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La ventata razzista e neofascista che flagella l’Europa

Il successo di Norbert Hofer, leader del Fpoe, partito xenofobo di estrema destra, nel primo turno delle presidenziali austriache non è’ che l’ultimo segnale della ventata razzista e neo-fascista che sta flagellando l’Europa. Partiti estremisti di destra sembrano avere preso la testa della volata elettorale in Francia, si sono affermati in alcuni paesi del Nord Europa, hanno scelto modelli razzistici-qualunquistici con Nigel Farage in Gran Bretagna, insidiano la Merkel in Germania. Per tacere di quel che accade nei paesi che un tempo facevano parte del sistema solare sovietico. Polonia e soprattutto Ungheria appaiono vere roccaforti di una nuova destra estremista. Questi movimenti e alcuni dei governi che dirigono non si limitano alla propaganda xenofoba, ma realizzano, o spingono a realizzare, misure odiose fino alla creazione di barriere in un’Europa che perde la sua identità unitaria. Il voto austriaco, se confermato al secondo turno, vedrà le polizie italiana e austriaca fronteggiarsi sul confine del Brennero.

UN SALTO ALL’INDIETRO PAZZESCO –  Questa situazione nasce dal crescere della paura dell’invasione dal Sud: Africa a alcuni Stati arabi in disfacimento. Una paura accresciuta dal terrorismo i cui protagonisti sono figli o nipoti di immigrati. Dalla modificazione antropologica di molte città europee. Nasce dalla paura dei “ricchi”, ma soprattutto dalla paura dei poveri. Furono in questi ambienti che le forze fasciste e naziste, e le destre post-seconda guerra mondiale pescarono i militanti più arrabbiati. È’ il bianco povero o impoverito il riferimento di Donald Trump negli USA. La sinistra a questo punto dovrebbe risentire la attualità di un’antica frase dei classici: ” de te fabula narratur“.

DA ROTTAMARE LA SINISTRA CON POCHI PENSIERI –  La sinistra è’ un concetto unitario che non trova più rispondenza nella realtà. C’è’ una sinistra affascinata dal liberismo, succube del mantra della governabilità ad ogni costo che fa sue le scelte anti-immigrati della destra più moderata. L’obiettivo è bloccare, contenere, proteggere in qualche modo le frontiere. C’è’ una sinistra, invece, dell’inclusione totale che si porta addosso il complesso di colpa dell’Occidente vorace e cerca di caricarsi tutti sulle spalle. Ciò che non deve essere in discussione, ovviamente, è’ il dovere di accogliere chi fugge dalla guerra e dalla fame. Chiunque entri, e in qualunque modo entri , sul nostro suolo deve essere accolto con generosa umanità. Il tema sono le politiche del futuro accompagnate da uno spregiudicato discorso sulla inarrestabilita’, nel breve periodo, di questo flusso di esseri umani. Questo chiede una sinistra di governo ma anche di valori, questo chiede una sinistra che progetti. Un solo esempio. In Francia agli immigrati sono state date le periferie che oggi circondano il cuore di Parigi. Ad Oslo gli immigrati vivono nel centro di città i cui abitanti nativi si sono trasferiti in sobborghi accoglienti. Due strategie sbagliate. Tuttavia nessuno qui da noi parla di come intervenire sulle città. Parliamo di ” campi”, di roulottes, ma non di luoghi interrazziali, del loro modo di amministrarli di modo che non diventino ne’ ghetti ne’ focolai di rivolta islamista. È’ una sinistra con pochi pensieri e ben minori sentimenti che va rottamata. A volare basso si vede poco. Ci vuole un Galileo della politica che punti il cannocchiale all’inverso e ci faccia vedere il mondo in cui siamo.

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