DIREZIONE-PD

PD, la sinistra non si abolisce

Sarebbe facile, dopo il voto, ironizzare su Renzi e il suo gruppo. E’ difficile resistere alla tentazione di ribattere alle prime sciocchezze che dal quel mondo vengono (fior da fiore: “si è perso dove comandava la Ditta, si è vinto dove il candidato, Sala, era renziano”. Oppure: “i comitati del SI saranno la culla del nuovo partito renziano”).
Bisogna evitare le polemiche perché sono un’arma di distrazione di massa del renzismo. Il premier crede di vivere un lunghissimo campionato di pugilato in cui colpisce ai fianchi, si avvita all’avversario e scappa.
No. Le cose non vanno prese per come Renzi e i renziani vogliono che vengano prese. D’altra parte l’analisi del voto è facile. Sala non è un candidato renziano ma scelto da Renzi che ha vinto perché la sinistra di Pisapia ha tenuto. Non ha vinto né il partito della nazione né quello a vocazione minoritaria. Ha vinto il centro-sinistra col trattino. Voltiamo pagina.
Ieri si è , invece, consumato un vero nuovo dramma nella sinistra. Molti hanno dato fiducia a Renzi credendo che il suo passaggio sulla scena politica fosse necessario per la scarsa generosità dei vecchi elefanti che non hanno lasciato il campo e hanno scelto “giovani” fatti con lo stampino. Questa fiducia è stata dissipata.
Un pezzo importante della nostra gente non ne può più. Delle seguenti cose. Non ne può più di non sapere qual è il progetto per l’Italia: che cosa produrremo, come e con chi. Non ne può più dell’aggregarsi di un famelico gruppo a Palazzo Chigi che ha invaso lo Stato peggio che nei decenni passati. Non c’è nessun luogo occupato dal renzismo che funzioni, basti pensare alla Rai che va di male in peggio. Non ne può più di ingegnerie elettorali e istituzionali. Non ne può più di mance di poche decine di euro. Non ne può più di una legislazione frettolosa e spesso fatta molto male.
Anche nel popolo “questo non poterne più” è cresciuto a dismisura fino, in qualche caso (vedere video di Orfini al mercato di Roma), a trasformarsi in odio puro. C’è una stretta linea di confine che sta per essere superata e che può portare questo gruppo dirigente e di potere ad essere il più detestato della storia repubblicana. Così non va bene.
C’è una sofferenza particolare della gente di sinistra che non ha votato e che, in qualche caso, sciaguratamente ha votato per i 5 Stelle. Diciamola piatta: la sinistra non si abolisce. Solo Renzi, unico nel mondo, crede che ormai la partita non sia più fra destra e sinistra perché è tutto un gran mischione. La partita, invece, resta solo quella. E anche il grillismo è figlio di quella partita, tant’è che quando deve scegliere, sceglie la destra.
Se la partita della sinistra si gioca a sinistra, allora bisogna registrare qualcosa nell’impostazione culturale. Il reaganismo tardivo non porta voti. Il tema non è il mercato che va liberato dai lacciuoli ma la società che va liberata dalle ingiustizie. Il tema non è Marchionne che deve togliersi dalla balle la Fiom , ma che senza il mondo del lavoro la sinistra non è sinistra. Il tema non è che il Pd è un partito liberale di massa (inesistente al mondo), ma che il Pd deve diventare il prototipo di un nuovo socialismo libertario portatore di giustizia sociale. Leggerete cose nel prossimo libro di Enrico Rossi.
Che fare allora? Se Renzi vuole sviare il dibattito o cercare la rissa, giochi da solo. Diremo al paese che si comporta come un ragazzetto. Se vuole discutere, porte aperte. Non è all’ordine del giorno né la caduta del governo né le sue dimissioni dalla segretaria. E’ all’ordine del giorno il congresso. Di qui al congresso Renzi deve decidere se svelenire il clima o farci spiegare in tv da Maria Teresa Meli del “Corriere” dove fa la cacca il cane di D’Alema.
Se vuole svelenire deve partire dal referendum. Se è su di lui, sul suo nuovo partito che partirà dai comitati del SI, che si voterà probabilmente in tanti avranno molti dubbi a votare SI. Vorrei che ci fosse un punto di incontro con quelli del NO per decider cosa fare subito dopo il voto. Ognuno voti come crede, ma decidiamo prima come gestire il passaggio o il non passaggio della legge. E’ un ragionamento da buon padre di famiglia.
Un discorso va fatto alla sinistra Pd. Vi siete isolati, alcuni di voi se ne sono andati, se vi fate tentare dalla guerra mondiale manderete ai pazzi la nostra gente. C’è la strada di un’area di opposizione socialista e di contenuti che scelga la forma del dibattito non rissoso. Diamo contenuti e serenità al popolo di sinistra. Com’era quella cosa che ci dicevano i nostri vecchi? Chi ha più filo, tesserà più tela.

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