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Meglio Falcao di Belotti

Sarà perché sono interista – lo so, l’abbinamento uomo di sinistra/interista è da sfigati più di qualsiasi personaggio sfigato di Woody Allen – sarà perché ho la presunzione di capirne un po’ di calcio – un passato da allenatore all’associazione Madonnina del Grappa di Rifredi, Firenze – ma non credo che al PD serva trovare un “Belotti”. Ciò che manca, proprio come alla Beneamata, è un vero regista, un playmaker, un Pirlo o, meglio, un Paolo Roberto Falcao, mia vera passione calcistica di sempre.

Così come è capitato a Peppino Caldarola, anch’io sono rimasto sconcertato dall’intervista al “Corriere della Sera” di Pierluigi Bersani. Comprendo perfettamente tutte le ragioni dell’amarezza che lo pervadono in questo momento, condanno il modo villano a cui ricorrono spesso alcuni Renzi boys e, a volte, lo stesso Segretario/Presidente del Consiglio, per stigmatizzare posizioni politiche critiche nei confronti del Governo e della sua azione. Però su una cosa dobbiamo intenderci subito, prima che sia troppo tardi non solo per il PD ma per il futuro della sinistra in questo Paese, e cioè rispondere a questa domanda: Renzi è il nemico da abbattere, da uccidere politicamente, o è la punta di diamante di un’idea di Partito e di Sinistra non pericolosa per la democrazia, ma inadeguata rispetto alle sfide a cui la sinistra a è chiamata a rispondere? E quando parlo di “punta di diamante”, non mi riferisco a presunti personaggi ed interessi occulti che dietro la sua figura si nascondono e agiscono. Parlo di dirigenti storici che sull’idea astratta di “partito liquido”, sull’identificazione necessaria tra segretario e premier, hanno inteso costruire il PD, e insistono ancora oggi su questi aspetti nonostante la storia di questi ultimi anni, e il presente, ci abbia dimostrato che una costruzione di questo tipo non regge. Sono argomenti cari allo stesso Bersani anche se durante il suo mandato di segretario poco o nulla è stato mai fatto in merito. E’ sconcertante l’immagine della pacca sulla spalla a Di Battista che gli annuncia quanto “si stanno facendo il mazzo per il NO”.

Personalmente, al posto di Bersani, considerata l’arroganza e il disprezzo manifestati dai grillini in occasione del suo tentativo di dialogo all’indomani delle ultime elezioni politiche, avrei consigliato a Di Battista e alla nutrita pattuglia di parlamentari dei 5S di farsi il mazzo su qualche libro di grammatica e sintassi, per poi cimentarsi (gradualmente, per evitare il rischio di chock anafilattico da eccessiva cultura) con bignami di storia e diritto pubblico. Questo CLN per il NO, francamente mette tristezza quasi quanto alcune argomentazioni che dovrebbero sostenerlo. Sostenere che il “combinato disposto” (spero che abbia trovato il tempo, tra una pacca sulla spalla e l’altra, di spiegarne il significato a Diba) tra poteri del governo e Italicum, comporterebbe una sostanziale e oggettiva modifica della forma di governo (questa va spiegata pure a Di Maio), è un conto e ha delle ragioni valide; infatti, molti di quelli schierati per il Sì chiedono una modifica della legge elettorale. Ma sostenere che il consenso alla riforma costituzionale consegnerebbe l’Italia al caos e alla speculazione finanziaria, mi sembra francamente un’enormità e vorrei che qualcuno mi spiegasse anche il perché. Astenersi Di Battista e Di Maio.

Ciò, però, su cui urge una spiegazione è l’idea che Enrico Rossi sia inadeguato alla guida del PD perché, cito testualmente, “troppo mediatore…”. Spiegazione ancor più necessaria alla luce del “combinato disposto” di quanto affermato immediatamente dopo: “ Io dico che Sanders avrebbe fatto una figura migliore della Clinton”. La capacità di mediazione non è una qualità auspicabile, ma necessaria in un leader di partito. E’ la qualità che rimproveriamo difetti a Renzi. Quando Enrico Rossi parlava di Bernie Sanders e auspicava una sua vittoria alle primarie del Partito Democratico statunitense, non ricordo di dirigenti del centrosinistra di casa nostra che mostrassero altrettanto entusiasmo per le posizioni del senatore del Vermont. Insomma, Bersani ha tracciato il profilo del Falcao che c’è già e, novello Socrate 2.0, cerca col lanternino Belotti. Meglio non pensarci, domenica c’ho il derby e Enrico Rossi non lo posso ingaggiare!

 

 

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