Oggi si celebra la Resistenza da cui è nata la Costituzione e la nostra repubblica democratica. Per noi, il 25 Aprile non può essere una data lontana, ma un riferimento presente e costante per ritrovare ideali da cui trarre la forza e il coraggio per continuare sulla strada allora cominciata.
Tre temi di attualità possono consentire di dare una lettura non retorica dell’anniversario della Liberazione.
Primo – La Resistenza è stata combattuta in nome della libertà, dell’eguaglianza e della fratellanza dei popoli. Per questo si deve avere grande ammirazione per la lotta del popolo curdo e in particolare delle donne che non si piegano ai terroristi assassini dell’Isis, lo stato islamista che pratica lo stupro, la violenza, l’intolleranza religiosa e la soppressione di ogni libertà. Ma le analogie con i disastri compiuti dal nazifascismo e con quel periodo travagliato del secondo dopoguerra sono oggi ancora più ampie. Infatti è in corso una guerra di vaste dimensioni che provoca milioni di profughi, che dalla Siria ma anche dall’Africa fuggono dalla distruzione, dalla povertà e della fame. Se non provassimo un sentimento di umana accoglienza significherebbe rinnegare la nostra storia. Con il passaggio del fronte anche l’Italia ebbe un lungo periodo durante il quale profughi, affamati, e senza casa trovarono solidarietà ed accoglienza. Erano i nostri padri che seppero condividere le difficoltà, aiutarsi reciprocamente, rischiare persino la vita per nascondere un partigiano o un soldato alleato alla furia selvaggia dei nazifascisti.
A noi é richiesto molto meno. Con che coraggio, dunque, potremo oggi alzare i muri, rinchiuderci nel nostro egoismo? Non possiamo permetterci di rinnegare i nostri padri perché nostro compito è essere degni della storia migliore del nostro paese e con esempi coerenti trasmetterla ai nostri figli.
Medio Oriente e Africa hanno bisogno di pace e di sviluppo. L’Europa non può stare a guardare: garantire prospettive ai paesi oggi devastati dalla guerra e dal sottosviluppo è una grande scommessa per il futuro, per la gioventù del nostro vicinato, ma anche per la nostra economia. Nel dopoguerra gli Usa con il piano Marshall aiutarono l’Europa a rialzarsi e uscire dalle macerie materiali e morali. L’Europa oggi non può essere da meno e deve investire per la crescita dell’Africa del Nord e del Medio Oriente. Anche per questo è morto Giulio Regeni.
Secondo – La Costituzione nata dalla Resistenza contiene un messaggio preciso che la crisi economica e i danni prodotti dal capitalismo finanziario e dal mercato senza regole hanno messo in discussione: l’obiettivo di una democrazia non solo formale ma anche sostanziale in grado di tutelare la dignità di tutti, di garantire il lavoro e favorire il pieno sviluppo della persona umana rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale che lo impediscono. L’art. 3 della Costituzione del 1948 ha una portata rivoluzionaria perché fonda il progetto di uno Stato sociale che deve impegnarsi a realizzare per i propri cittadini condizioni di benessere anche attraverso interventi diretti sull’economia e sulla distribuzione della ricchezza.
Forse mai come oggi siamo stati lontani dall’attuazione di questo articolo. Di fronte ai milioni di disoccupati e precari, ai tagli allo stato sociale che mettono in crisi servizi essenziali come sanità, assistenza e istruzione, alla povertà in cui versano milioni di persone, la strada per dare attuazione alla Costituzione è ancora lunga e in salita.
È un percorso di lotta da riprendere dopo anni di egemonia politica delle culture basate sull’individualismo possessivo e sul liberismo.
Terzo – Al PD spetta di prendere con determinazione e consapevolezza la bandiera dell’attuazione della costituzione. Questo PD sembra oggi talvolta oscillare tra una subordinazione alle idee dominanti e cedimenti alla ricerca di consensi troppo facili e il richiamo ai valori fondamentali di solidarietà e uguaglianza che stanno alla base delle correnti politiche della sua fondazione.
La Costituzione è di tutti e a ciascuno spetta di rispettarla e attuarla. Ma i partiti svolgono la loro funzione se non pretendono di essere tutto, di rappresentare l’intera nazione, ma piuttosto di essere espressione di una parte per contribuire con un profilo netto alla dialettica della vita del Paese. Per trovare una identità precisa, il Partito Democratico deve fare una scelta coraggiosa, riconoscendosi negli ideali del socialismo; nell’idea che un governo consapevole e democratico dell’economia e della società può combinarsi con il mercato evitando che i meccanismi senza regole di questo producano effetti devastanti sull’ambiente e sulla vita delle persone; nell’idea che la lotta contro le diseguaglianze mantiene intatta la sua validità ed è ancor più attuale per realizzare nei fatti la pari dignità sociale delle persone invocata dalla Carta costituzionale.
Con queste idee noi oggi celebriamo la Festa della Liberazione, volendo impegnarci a rendere onore ai nostri padri partigiani.
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Enrico Rossi è il Presidente della Giunta regionale della Toscana
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Nella foto di copertina (da Repubblica Bologna): Il partigiano Bruno “Cinno” Monti, uno dei tanti protagonisti della lotta partigiana (nato a Medicina, provincia di Bologna, il 4 luglio 1928, giovanissimo, si iscrisse al Partito Comunista clandestino aderendo ai primi nuclei di antifascisti dai quali nacque poi la Resistenza. Assunse il nome di battaglia “Cinno” per la sua giovane età, militando nella 63ª Brigata Garibaldi “Bolero” costituita nella primavera-estate del 1944 nella zona ad ovest di Bologna tra la pianura e la montagna. E’ morto il 21 ottobre 2014.