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Prodi, dalla canadese al tendone da circo

Ci ha tenuto attaccati al tormentone della sua tenda per due stagioni a dir poco. Ora piantata come sfida nei pressi del Pd, ora in altro campeggio, ora mandata in giro sull’Ape di Pisapia, ora rimessa nella sacca. Molti sul ciglio dei tornanti tremebondi e speranzosi come saccopelisti al giro d’Italia. Oddio che farà Prodi ? Passerà di qui con la sua canadese ?

Ma io non ho più avuto dubbi sull’uomo da quando quel mattino per noi disperato del ’99, dopo l’elezione di Guazzaloca si presentò a braccetto col neo-sindaco, felice come una pasqua, su quella piazza di Santo Stefano sulla quale è uso sfilare con signora come fosse una sua domestica emanazione. Infatti ecco che lo vediamo mentre in dirittura d’arrivo emerge ratto e furtivo dal limbo e s’apprende lesto al tendone di Renzi come fosse un ritrovato ‘cor gentil‘ per picchettarlo a dovere. Un tendone stracolmo di democristiani, clientes, zelanti tirapiedi e altra brutta gente, seppure con la Zampa, Soverini e Santagata (solito entourage di propri addetti stampa ed oscuri ‘ricercatoriNomisma). Tutto quel che resta del prodismo.

Ridotto all’osso (come in una sua infelice metafora allo scoccar del referendum) ma reputato ancora utile da far succhiare agli sprovveduti elettori. Per il ‘padre fondatore‘ che Veltroni imperante e per ripicca verso lo stesso pretendente cofondatore neanche prese la tessera della ‘sua‘ creatura, il centro-sinistra di cui chiama a difesa con appassionata preoccupazione non è una vaga espressione di spirito (da evocare col piattino sul tavolino come si dilettava in una remota stagione) ma un dato prosaico e concreto: qualsiasi cosa dove la sinistra non c’è, e se c’è è per fare da galoppina ai democristi. Che allora erano illuminati e adesso neanche. Soprattutto qualsiasi cosa dove non ci sia D’Alema. Possiamo finalmente dirlo ? Pofessore, la misura è colma….E te besum bain

Foto di copertina: Bologna- Romano Prodi a passeggio in piazza Santo Sefano

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