Il voto dell’Umbria contro le destre e i tifosi per l’anti-politica
Si può definire la manifestazione di chiusura di una campagna elettorale come un funerale di lusso? E’ questa infatti la definizione che, sulla base delle informazioni avute dagli inviati del suo giornale, ha usato un bravo commentatore politico come Massimo Giannini per raccontare, in un noto talk show televisivo, il comizio che hanno tenuto a Narni i leader di tre partiti dell’attuale maggioranza di governo (Pd, Cinquestelle e Articolo 1) di governo con la partecipazione dello stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La si può pensare come si vuole ma una manifestazione politica di qualsiasi forza o alleanza politica non è e non sarà mai un funerale. Neanche di prima classe. Certo, il quadro politico italiano non è incoraggiante e questo vale anche e soprattutto per i partiti di centrosinistra e per i Cinquestelle e per l’alleanza che prova recuperare consenso nella difficile prova dell’Umbria. Ma il primo dovere dei dirigenti di un partito è quello di metterci la faccia. Soprattutto al termine di una campagna elettorale nella quale non si è partiti da favoriti. Ed è proprio quello che con dignità, impegno programmatico e persino entusiasmo hanno fatto ieri Nicola Zingaretti, Roberto Speranza e Luigi Di Maio e il presidente del Consiglio Conte nel corso della manifestazione di Narni.
Ha ragione Conte a spiegare che non è in gioco questa volta la tenuta del Governo visto che il voto riguarda una sola Regione peraltro non tra le più grandi del Paese. Ma sono in gioco, quelle sì, le ragioni della politica e il tentativo di mettere in piedi, anche a dispetto di chi sembra tifare per l’antipolitica, qualcosa che sia in grado di svilupparsi come una credibile alternativa all’alleanza delle destre guidata dal capo della Lega Salvini.
E queste ragioni sono andati a spiegare Zingaretti, Di Maio e Speranza nel comizio di venerdì scorso. Una manifestazione, nel corso della quale hanno parlato soprattutto di contenuti, di azione di governo. Insomma di programmi. In particolare Conte ha detto di ritenere suo dovere andare a spiegare anche agli elettori umbri le ragioni e i contenuti della Finanziaria all’esame del Parlamento. Insomma: un modo di far politica parlando di cose che interessano la vita delle persone. L’esatto opposto della scena che nel finale dell’estate si svolgeva sulla spiaggia del Lido Papete tra invettive e insulti contro chi soccorreva i migranti e bevute di mohito.
Naturalmente quanto sia precaria la tenuta del governo e quanto complesso sia organizzare un’alternativa alla brutta destra di Salvini e dintorni (Berlusconi compreso) lo sanno anche e soprattutto coloro che quell’alternativa stanno cercando di costruire nella politica nazionale e nelle regioni che subito dopo l’Umbria andranno a votare. Vedremo se e in che misura sarà possibile riuscirci. Certamente non aiuta il fatto che uno dei partiti che sostengono il governo (la neonata formazione renziana) si sia tenuta il più possibile lontano dal voto umbro. Probabilmente non soltanto per difficoltà di natura organizzativa.
Comunque il voto di domani è di grande rilevanza politica. Come sempre sono state, nella storia della nostra Repubblica le elezioni regionali e amministrative contano e come. Per quanto riguarda dirigenti e militanti del centro-sinistra è l’occasione per impegnarsi fino all’ultimo per cercare un risultato positivo che consenta di sbarrare la strada a questa brutta destra e anche a coloro che, evocando ora caste ore funerali, finiscono per essere una sorta di tifoseria per l’antipolitica.
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Foto in evidenza: Roberto Speranza, Nicola Zingaretti, Vincenzo Bianconi, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte