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Intervista a Sandra Gesualdi: la mia normalità per sconfiggere Toccafondi

Mancano dieci giorni. Che cosa c’è da fare ancora?

Incontrare la gente. La cosa più difficile è intercettare la gente. Quello che è drammatico è che le persone non hanno voglia di parlare di politica e non sanno chi sei. Appena gli metti in mano un volantino si mostrano sfiduciati e ostici. Quando, poi, inizi a raccontargli chi sei, cosa hai fatto, cosa vorresti fare, allora cadono i muri, si mettono a parlare con te e non vorrebbero più lasciarti andare. C’è un pregiudizio nei confronti della politica incredibile. Io sono all’uninominale secco, non ho i famosi paracadute, ho dei competitor molto diversi da me. Quello che c’è da fare in questi giorni è farmi conoscere, non solo per il nome, ma per la faccia, per la vita che ho, per i valori di cui sono portatrice. Due elettori su tre non sanno chi è il loro candidato all’uninominale. Quindi, o votano per appartenenza o votano per quello che gli dice la pancia o la testa negli ultimi minuti.

Abbiamo incontrato Sandra Gesualdi, candidata alla Camera di Liberi e Uguali, nel collegio Toscana 1 – Novoli e Peretola. La sua è una candidatura molto significativa per quello che rappresenta sul fronte dell’impegno per i diritti delle persone, sociali e civili. E’ candidata nel collegio in cui il Pd schiera un candidato alleato, Gabriele Toccafondi, ex Forza Italia, ex alfaniano, sottosegretario del governo Renzi e rincofermato da Gentiloni. Toccafondi a Firenze, come Casini a Bologna, Lorenzin a Modena!

Laureata in lettere e filosofia, giornalista, dal 2007 Sandra Gesualdi ha approfondito l’esperienza di don Milani come modello culturale e familiare. E’ stata promotrice e portavoce della battaglia civica per il testamento biologico, seguendo le orme del padre Michele Gesualdi, uno dei primi allievi del prete di Barbiana, ex presidente della provincia di Firenze, che dopo il secondo mandato si è dedicato attivamente alla Fondazione don Lorenzo Milani, di cui era presidente e socio fondatore. Pur non avendo più ricoperto cariche amministrative è rimasto membro attivo del Partito Democratico in Toscana, abbandonando l’attività politica in seguito all’insorgere della Sla. Nel marzo 2017  Michele Gesualdi scrive una lettera aperta ai Presidenti delle Camere esortandoli ad affrettare l’iter burocratico per la legge sul testamento biologico. Sandra è al suo fianco per diffondere il più possibile l’appello. 

Cosa vorresti che le elettrici e gli elettori conoscessero di te?

La mia normalità. Anche se qualcuno l’ha presa come non competenza … Sono una cittadina che fa un vita normale. Sono davvero la persona che incontri sul treno, al supermercato, ho un lavoro che mi sono costruito negli anni con molta fatica. Faccio la giornalista e per farlo in maniera stabile sono dovuta andare a Roma. Tutte le mattine alle 7 e mezza prendo un treno. Tutte le sere, alle 8, anche alle 9, ritorno a casa. Ho una famiglia numerosa da gestire. Insomma, una persona normale. Non vivo e non voglio vivere di politica. Voglio avere l’orizzonte alto ma continuare a rimanere con i piedi per terra, sapere cos’è la vita reale, quanto costa un litro di latte, sapere che i ragazzi non trovano il lavoro. Mia figlia studia e ha un lavoro precario, mia sorella ha un lavoro precario e due bambini. Io sono immersa nella vita reale con tutti i suoi problemi. E vorrei che questa normalità e questa realtà potessero entrare in Parlamento.

Te l’aspettavi la candidatura in Liberi e Uguali?

Assolutamente no, non me l’aspettavo. Una mia carissima amica, anche lei candidata, agli inizi di gennaio, mi chiese: “Ti faccio una domanda oscena, posso fare il tuo nome per le liste?“. Era un periodo particolare, mio babbo era veramente peggiorato, non mi interessava niente, avevo appena finito al mia battaglia sul testamento biologico, ero davvero abbastanza provata. Dissi si, pensado che fosse un nome riempitivo. Si sa come vanno queste cose. Invece, a metà gennaio: “Sei candidata all’uninominale, è ufficiale”.

Lo devi a tuo babbo?

Sì. lo devo a mio babbo, ma non perché solo figlia di … ma perché essere figlia di … è una competenza. In questo non vorrei essere fraintesa. Molti l’hanno già detto: “Porta il nome di suo padre”. Essere stata figlia di Michele è un valore aggiunto molto importante, ma è stato anche molto difficile essere figlia di Michele, perché ha voluto dire essere pressantemente indirizzata verso un modello culturale molto pesante da portare sulle spalle. Ci sono riuscita, anche con tanta fatica. Da adolescente e da ventenne. Pensare agli altri era un modello culturale. Non perdere tempo ad andare in discoteca, studiare, impegnarsi, era tutto molto faticoso e sono stato molto in contrasto con mio padre. Ma a quarant’anni si capisce che quella pesantezza era una risorsa. Quindi sì, lo devo a mio babbo. Mio babbo mi ha insegnato a durare fatica, mi ha insegnato, anche con durezza, l’elogio della fatica, che non ci sono mai scorciatoie nella vita.

 

Nella foto: Sandra Gesualdi e Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali

E perché con Liberi e Uguali?

Mi sono letta il programma. Mi definisco una cattolica progressista, ma chiaramente sono di sinistra, perché al centro c’è la persona, con tutti i suoi diritti, la sua libertà, la sua dignità. Per me bisogna sempre dare attenzione e porre lo sguardo sull’ultimo, dare voce ai senza voce. L’ho trovato un ottimo programma di governo e se veramente sviluppato e applicato potrebbe rendere davvero l’Italia migliore.

Cosa ti senti di dare in più di tuo a Liberi e Uguali?

La freschezza di non appartenere a strutture politiche, di non avere una mentalità strutturata di partito, di non avere sovrastrutture di partito. Vengo dalla società civile. Non mi è piaciuto come è stata gestita la questione delle candidature e delle liste, vuoi anche per la mancanza di tempo con cui si è dovuto scegliere. Ma Liberi e Uguali è davvero l’unico partito di sinistra in questo momento che veramente può fare germogliare, mettere i semini per il futuro. E’ nato troppo presto, siamo piccoli, si raggiungerà il 6, l’8, magari il dieci per cento, ma ancora è un partito troppo piccolo. Secondo me però ha tutte le potenzialità per poter innestare un’altra storia che va a sinistra. Se avessimo avuto meno paura a comporre le liste…

Dovevano esserci più Gesualdi?

Più Gesualdi, più giovani ricercatori, più giovani mamme avvocato, più professori, più maestre del nido, più donne e uomini della società civile … Secondo me Liberi e Uguali non avrebbe avuto rivali.

Intanto la tua battaglia per i diritti civili, per la politica in difesa di chi soffre, dei più deboli è un punto di partenza?

La battaglia sul testamento biologico mi ha insegnato tanto. In un mese e mezzo abbiamo raccolto 108 mila firme dal niente. Vuole dire, davvero, che la puoi fare la politica partendo dal basso. E’ stato un insegnamento forte e vorrei continuare su questa linea.

Renzi e il Pd tendono ad intestarsi la battaglia sui diritti civili. Che ne pensi?

Sui diritti civili c’è ancora tanto da fare. E’ vero che hanno fatto delle battaglie, ma manca sempre un pezzettino affinché fossero complete, affinché fossero veramente diritti per tutti. Hanno fatto le unioni civili, ma non è un istituto paritario al matrimonio. E’ quasi più umiliante, dai un contentino ad una coppia omosessuale, poi gli dici che non vale quanto un matrimonio. No, le unioni civili devono essere un istituto uguagliato al matrimonio. E questa è una battaglia da fare. Il testamento biologico: sono grata che abbiano votato questa legge, ma è una legge che adesso va difesa. La Binetti ha già annunciato che se vincerà il centro destra la prima cosa che farà è rimettere mano al testamento biologico, rendendo possibile l’obiezione di coscienza, e alle unioni civili, facendo in modo che non ci siano assolutamente le adozioni. Anche le adozioni, per esempio, sono un tema che è mancato nel pacchetto delle unioni civili: se tu riconosci che quella è una coppia, è un istituto che può creare una famiglia, perché non può adottare i figli? Hanno fatto delle leggi civili che hanno prodotto un passo avanti e due indietro, forse?

Un diritto è anche la scuola? Penso, per esempio, ai ragazzi disabili.

Manca tanta inclusione. La scuola deve tornare ad essere il fulcro nel quale si incarna la democrazia. Adesso è una piccola ditta da gestire. I ragazzi con disabilità hanno una maestra di sostegno. Spesso e volentieri si cerca di creargli un mondo protetto intorno, quasi più un’isola che un’integrazione. Io vorrei che nella mia scuola ideale la diversità del ragazzo disabile fosse portatrice di un accrescimento, che non va in parallelo al percorso degli altri. Il ragazzo con disabilità è un bambino a tutti gli effetti che sta in classe. La sua diversità dà il ritmo e contribuisce all’andamento della classe. Poi, assolutamente, a livello di trasporto, a livello di viabilità, c’è tantissimo da fare. Guarda Firenze 

Ecco, veniamo a Firenze. Nel tuo collegio hai a che fare con Toccafondi. I dolori, i mal di pancia degli elettori del Pd sono non pochi in queste elezioni: a Bologna Casini, a Modena Lorenzin e a Firenze Toccafondi, ex Forza Italia, ex Pdl, che, ricordiamo, su fine vita e  unioni civili si è dichiarato contrario. Cosa dici ad un elettore di sinistra che si trova davanti un candidato conservatore e tendenzialmente di destra?

Bisogna votare la Gesualdi. L’unica alternativa per votare a sinistra è votare Liberi e Uguali. Su questo sono molto schietta. A Firenze il Pd ha un candidato che ha cambiato non una ma più casacche. Ha fondato Forza Italia, poi è stato con Alfano, sottosegretario per tanto tempo all’Istruzione prima nel governo Renzi poi nel governo Gentiloni, i governi della cosiddetta “Buona scuola”. Con Toccafondi sottosegretario le scuole private hanno visto raddoppiare i contributi. Toccafondi ha una visione diversa del mondo. Non è un uomo di sinistra. E’ un ciellino e, quindi, se deve scegliere, probabilmente favorisce un certo mondo. Noi siamo invece per la scuola pubblica per tutti, per l’istruzione gratuita per tutti. Per questo mi appello anche all’elettorato di sinistra che è voluto rimanere dentro al Pd. Per votare a sinistra il 4 marzo bisogna votare Liberi e Uguali.

Ancora Firenze. Ti chiedo un giudizio sulla città dove vivi e sei candidata: cosa è diventata, è ancora una città per tutti?

E’ sempre di più una città per meno. Firenze va fatta rivivere. Dieci anni fa dalla periferia ho scelto di venire a vivere a Firenze e per questo pago un affitto. Avevo bisogno di bagni di bellezza quotidiani: il centro cittadino, le strade medioevali … Ma in dieci anni Firenze è peggiorata in modo incommensurabile. E’ una città che non è più per i cittadini, per i fiorentini e per chi ci  abita. Tutto a Firenze è strutturato per il turista, per questo turismo folle “mordi e fuggi”. Vale più il turista che il cittadino. Firenze è uno scrigno infinito d’arte e di patrimonio che va valorizzato, tutelandolo, non svendendolo. Poi, è il mio pallino, bisognerebbe rimetter in moto il piccolo artigianato che era identità della nostra città e che potrebbe essere un nuova leva economica: un’occasione per i giovani di oggi, magari con la laurea in tasca. La politica dovrebbe aiutarli con defiscalizzazioni, incentivi, prestiti.

Quali solo gli ostacoli maggiori che incontri, gli argomenti di cui più discuti?

Intanto la figura del politico: “Siete tutti uguali”. E’ la cosa che più mi ferisce a cui cerco di rispondere: “Guarda, forse sono più uguale a lei”! Poi convincere le persone che stiamo tentando veramente di rinnovare la politica, che siamo portatori sani di valori, portatori di un pezzo d’Italia che ti ha delegato a rappresentarla. C’è tanta rabbia sociale. Il ceto medio è proprio arrabbiato, arrabbiatissimo. A volte vengo travolta, anche da persone con una vita normale, che si sentono togliere pezzetti di terra da sotto i piedi. Soprattutto nelle periferie, penso a Novoli, alle Piagge: se in una periferia come Novoli iniziano a mancare i servizi, inizi a togliere le biblioteche, il cinema, il negozio di riferimento, il cittadino si sente di serie B. E quando il cittadino si sente di serie B non se la rifà con il cittadino di serie A ma con quello di serie C.

Come affrontare questo problema?

Combattendo questo terrorismo psicologico che stanno facendo i vari Salvini. Si combatte indicando delle soluzioni. E poi con maggiori tutele, avendo chiara l’idea di Paese.

Cosa devi ancora fare in questi pochi giorni prima del voto?

Devo farmi conoscere il più possibile, devo far capire che la mia è una candidatura bella. E’ la prima volta che mi presento. Ho sempre militato a sinistra, non ho cambiato i miei valori per essere candidata, e non li cambierò mai. Sono in Liberi e Uguali perché mi rispecchio nei suoi programmi. Se domani le destra mi chiedesse di candidarmi in un collegio sicuro non lo accetterei mai. Vorrei che la gente lo capisse. Vorrei, poi, far conoscere di più il programma di Liberi e Uguali sulla scuola e sul lavoro. Il Jobs act va superato, bisogna reintrodurre l’articolo 18 e tutte quelle tutele che il contratto a tempo determinato richiede. I lavoratori devono essere tutti uguali.

Ieri Grasso è stato da Corbyn

Corbyn è un punto di riferimento, è un politico a cui ispirarsi.

Foto di copertina: Sandra Gesualdi, canditata di Liberi e Uguali alla camera, uninominale Collegio Toscana 1 – Novoli e Peretola

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