Mambo italiano

Luigi Pizzolo in “Mambo italiano”

Io il mambo non lo ballo, ma lo leggo. Quotidianamente. “Mambo” è, infatti, la rubrica di Peppino Caldarola su “Lettera 43”. Non so quanti siano i lettori del quotidiano on line ma spero, pochi o tanti che siano, che tra questi ci siano i dirigenti, i referenti, di ART. 1, di Campo Progressista, di Sinistra Italiana e di tutti quelli che si muovono, o vorrebbero muoversi, alla sinistra di PD. Perché Peppino non le manda a dire e non perde occasione per denunciare e stimmatizzare comportamenti, parole e scelte incomprensibili, se non inaccettabili. Quando queste ci sono, perché il vero problema è il silenzio immotivatamente prolungato su questioni che andrebbero immediatamente affrontate e su cui uno straccio di posizione andrebbe preso.

Qual è la posizione di Pisapia, di Bersani, di Speranza sul “codice di comportamento” imposto alle ONG? Quale posizione complessiva si intendere assumere sulla questione migranti, con tutto il corollario di scelte strategiche interne ed internazionali che comporta? L’occupazione giovanile si incrementa unicamente con interventi di decontribuzione permanente o con un piano di investimenti (anche e soprattutto) pubblici, in modo particolare nel Mezzogiorno? Industria 4.0, ad esempio, mira a promuovere investimenti in tecnologie. La conseguenza sarebbe occupazione tecnicamente qualificata che, di contro, escluderebbe una quantità probabilmente enorme di forza lavoro non qualificata e sostituita da macchine. Che si fa al riguardo?

Tra qualche anno, non tra moltissimi, avremo una nuova e vasta platea di disoccupati di età superiore ai 29 anni (tetto di età per aver diritto agli sgravi fiscali in caso di assunzione) e non v’è certezza che non siano superiori ai 300.000 che il governo Gentiloni prevede saranno assunti con questo tipo di intervento. Non è che a furia di fiorentinizzare l’azione di governo qualcuno abbia pensato che tutto sommato poggio e buca fanno pari?
Temo di essere d’accordo con Peppino: non ci siamo, non ci siamo proprio.

Non capisco la minaccia di non votare la manovra finanziaria nell’ipotesi in cui non ci sia un cambio di rotta sostanziale. Che significa? Nel concreto, dico. Sino ad oggi non credo che l’esecutivo abbia mai preso in seria considerazione alcuna delle proposte o delle posizioni espresse dai parlamentari di MDP. Ci ha superati a sinistra anche Gad Lerner con la sua dura denuncia sull’involuzione in tema di diritti sociali del PD. Che senso ha, allora, continuare a far parte di una maggioranza, sostenere un “Governo che non c’è” (cit. Caldarola)? Vorrei invitare i miei cari compagni e dirigenti di MDP, di Campo Progressista e tutti gli altri a passare qualche giorno nelle campagne di Cerignola, della Puglia in generale, a visitare i tanti luoghi del sud (non c’è che l’imbarazzo della scelta) per constatare con mano quanto siano importanti i diritti, quanto sia importante un pur minima prospettiva di lavoro. Da queste parti l’1,5 in più di PIL non è arrivato. A differenza di Cristo, si è fermato molto più a nord di Eboli. Qui c’è un disagio sociale ed economico esplosivo. Altro che migranti! La polveriera, e sia detto in senso non necessariamente figurato, ce l’abbiamo in casa ed è pronta ad esplodere. Al 60% di giovani disoccupati del Mezzogiorno cosa gli spieghiamo, come facciamo a coinvolgerli in un progetto politico, quali prospettive siamo in grado di garantire realmente? Mica possiamo chiedere loro di avere ancora un po’ di pazienza, giusto il tempo di capire se in Sicilia candidiamo l’esponente gradito ad Alfano o se ci sarà una legge elettorale con premio di coalizione o un proporzionale puro. Nel frattempo, giusto per non farci mancare nulla, cerchiamo di assecondare e soddisfare le ambizioni di questo o quell’aspirante deputato che vede nel costituendo (?) nuovo soggetto politico l’occasione mancata nel PD o da qualche altra parte.

Il tempo sta scadendo. Lo dico soprattutto a chi sogna un posto al sole e lo dico ancora una volta con Peppino: senza voti, non ci sono deputati.
Ha maledettamente ragione Caldarola: agosto sarà anche mese di ferie e si sa quanto siano sacre. Ma sono successe cose, fatti che ci avrebbero consigliato di sacrificarle anche in parte. Facebook, Twetter non potranno mai sostituire la presenza fisica sul territorio.
Una cosa accomuna me e Caldarola. Io su L’Argine, lui su Lettera 43, da pugliesi ci siamo fatti “i scorz ‘ngann”, “le croste in gola” a furia di richiamare l’attenzione su questi temi. Personalmente vorrei iniziare a scrivere di programmi e non di alleanze.

Nella foto di copertina: Sophia Loren in Mambo Italiano

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