Due tesoretti del Pd e occhio alla presidenza della Repubblica e al proporzionale
Diciamo la verità. Il Pd o meglio il centrosinistra dopo il voto delle amministrative si trova ad avere due tesoretti da custodire o meglio da non dissipare.
Il primo tutto politico, fatto di voti che mancavano da tempo all’appello e che proprio per questo sono particolarmente preziosi. E sono stati accolti con particolare entusiasmo.
Ma poi c”e un grande recupero di prestigio nel feeling che Enrico Letta ha saputo prima recuperare e poi prendersi con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Oggi è Letta a dare le carte al tavolo del Governo. Giorgetti o non Giorgetti. Con buona pace di Salvini o Meloni. Insomma buone notizie dal fronte.
Tutto a posto allora? Certo che no, ma buoni segnali. Anche in vista di due appuntamenti decisivi che i più dicono essere sullo sfondo: Legge elettorale e Quirinale. Partiamo dalla prima: è indispensabile che si faccia una legge elettorale vera che consenta di contare i voti e non solo i sondaggi. Possibile che da una vita si voti con succedanei del Porcellum e sontuosi premi di maggioranza. E’ un problema di tenuta democratica. E allora ripartiamo dalla proporzionale non necessariamente in dosi massicce ma visibili. Il tutto tenendo presente che la buona politica ha bisogno dei partiti che non escludono le alleanze ma vengono prima. Va bene l’ Ulivo ma senza i partiti dell’Ulivo non si va nessuna parte.
Infine le elezioni del presidente della Repubblica. In Italia il capo dello Stato ha poteri molto solidi ed è punto di riferimento importante per molti. Da noi non c’ è il presidenzialismo ma perché non ce ne è bisogno. Ecco io credo che anche Draghi un pensierino in più al Quirinale potrebbe e dovrebbe farlo. Anche qui nell’ottica di una risistemazione del sistema politico: legge elettorale, e non solo. Credo che Draghi non sia soltanto economia e finanza. E potrebbe occuparsi al meglio di fare più carne e sangue al nostro sistema politico.
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Foto in evidenza. Mario Draghi e Enrico Letta
