Nizza strage1

L’obiettivo dei terroristi: mettere ogni persona contro l’altra per una guerra senza fine

L’Isis ha confermato ieri la morte di Abu Omar al-Shishani, uno dei leader militari più rilevanti del Califfato, considerato il «ministro della guerra» dello Stato Islamico. Il suo vero nome era Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, detto “Omar il ceceno” di religione cristiana, nato in Georgia, in passato aveva combattuto nell’esercito del suo Paese. Dopo il carcere nel 2013 si era unito al Califfato come mercenario, poi convertendosi all’Islam e diventando in breve tempo uno dei consiglieri militari più fidati di Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dello Stato Islamico.

In Francia, Belgio e in tutta Europa – in Turchia, Tunisia, Iraq e in tutto il Medio Oriente – in Bangladesh, Thailandia e in tutta l’Asia migliaia di Tarkhan si convertono ogni giorno all’estremismo islamico. Danno spazio ad odio, invidia e vendetta per non essere riusciti ad essere fra quei pochi possessori della ricchezza mondiale. Si prestano a tutto per impedire che altri possano godere dei benefici ottenuti guadagnando dal commercio delle armi, della droga, dallo sfruttamento massivo delle multinazionali. Sono disposti a morire per dare un senso agli obblighi di alcuni capi religiosi che usano ora – come in passato – la religione per manipolare le menti e per possedere il controllo del popolo, per possedere un potere assoluto.

Lo Stato Islamico ha ormai dappertutto “mujaheddin” disposti a tutto, alcuni si preparano in Siria sotto la bandiera nera, altri imparano nelle loro comunità in Europa o in Medio Oriente o in Asia. Spesso a queste persone deboli, poco intelligenti e psicolabili, non serve neppure un ordine preciso. Di propria iniziativa questi “jihadisti” utilizzano quello che trovano per commettere una strage. “Se non hai un fucile usa quello che trovi. Un pugnale, un’ascia, una pietra o magari la tua stessa auto, lanciata a tutta velocità sulla folla”, era stato detto di fare. Ed è quello che è stato fatto ieri al volante di un camion. La folla che assisteva ai fuochi d’artificio del 14 luglio a Nizza è stata sterminata. Il 14 luglio, giorno dell’ammissione da parte dell’Isis della morte del loro ministro della guerra, uno smacco da vendicare. Ma anche il giorno che commemora la Rivoluzione francese. Il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia fu il giorno dei diritti dell’uomo, dell’uguaglianza, della libertà. Una uguaglianza e libertà troppo pericolosa per chi ha paura della democrazia come le comunità radicali ed estremiste dell’Islam.

L’Isis sta perdendo territori sul piano militare e gli attacchi terroristici aumentano in modo esponenziale, 3-4 al giorno ormai. In Siria e Iraq stanno cambiando gli equilibri strategici ma non sono cambiate le cause che hanno portato alla nascita dell’Isis. Per citare alcuni esempi: lo strascico delle guerre statunitensi in medio oriente, l’integrazione sunnita e sciita, l’influenza delle potenze arabe e della Russia, il ruolo dell’Iran, quello Israele, gli interessi economici delle sette sorelle energetiche. I terroristi vogliono creare un Occidente costantemente sotto attacco, spaventato, militarizzato e noi europei continuiamo a non realizzare che l’humus che ha permesso la nascita di tutto questo continua ad essere vivo e rigoglioso.

Ma forse l’Europa da fastidio anche e soprattutto perché è la potenza economica più forte al mondo. Perché è sempre più sensibile all’energia verde e non a quella fossile. Perché è il più forte e concreto esempio di integrazioni di lingue, razze e culture. L’attentato di ieri a Nizza rappresenta – come già quelli precedenti – un attacco determinato all’Unione europea. Ormai l’obiettivo non è più solo spargere il terrore e reprimere lo stile di vita di un Paese libero. Il disegno politico dello Stato Islamico è chiaro. La Francia è un Paese cardine dell’Unione europea ed è anche fra quelli più direttamente minacciato dal populismo. Avere ottenuto la Brexit inglese, poter stimolare l’elezione di Marine Le Pen all’Eliseo, o una estrema destra in Austria e magari portare Donald Trump alla Casa Bianca sono i veri obiettivi dei terroristi islamici. Mettere ogni persona contro l’altra, alimentare l’insicurezza ed il sospetto con gli estremisti al potere permetterebbe di alimentare il conflitto su scala globale e quindi ridurre la popolazione occidentale a soffrire gli stessi drammi di quelle dei Paesi in via di sviluppo e delle povere persone devastate dalle guerre senza fine.

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