Ci torna Matteo Renzi, premier e segretario del Pd. Lo fa anche Enrico Rossi, Presidente della Toscana e candidato alla segreteria del Pd. L’argomento è il referendum costituzionale di ottobre. Ieri Renzi a Firenze, al Teatro Niccolini, aveva lanciato la campagna per il Sì. Il premier Matteo Renzi ci torna con la sua Enews N. 425. “Ho spiegato – ricorda Renzi – che sicuramente la campagna elettorale si vince in tv e con i mezzi di comunicazione di massa. Ma che il referendum costituzionale di ottobre non si vince solo con la tv: occorre uno sforzo personale, diretto, tenace di tutti quelli che ci hanno portato fin qui. Per questo ho detto alla mia gente che fino alla fine noi non molleremo di un centimetro, che saremo in prima fila per cambiare, che non ci risparmieremo muovendoci da nord a sud. Ma stavolta siamo ad avere bisogno di voi. Da soli possiamo vincere, ma io voglio convincere e soprattutto coinvolgere gli italiani”.
Sul Referendum torna anche Rossi. Lo fa a margine di una conferenza stampa in cui ha illustrato il nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS).
Anche se la prima domanda extra PRS riguarda l’arresto del sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti. Rossi lo definisce “senz’altro preoccupante”. “Mi pare – prosegue- che esista nel Paese una questione morale serissima, che si deve combattere tutti i giorni”. Per Rossi bisogna “supportare la magistratura, che deve fare la sua parte fino in fondo, nel rispetto di tutte le
prerogative, ma andando avanti, scoprendo la verità e arrestando chi commette errori e chi è corrotto”. Ma non basta. Rossi elenca una sorta di decalogo per chi è chiamato ad amministrare: “Dobbiamo fissare alcuni punti fondamentali. Il primo è che chi fa l’amministratore applichi un principio semplicissimo, basato su tre parole, quando ci sono le gare e i concorsi: vinca il migliore. Sono tre parole che applicate allontanano i guai e gli arresti”. “E’ il consiglio – dice Rossi – che do a tutti quelli che si vogliono misurare in un ruolo di carattere amministrativo”. “Il secondo consiglio riguarda il Pd e la scelta della classe dirigente ed amministrativa: benissimo che si proceda con le primarie, ma un filtro del partito come comunità politica sarebbe, a mio parere, indispensabile. Ecco, perché mi batto anche per ricostruire un partito che sia anche comunità di individui, dove c’é un controllo sociale, e dove chi assume ruoli di responsabilità è già stato selezionato. Questo bisogna farlo e bisogna che tutte queste emergenze che abbiamo si superino per andare a fare anche soltanto un congresso organizzativo. A mio parere sarebbe assolutamente importante”.
Il congresso, appunto. Passando, prima, per il Referendum confermativo della riforma del Senato.
Rossi riconferma, dopo la manifestazione di ieri al Teatro Niccolini, che anche lui è per il Sì. Lo fa, in mattinata, su Facebook, con l’aggiunta di alcuni “consigli non richiesti su cui insistere”.
“Voterò Sì al referendum sulla riforma costituzionale perché – scrive Rossi – credo che sia giusto il monocameralismo, un Senato dei territori in rappresentanza delle Regioni e una ridefinizione dei poteri di queste. D’altra parte, questa era anche la posizione del PCI sia nel dibattito alla Costituente sia agli inizi degli anni ’80 con Berlinguer.
Ma avremmo fatto meglio la campagna elettorale se avessimo invitato i cittadini a votare anche per il referendum sulle “trivelle“.
Inoltre, se vogliamo convincere gli elettori di sinistra, è bene seguire questi due consigli.
1 – Non personalizzare il referendum trasformandolo in un giudizio universale su se stesso, dividendo in innovatori e conservatori oscurantisti,
2 – Tenere a debita distanza Verdini evitando patti di consultazione con il suo gruppo e il minaccioso sostegno alle amministrative da parte di liste a lui riconducibili”.
“Infine, ma mi rendo conto – conclude Rossi – di chiedere troppo, aprire un serio e aperto dibattito nel partito senza ridicolizzare o stigmatizzare le posizioni dei dissidenti”. E, nel pomeriggio le dichiarazioni che potrete sentire nel video qui sotto, dove Rossi esplicita ancora meglio il suo Sì insieme a dove la riforma dovrebbe essere meglio defninita. Per esempio, sul federalismo, che per il Presidente della Toscana, deve essere differenziato. “Io mi inquieto quanto sento lo Stato parlare di Regioni in maniera differenziata. Bisogna specificare quella Regione, quell’altra Regione, quella ha fatto male, quella ha fatto bene e, per questo, premiarla”.
Nella foto di copertina: Matteo Renzi stringe mani al Teatro Niccolini di Firenze dopo l’apertura della campagna per il Sì al Referendum Costituzionale