Simbolo Pd

La critica razionale al capitalismo si chiama socialismo e democrazia

Certamente, per ricostruire la sinistra, al primo posto stanno i contenuti e i valori e, aggiungo, i gruppi sociali che si vogliono rappresentare e tutelare. Tuttavia anche le parole e i simboli hanno il loro. Come recita un famoso vecchio adagio, la rosa sta prima del nome ma noi possediamo solo i nomi. Simbolo, inoltre, è parola che deriva dal greco, (dall’unione del prefisso sun «insieme» e ballo «gettare»), e significa mettere insieme, unire, armonizzare. Il contrario di diaballo, che significa dividere e da cui deriva il nostro diavolo che evidentemente in questa stagione si è provato molto a sinistra.

E infatti cosa propone Prodi? Il ritorno all’Ulivo. In un’intervista, per tanti aspetti condivisibile, alla fine dichiara di voler tornare all’Ulivo; a un’esperienza che la sinistra ha già fatto e che, a voler essere conseguenti, lo stesso Prodi dovrebbe considerare superata quando dichiara che c’è una crisi del capitalismo e che c’è bisogno di eguaglianza e ridistribuzione della ricchezza. L’Ulivo non è stato questo. Esso è stato piuttosto la versione italiana, una buona versione, di quel riformismo blairiano e clintoniano che si proponeva di gestire meglio e con minor danni gli effetti della globalizzazione, accettando i dogmi del neoliberismo e disertando la critica del capitalismo come fosse un esercizio ormai superato dai tempi.

Anche chi si pone a sinistra di Renzi e vuole sostenerlo costruendo una gamba dello schieramento politico non ha molta fantasia e propone un campo progressista. Anche questa volta si torna ad una esperienza già fatta dalla sinistra italiana con una parola che indica un avanzamento, uno sviluppo e un’evoluzione lineare verso il meglio che proprio questo tempo dominato dall’incertezza ha messo in discussione. Non tutto ciò che avanza è progresso. Non lo sono gli equilibri ambientali compromessi da una crescita disordinata. Non lo è la precarizzazione del lavoro e neppure l’aumento delle diseguaglianze. Già Leopardi sapeva questo e dileggiava i sostenitori delle “magnifiche sorti e progressive”.

A me parve una parola sbagliata già ai tempi di Occhetto. Oggi è francamente improponibile. Infatti bisognerebbe dire in quali specifiche cose si vuole progredire in modo da lasciare spazio per specificare ciò che vorremmo si fermasse o assumesse un carattere diverso o si trasformasse in altro. È evidente che un programma così fatto non potrebbe definirsi progressista.

Ma allora se non va bene l’Ulivo né il campo progressista, con quale parole e quali simboli si può indicare una sinistra nuova e vincente. Non sono in grado di dare risposte immediate e definite, ma un contributo alla discussione. Senza cambiare nome al Partito Democratico, secondo me la parola a cui ispirarsi per definire un fondamento e un’identità chiara alla sinistra è la parola socialismo. Essa indica bene un movimento che, pur con tanti errori, da secoli e particolarmente nell’Europa Occidentale, dove non si è separato dalla democrazia ha saputo sviluppare una critica razionale al capitalismo e sviluppare un movimento di emancipazione delle classi subalterne battendosi contro lo sfruttamento, per la giustizia sociale, per i diritti degli uomini e delle donne e per la ridistribuzione della ricchezza.

Oggi, superate le divisioni del passato, legate a un mondo diviso in blocchi, anche per il mondo cattolico democratico la parola socialismo può essere un riferimento che esprime in politica il coraggio e la nuova visione sociale e globale che Papa Francesco ha impresso al rinnovamento della Chiesa e all’umanesimo cristiano. Tutto questo per dire che prima dei nomi viene la cosa e che la sinistra e il PD hanno bisogno di una discussione profonda sull’identità e sul suo profilo politico e culturale. Insomma, prima dell’Ulivo e del campo progressista che troppo sanno di politicismi, abbiamo bisogno di una nuova analisi della crisi del capitalismo, che può scaturire dal confronto tra la cultura della sinistra riformista e socialista e della cultura cattolico democratica, per costruire una visione nuova della società, un nuovo socialismo per il nuovo secolo.

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