Sinistra

Una sinistra cooperativa alternativa al Pd: costruiamo il faro per milioni di elettori

Lunedì 6 novembre di tanto in tanto aggiornavo compulsivamente la home page dei siti di informazione nazionale per seguire lo spoglio delle elezioni siciliane. Era abbastanza chiaro da tempo chi avrebbe vinto, si sapeva chi sarebbe arrivato secondo ed era altrettanto prevedibile il disastroso risultato dell’alleanza PD-AP.

Ero interessato – invece – a capire se la lista unica della sinistra, che in poche settimane ha raccolto intorno a Claudio Fava un vasto campo di associazioni, partiti e sigle, riuscisse al suo battesimo a superare la soglia del 5% prevista dalla legge elettorale siciliana per entrare nell’assemblea regionale.

La lista “100 passi” guidata da Fava ha raggiunto questo risultato minimo ed ha salvaguardato uno “zoccolo” di elettorato che non se la sente di votare il PD a trazione renziana ed al contempo vuole continuare a sostenere i valori della sinistra.

Ho iniziato a fare politica sognando l’SPD e o il Labour Party – forze popolari di una sinistra vicina al 40% – ed essere appeso al superamento del 5% per me è stata una novità assoluta.

Lo dico sapendo che in questa fase il massimo a cui si poteva ambire, in un territorio così difficile, fosse mantenere acceso un piccolo faro in un mare fatto di clientelismi, qualunquismo e disaffezione.

La Sicilia dice molte cose sul tema che stiamo discutendo in questi giorni in tutta Italia. Articolo UNO ha convocato i propri iscritti e simpatizzante per arrivare, parallelamente a Sinistra Italiana ed a Possibile, alla creazione di una lista unica della sinistra.

Ho sempre creduto in un partito di massa che sapesse coinvolgere milioni di cittadini in un progetto di trasformazione della società capace di incidere realmente sulla vita delle persone.

Nel Pd – a partire dal mio concittadino Graziano Delrio – sono in tanti a chiederci di tradurre questa idea nella coDelriostruzione un’ampia alleanza di centrosinistra che serva a battere i populismi.

Siamo fuori tempo massimo.

Come può, chi ha votato la fiducia nelle leggi che creano precarietà sul lavoro e su una legge elettorale fatta per eliminare la sinistra, proporci “il centrosinistra largo“?

Non si può alimentare la destra con politiche che aumentano la povertà e l’emarginazione e poi chiamare tutti alle armi “contro i populismi“. Non si può riabilitate Berlusconi e chiedere un voto per evitare un suo ritorno al potere.

Vedo molta doppiezza ed un elevato livello di ipocrisia dietro a queste posizioni. Fare il pieno a sinistra nelle urne per fare politiche di destra una volta arrivati al Governo?

No, grazie.

Qualsiasi dichiarazione che in queste ore riproponga l’unità dopo aver sostenuto l’arroganza e l’autosufficienza di questi anni è da liquidare come una trovata disperata ed opportunista.

Parafrasando Winston Churchill la scelta di correre con una lista competitiva con il PD potrebbe apparire come “la peggiore delle scelte eccetto tutte le altre”.

Dobbiamo essere sinceri: quanto avvenuto negli ultimi anni ha distrutto la possibilità di ricostruire il centrosinistra nelle imminenti elezioni politiche e dobbiamo guardare altrove: un’alleanza civica e di sinistra che dia rappresentanza a chi crede in un progetto che parli di lavoro, eguaglianza, ambiente e giovani generazioni.

Più questo progetto sarà forte e più avremo forza per proporre politiche che contrastino – nei fatti – la destra ed i populismi.

Dobbiamo unire intorno ad un manifesto di valori quei milioni di elettori di centrosinistra che non trovano risposta nel Partito Democratico ed in nessuna delle formazioni preesistenti.

Non ci interessa un uomo solo al comando ma figure capace di includere, passando da un modello decisionista ad un modello cooperativo.

Cooperare significa riconoscere i soggetti esistenti e portarli ad una sintesi su un progetto chiaro e privo di ambiguità.

Lo scrivo ai compagni di Campo Progressista che ci chiedono di cercare l’unità senza rendersi conto della profondità della frattura che si è aperta tra il Pd ed una buona parte dell’elettorato di sinistra. Lo dico ai compagni del Brancaccio che a giugno si sono posti come gli unici, veri e soli portatori di un processo sano per unificare la sinistra.

I richiami al centrosinistra unito (sia quelli più ingenui che quelli più opportunisti) o i distinguo di chi si sente portatore dell’unica vera sinistra, non ci possono fermare.

È il momento di chiudere le discussioni tra noi e – con i nostri attivisti e sostenitori – parlare al paese con una voce sola, rendendo sempre più intensa la luce del faro che stiamo costruendo.

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