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Enrico Rossi: «Nessuna possibilità di alleanza con i 5Stelle. La Sinistra riconquisti i loro elettori»

Se Togliatti può dirci ancora qualcosa.
Si è aperto un dibattito nel PD ma anche in Leu sull’opportunità di prospettare un’alleanza con il M5Stelle.
Io credo che, visti gli sviluppi politici di questi mesi dei 5Stelle al governo, non esiste nessuna possibilità di alleanze: per le posizioni in materia di lavoro, di sviluppo del Paese, di infrastrutture, di immigrazione, di idea dell’Europa e concezione della democrazia.
Anzi, la convergenza oggettiva, su punti fondamentali sul piano degli interessi e dei valori, tra M5S e Lega giustifica sia parlare di sovversivismo al potere sia la definizione di nazionalpopulismo. Vedremo se e quanto illiberale.

Questa destra può essere battuta ma a condizione che la sinistra, se vuole davvero ricostruire una prospettiva per sé e per il Paese, dia una risposta ferma e si impegni in una lotta fortemente motivata anche sul piano ideale ed etico; senza cedimenti e senza politicismi.
Diverso ovviamente è valutare nel merito le iniziative che verranno prese dal governo e articolare il giudizio, come deve fare in ogni caso una opposizione seria.
Altra cosa ancora è la necessità di fare ogni sforzo per confrontarsi anche aspramente, ma senza supponenza, con coloro che per varie ragioni hanno scelto di votare M5Stelle o Lega, pensando di far sentire così la loro protesta o credendo alle promesse di quelle forze politiche.
La storia non si ripete mai, ma dalla storia si possono e si devono trarre lezioni per il nostro agire di oggi.

Palmiro Togliatti, negli anni più bui della dittatura e del massimo consenso al regime, tenne nel 1935 il ‘Corso sugli avversari. Il fascismo’, e subito fin dalle prime righe chiarisce:
“Avversari nostri sono le organizzazioni… Ma le masse che vi aderiscono non sono nostri avversari, sono delle masse di lavoratori che noi dobbiamo far tutti gli sforzi per conquistare”.
Così noi oggi: avversari nostri sono le organizzazioni e i leader della Lega e del M5stelle, ma non i lavoratori e i cittadini che li hanno votati e che noi dobbiamo impegnarci a conquistarli ai nostri ideali e al nostro programma.
La rottura che i nazionalpopulisti hanno prodotto è profonda: siamo di fronte ad una messa in discussione, anzi ad un distacco dai principi democratici e dai valori costituzionali, cioè da quella cultura politica che, pure nelle differenze, per 70 anni ha retto il discorso politico in Italia.
Non si può quindi pensare ad improbabili alleanze “contro natura” che finirebbero per collocare la sinistra in un ruolo minore e rinunciatario.
Se poi, anche come risultato di una netta battaglia politica, ideale e programmatica, scoprissimo che esiste davvero una corrente di sinistra del M5Stelle che prende le distanze dall’attuale deriva nazionalpopulista di Di Maio e che fa cadere il governo o comunque si stacca dalla maggioranza, allora il discorso sarebbe diverso.
Ma al momento francamente è assai difficile che questo possa avvenire né si può interpretare in questo modo gli elementi di conflitto di potere che pure esistono all’interno alla maggioranza. Non ha senso sperare e aspettare che il governo caschi.
I tempi della ripresa non saranno brevi e la tendenza a durare dell’attuale compagine è fortissima per ragioni interne di potere e di quadro internazionale.
Noi dobbiamo lavorare sulle contraddizioni dei nostri avversari, ma non esistono scorciatoie.
Se la sconfitta della sinistra è prima di tutto culturale e di distacco dal suo insediamento sociale è di lì che dobbiamo ripartire.
Prima cominciamo, meglio è.

Da un post di Enrico Rossi su Facebook

Foto in evidenza: Enrico Rossi icontra gli operari della Bekaert

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