPD non è colpa di un singolo individuo. E non è iniziato quest’anno.

La ragione profonda è insita nel fallimento collettivo del partito nel trarre le giuste conclusioni su due eventi economici cruciali del nostro tempo: la globalizzazione e la crisi finanziaria dell’eurozona.

I socialdemocratici parlano molto di giustizia sociale ma non hanno cambiato le loro posizioni neoliberiste sull’economia dai ruggenti anni ’90 e dai primi anni 2000. Sostengono in maniera acritica le regole fiscali dell’Unione Europea e credono che i governi debbano arrivare al pareggio di bilancio il più delle volte.

Il mix di conservatorismo economico e liberalismo sociale ha funzionato per Schröder, cancelliere dal 1998 al 2005. Ma il declino dell’SPD era già iniziato. Il successo di Schröder e quello di Tony Blair nel Regno Unito hanno portato l’attuale generazione di opinionisti politici alla conclusione che la sinistra può vincere solo dal centro. […]

Quello di cui ha bisogno oggi l’SPD è un periodo di riflessione – all’opposizione. […] I suoi leader non hanno avuto l’occasione di pensare a fondo alla globalizzazione. Fino ad oggi la Germania ha beneficiato dalla globalizzazione e della sua posizione unica nell’eurozona. Ma la Germania potrebbe presto entrare in una fase diversa. […]

L’impatto sociale negativo della globalizzazione, chiaramente visibile negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia, ma non ancora in Germania, presto si manifesterà anche lì. Un partito socialdemocratico intelligente dovrebbe riflettere su questo trend e prepararsi.

Dovrebbe anche riflettere sul futuro dell’Europa in maniera più profonda. Nel dibattito televisivo fra la Merkel e Schulz non si è discusso minimamente sulla futura architettura dell’Unione Europea e dell’eurozona. […]

Il mio consiglio per l’SPD è di smetterla di concentrarsi su tattiche miopi per vincere le elezioni, ma di cominciare a pensare approfonditamente a una strategia per vincere le prossime.

Nella foto di copertina: Martin Scultz e Angela Merkel

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