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Viaggio nella Gran Bretagna dell’austerità / Terza parte

Traduzione del reportage di Peter S. Goodman pubblicato sul New York Times con il titolo “In Britain, Austerity Is Changing Everything” (28 maggio 2018). Terza e ultima parte.

I britannici ricchi rimangono fra le persone che se la passano meglio al mondo: si godono case lussuose, sanità privata, ottime scuole e ristornanti gestiti da chef provenienti da Parigi e Tokyo. I poveri, gli anziani, i disabili e i disoccupati sono invece sempre più inclini a rimanere ingarbugliati kafkianamente nella burocrazia necessaria a mantenere il sostegno pubblico.

Per Emma Wilde, madre single di 31 anni, la disavventura è iniziata con una lettera imperscrutabile.

Cresciuta a Liverpool, nel quartiere di Croxteth, Emma faceva affidamento sui sussidi per mantenere se stessa e i suoi due bambini. Suo padre, un vedovo in pensione che lavorava come lavavetri, è disabile. Emma si prende cura di lui a tempo pieno, contando sulla cosiddetta indennità per i caregiver di circa 64 sterline alla settimana e il sostegno al reddito che arriva a circa 108 sterline al mese.

La lettera ha messo questi soldi in pericolo.

Inviata da un’azienda privata incaricata di gestire parte dei programmi di welfare del governo, la lettera informava Emma Wilde che era sotto indagine per frode, accusandola di vivere con un partner – uno sviluppo che è obbligata a segnalare.

Emma vive solo con i suoi figli, insiste. Ma mentre l’investigazione va avanti, i sussidi sono sospesi.

Otto settimane dopo che i soldi hanno smesso di arrivare, a Emma è stata staccata l’elettricità per mancato pagamento. Durante lo scorso inverno, lei e i suoi figli andavano a letto prima delle 7 di sera, così da risparmiare sul riscaldamento. Ha quindi messo da parte l’orgoglio e visitato un banco alimentare di una chiesa locale, portando a casa pane e hamburger.

“Mi sono un po’ vergognata, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato”, dice. “Ma in qualche modo devo sfamare i bambini”.

Nel frattempo ha scritto più volte al Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni, inviando estratti conti bancari per provare che le sue entrate sono davvero limitate e ripristinare così i sussidi. […]

Dalla sua introduzione, l’austerità ha portato una zaffata di rettitudine morale, come se coloro che l’hanno implementata fossero degli adulti razionali. Il dover stringere la cinta è stato venduto come uno sforzo comune, una sgradevole ma inevitabile risposta ai pericolosi deficit di bilancio.

“La verità è che il paese stava vivendo al di sopra delle proprie possibilità”, dichiarò l’allora Cancelliere dello scacchiere George Osborne, presentando il suo budget al parlamento nel 2010. “Oggi, abbiamo pagato i debiti di un passato fallito e gettato le basi per un futuro più prospero”.

“Prosperità per tutti”, aggiunse.

Otto anni dopo, i sussidi per l’alloggio sono stati limitati, assieme alle agevolazioni fiscali per le famiglie povere. Il governo ha congelato i sussidi per la disoccupazione e la disabilità, mentre il costo di cibo e altri beni primari sono cresciuti. Durante gli ultimi cinque anni, il governo ha iniziato a passare al cosiddetto Credito Universale, inviando a coloro che ricevono i sussidi pagamenti forfettari piuttosto che fondi per i programmi individuali. Molti hanno perso il proprio sostegno per settimane o mesi mentre i loro casi venivano trasferiti al nuovo sistema.

Tutto questo è triste ma inevitabile, affermano i parlamentari conservatori. […] Neil O’Brien, un parlamentare conservatore, precedentemente un collaboratore di Osborne al Tesoro […] rifiuta la nozione che l’austerità è uno strumento di guerra di classe, sottolineando che i ricchi sono stati colpiti da tasse più alte sugli investimenti e commissioni più grosse quando comprano proprietà di lusso. […]

Ma coloro che dipendono dal sostegno dello Stato hanno la sensazione che il sistema sia manipolato per lasciarli indietro.

Glendys Perry, di 61 anni, è nata con una paralisi cerebrale, che le rende difficile camminare. Per tre decenni, ha risposto al telefono in un’azienda che vende ricambi d’auto. Dopo aver perso quel lavoro nel 2010, ha vissuto con un assegno di disabilità.

L’estate scorsa, è arrivata una lettera che la convocava per “una valutazione”. La prima domanda ha eliminato qualsiasi dubbio sul fatto che quella fosse una ricerca sincera.

“Da quanto ha la paralisi cerebrale?” (Dalla nascita). “Migliorerà?” (No).

Anzi, le sue ossa si stavano indebolendo e cadeva spesso. Le sue mani non erano abbastanza rapide nel ripararla e quindi finiva per farsi male al volto. L’uomo che conduceva la valutazione non sembrava interessato.

“Può camminare da qui a lì?”, le ha domandato.

Poi ha gettato a terra una penna e le ha detto di raccoglierla – un test per la sua destrezza.

“Com’è arrivata fin qui?”, le ha domandato.

“Con l’autobus”, ha risposto.

Può farsi una tazza di tè? Può vestirsi?

“Ho pensato: ‘Sono disabile fisicamente. Non mentalmente.’”

Quando è arrivata la lettera che la informava che non aveva più diritto al suo assegno di disabilità – che era considerata in grado di lavorare – non era sorpresa.

“Vogliono toglierti i sussidi”, dice. “Penso che stessero solo spuntando delle caselle”.

L’architettura politica della Gran Bretagna isola coloro che impongono l’austerità dalla rabbia di coloro che la subiscono. Londra taglia e poi sono i politici locali a dover ripartire il dolore.

Passando una mattinata con i cittadini di Prescot in difficoltà, raramente si sente nominare Londra o anche solo l’austerità. Le persone scaricano la loro rabbia sul Consiglio di Knowsley e soprattutto sull’uomo che ne era a capo fino a poco fa, Andy Moorhead. Lo accusano di avere deciso in fretta e furia di vendere Browns Field senza consultare la comunità.

Moorhead, 62 anni, non è molto credibile nel ruolo di cattivo dell’austerità. Un membro del Labour di lungo corso, ha l’aspetto di un uomo comune che frequenta il pub dietro l’angolo.

“Non sono diventato un politico per togliere cose alle persone”, dice. “Ma bisogna affrontare la realtà”.

La realtà è che Londra sta gradualmente eliminando i fondi per le amministrazioni locali, costringendo i consigli a vivere solo sulle tasse sulla casa e sulle imprese.

“L’austerità non se ne andrà”, dice Jonathan Davies, direttore del Center for Urban Research on Austerity presso la De Montfort University di Leicester. “Quello a cui potremmo assistere nei prossimi due anni è un’ondata di bancarotte, come per Detroit”.

Infatti, quella di Northamptonshire, nel centro dell’Inghilterra, è recentemente diventata la prima amministrazione locale in quasi due decenni ad andare incontro a quel destino.

Knowsley dovrebbe spendere circa 143 milioni di sterline per il prossimo bilancio, dice Moorhead, e il 60% andrà alla cura per gli anziani e ai servizi per bambini con problemi di salute e nello sviluppo. Un ulteriore 18% sarà speso in servizi che l’amministrazione deve fornire per legge, come la raccolta della spazzatura o la manutenzione delle autostrade.

Per Moorhead, l’equazione si conclude con l’imperativo di vendere proprietà di valore, creando così una dote per proteggere i parchi e i servizi che rimangono.

[…] Dice Moorhead: “A livello locale, sono io il cattivo”. I veri malfattori sono gli stessi di sempre, sostiene.

Indica una foto della Thatcher appesa al muro dietro di lui. Si sfoga sui banchieri di Londra, che hanno lasciato che fosse la sua gente a ripulire il casino che hanno fatto.

“Nessuno dovrebbe dover fare questo”, dice. “Non nel quinto paese più ricco al mondo. Licenziare le persone, gli esuberi, ridurre i servizi per i più vulnerabili. È il lavoro peggiore del mondo”.

Adesso, è il lavoro di qualcun altro. All’inizio di maggio, il partito laburista locale ha deposto Moorhead da dirigente della giunta locale, a causa della rabbia crescente per la vendita in programma dei parchi.

Foto in evidenza: Andrea Bruce per il The New York Times

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